Da giorni, ogni giorno, decine di aerei militari della Cina di Xi Jinping invadono lo spazio aereo di Taiwan per provocazione. 56 incursioni di caccia e bombardieri nelle ultime 24 ore.
Adesso Pechino dichiara che l'ora della guerra - che potrebbe scatenare la terza guerra mondiale - sta per scoccare, a meno di arrendersi ai diktat cinesi.
E' una terribile minaccia credibile o un rozzo bluff?
Qualunque sia la risposta, con o senza AUKUS, l'opinione pubblica europea dovrebbe iniziare ad occuparsi un pò più di questa minaccia.
Una carrellata di dichiarazioni e articoli tratti dagli organi di regime cinese.
Il megafono internazionale di Xi Jinping, Global Times il 4 ottobre titola :
È ora di mettere in guardia i secessionisti di Taiwan e i loro fomentatori: la guerra è reale: editoriale del Global Times
... La collusione strategica tra Stati Uniti Giappone e le autorità del DPP (il Partito Democratico Progressista che governa a Taiwan ndr) sta diventando più audace e la situazione attraverso lo stretto di Taiwan ha quasi perso ogni margine di manovra in bilico sull'orlo di un duello, creando un senso di urgenza che la guerra potrebbe scatenarsi in qualsiasi momento.
Le forze secessioniste dell'isola non potranno mai separare Taiwan dalla Cina sotto qualsiasi nome o con qualsiasi mezzo, e, dopo che Tsai Ing-wen (leader di Taiwan ndr) è entrata in carica, lo status quo della cooperazione pacifica attraverso lo Stretto di Taiwan è stato interrotto.
Il governo degli Stati Uniti e le autorità del DPP stanno cercando di integrare profondamente l'isola nella strategia indo-pacifica degli Stati Uniti contro la Cina. La Cina continentale non tollererà l'integrazione dell'isola e degli Stati Uniti.
Il sipario dei preparativi per una lotta militare globale da parte della Cina continentale è stato ovviamente aperto. Le esercitazioni militari del PLA nello Stretto di Taiwan non si limitano più a dichiarare la sovranità della Cina sull'isola, ma a implementare varie forme di assemblaggio, mobilitazione, assalto e preparativi logistici necessari per riprendersi l'isola di Taiwan.
Senza rinunciare agli sforzi per una riunificazione pacifica, è diventata sempre più opinione che la Cina continentale dovrebbe fare seri preparativi basati sulla possibilità di combattere.
Ora, vorremmo avvertire le autorità del DPP e i loro sostenitori: non continuare a giocare con il fuoco. Dovrebbero vedere che la preparazione della Cina continentale per usare la forza contro le forze secessioniste di Taiwan è molto più forte che mai.
Risolvere la questione di Taiwan e realizzare la riunificazione nazionale non è mai diventato così pesante sulle spalle di tutti i cinesi.
Non solo gli Usa, ma anche alcuni altri Paesi stanno cercando di usare la questione Taiwan come una carta da giocare contro Pechino. Una soluzione fondamentale alla questione di Taiwan sta diventando ogni giorno più ragionevole.
Se gli Stati Uniti e le autorità del DPP non prenderanno l'iniziativa per invertire la situazione attuale, alla fine scatterà la punizione militare della Cina continentale per le forze secessioniste dell'"indipendenza di Taiwan".
Il tempo dimostrerà che questo avvertimento non è solo una minaccia verbale.
Vengono i brividi a leggere queste dichiarazioni del regime di Pechino. Non ci sono giri di parole o allusioni, il senso è "ci stiamo preparando alla guerra per prenderci Taiwan".
Le minacce cinesi si alimentano attraverso la retorica di regime.
Pechino rivendica la piena sovranità su Taiwan, una democrazia di quasi 24 milioni di persone situata al largo della costa sud-orientale della Cina continentale, nonostante il fatto che le due parti siano governate separatamente da più di sette decenni.
Taipei, d'altra parte, ha contrastato l'aggressione cinese aumentando i legami strategici con i paesi occidentali tra cui gli Stati Uniti, che sono stati ripetutamente contrastati da Pechino.
Il 1 ° giugno scorso il dittatore Xi Jinping si è impegnato a completare la "riunificazione" con Taiwan e ha promesso di distruggere qualsiasi tentativo di indipendenza formale dell'sola in nome del "patriottismo socialista".
Il 1 ottobre scorso Xi Jinping ha tenuto un discorso "sulla promozione del patriottismo", riportando il calendario del mondo agli anni '30 del secolo scorso.
"il patriottismo è l'emozione più profonda e duratura del mondo, ed è la fonte della virtù di un uomo e il fondamento del suo lavoro. il patriottismo è il nucleo del nostro spirito nazionale e il legame spirituale dell'unità della nazione cinese e della lotta per l'auto-miglioramento. il partito comunista cinese è il più determinato promotore e praticante del patriottismo e, negli ultimi 100 anni, il nostro partito ha unito e guidato le persone di tutti i gruppi etnici del paese nel portare avanti la pratica rivoluzionaria, di costruzione e di riforma, che è una grande pratica di patriottismo e ha scritto un glorioso capitolo del patriottismo della nazione cinese.
il patriottismo è il nucleo dello spirito della nazione cinese. il patriottismo è profondamente radicato nei cuori della nazione cinese, è il gene spirituale della nazione cinese, mantiene l'unità e l'unità di tutti i gruppi etnici sulla terra della Cina e ispira generazioni di bambini cinesi a lavorare instancabilmente per lo sviluppo e la prosperità della madrepatria.
Finora gli strateghi militari americani non hanno preso troppo sul serio le minacce cinesi a Taiwan, ritenendo impossibile che Xi Jinping scelga di sacrificare gli affari economici cinesi alla pur forte ambizione imperiale.
Gli U.S.A. hanno proceduto secondo gli algoritmi dettati dagli scenari consolidati in anni di intelligence: invio di navi, azioni e reazioni, messaggi cifrati, rimodulazione delle alleanze come nel caso di AUKUS.
Ma negli ultimi tempi i segnali sono diventati alquanto indecifrabili, prima con Trump e poi con Biden.
Dopo la disfatta di Kabul, Joe Biden ha iniziato a preoccuparsi dell'atteggiamento di Xi Jinping e i canali diplomatici americani stanno facendo fatica a trovare interlocutori cinesi che possano spiegare quali siano le vere intenzioni dei vertici di Pechino.
Il presidente americano avrebbe addirittura chiesto a "canali privati" non diplomatici di allacciare colloqui e mantenere ancora aperti i canali di comunicazione necessari per prevenire reazioni disastrose e incontrollabili.
in aggiornamento