aggiornamento: Si ipotizza l'esistenza di un accordo segreto collegato a quello ufficiale, negoziato dal mediatore di Trump Khalilzad con il mullah Baradar. Lo "strano furto" delle armi USA in Afghanistan farebbe parte di quei "secret annexes".
Le armi rubate non erano solo quelle in dotazione all'esercito afghano in fuga, ma anche elicotteri ultramoderni, aerei e mezzi corazzati. Qualcuno li ha lasciati appositamente con le "chiavi attaccate" in modo da poter essere rubati con facilità?
L'ipotesi di accordi segreti era stata fatta già lo scorso anno in prossimità dell'accordo ufficiale, come rivelava time.com:
"...
At its heart, Khalilzad’s deal offers this basic bargain: the Taliban will reduce its violent attacks on U.S. and Afghan troops, and the U.S. will withdraw much its forces from the country. The Taliban has agreed to a seven-day “reduction in violence” to show that it’s serious. But, crucially, its leaders will not agree in public to the U.S. demand to keep counterterrorism forces in Afghanistan.
To get past that roadblock, Khalilzad has come up with a rickety workaround. The deal contains secret annexes, according to three people familiar with details of the current draft. The first is an agreement for U.S. counterterrorism forces to stay in the country. The second is a Taliban denouncement of terrorism and violent extremism. The third annex contains a mechanism to monitor whether all sides are honoring the semi-truce while talks between warring Afghan parties proceed, according to two of the sources, and the last addresses how the CIA will operate in future in Taliban-controlled areas.
Details of the secret annexes were provided in writing to TIME by one of the sources, who insisted on anonymity to disclose details of the confidential talks. A U.S. lawmaker and two Afghan officials confirmed that a long-term counterterrorism force numbering 8,600 U.S. troops, down from the current 13,000, is part of the deal. The State Department and Khalilzad’s office declined to comment, as did the CIA. Khalilzad declined to be interviewed for this article. A Taliban official insisted Thursday that the deal requires a full U.S. troop withdrawal and said that talk of secret annexes were just rumors.
Cosa c'è dietro l'avanzata inarrestabile dei Talebani in Afghanistan, la fuga precipitosa del presidente Ashraf Ghani, le figuracce di Biden sulle capacità dell'esercito afghano, lo strano "furto" di migliaia di armi americane abbandonate a Kabul?
Una foto del 2020 di Mike Pompeo (Donald Trump) con il mullah Baradar, narcotrafficante Talebano rilasciato nel 2018 su richiesta degli USA (Donald Trump), che siglano l'accordo per il passaggio dell'Afghanistan ai narcos Talebani.
Donald Trump, con il suo impareggiabile pragmatismo da biscazziere, aveva incaricato il suo segretario di stato Pompeo di mercanteggiare la ritirata. Dopo 20 inutili anni e 2200 miliardi di dollari spesi, gli americani sarebbero stati fieri di Trump e lo avrebbero rieletto.
In quella foto e in quell'accordo era già stato tutto descritto e previsto.
Anche "l'imprevedibile" - solo per Joe Biden - liquefazione del governo fantoccio dell'ex banchiere Ashraf Ghali. Anche le scene drammatiche dell'aeroporto di Kabul trasformato in un inferno per chi cerca la salvezza.
Con l'accordo di Doha i Talebani si impegnavano a
- evitare che l'Afghanistan diventasse la base di gruppi terroristici ostili agli USA e all'Europa,
- iniziare le trattative con altri gruppi politici ed etnici per la formazione di un governo islamico a guida talebana,
- sviluppare rapporti e affari diplomatici con gli Stati Uniti.
Per più di un anno gli U.S.A. e l'Europa hanno fatto finta che quell'accordo non esistesse, pur trovandolo conveniente e ragionevole, o che sarebbe stato smentito da altre decisioni.
L'accordo diceva esplicitamente che i Talebani avrebbero preso il potere, gli USA non avevano ancora capito come quelle linee appena tratteggiate si sarebbero sviluppate nella realtà.
Oppure, ipotesi più probabile, erano davvero convinti che i mercenari afghani con il loro pseudo-presidente in testa, sarebbero rimasti a combattere qualche mese in più, per salvare la faccia degli occidentali, anziché fuggire subito senza neanche sparare un colpo, per salvare la pelle.
Ora l'Occidente, assodato dopo venti anni che la "democrazia non si esporta", si divide tra chi vorrebbe fare un'altra guerra ai Talebani ma per interposta persona (come Tony Blair) e chi - quasi tutti - cerca un dialogo "serrato" o "intransigente" o "costruttivo", scegliete voi.
Tutti fanno affari con l'Arabia Saudita, dove i diritti delle donne contano meno di zero e i terroristi vanno a battere cassa, perché non dovrebbero farli con i Talebani, e viceversa?