Scrive Glenn Greenwald a proposito del verdetto contrario a Julian Assange:
... Indipendentemente dall'esito di ulteriori procedimenti su questo caso, la sentenza odierna significa che gli Stati Uniti sono riusciti a garantire che Assange rimanga imprigionato, nascosto e messo a tacere nel prossimo futuro.
Se non l'hanno ancora distrutto in modo permanente, sono senza dubbio vicini a farlo.
I suoi stessi medici e familiari lo hanno avvertito ripetutamente .
I cittadini degli Stati Uniti e i sudditi della Corona britannica sono inculcati fin dalla nascita a credere che siamo fortunati a vivere sotto un governo benevolo, che protegge la libertà, e che la tirannia risiede solo negli stati nemici.
L'odierna approvazione da parte dell'Alta Corte britannica dell'attacco degli Stati Uniti alla libertà di stampa fondamentale dimostra ancora una volta la menzogna fondamentale al centro di questa mitologia.
Dopo il verdetto dell'Alta Corte britannica che ritiene legittimo accogliere la richiesta di estradizione di Julian Assange negli Stati Uniti, il fondatore di WikiLeaks, simbolo di una informazione non conformista, documentata, anti-establishment, che ha smascherato alcuni dei crimini più gravi delle truppe americane in Iraq e Afghanistan, ha già un piede dentro un carcere di massima sicurezza e l'altro dentro una tomba.
La mano della CIA e dell'apparato che transita alla Casa Bianca - prima Obama, poi Trump e ora Biden, che si prenderà ingiustamente tutti gli onori del boia - non farà sconti a Julian Assange.
La caccia iniziata più di 10 anni fa si è conclusa, è ora di imbalsamare il trofeo.
E' un giorno triste, amaro, rabbioso per tutti coloro che avevano sperato in un epilogo diverso anche se improbabile.
Tutti ora perderemo un riferimento, controverso ma cristallino, di informazione indipendente, documentata, non asservita ai Poteri. E' inutile negarlo, si tratta di una dura sconfitta da cui probabilmente non si riuscirà a risollevare la testa per molti anni.
Mi viene in mente l'immagine solare di Daphne Caruana Galizia, saltata in aria per una bomba commissionata dalla mafia maltese al governo. Mi viene in mente il dolore per quella perdita, sanato in parte dalle inchieste giornalistiche che aveva avviato e hanno consentito di dipanare l'intreccio tra mafia, potere e affari.
Ma ce ne sarebbero decine, centinaia da ricordare come caduti nella guerra per la libertà di pensiero e di informazione.
Reporter Senza Frontiere, Amnesty International, associazioni di giornalisti e cittadini, faremo di tutto per tirare Julian Assange fuori dal carcere prima che sia troppo tardi. E' una questione di civiltà, quella vera che interroga la verità.
#FreeAssangeNow