NO QUORUM ai 5 Referendum di Salvini-Renzi
La sconfitta dell'asse Salvini-Berlusconi-Renzi, promotori dei 5 referendum sulla Giustizia, decretata dalla più bassa affluenza nella storia elettorale italiana. Il Quorum è lontanissimo e la percentuale finale di votanti è al 20%.
I referendum promossi dalle regioni leghiste sono costati 400 milioni di euro
Non cerco scuse per NON andare a votare domenica 12 giugno per i cosiddetti cinque referendum "sulla Giustizia".
Non andrò al mare, né in montagna, non ho impegni familiari o attività improrogabili che mi costringano a disertare le urne.
Decido liberamente di starmene a casa, a debita distanza dai seggi elettorali.
Standomene tra le mura domestiche o in giardino eserciterò il mio diritto di "non voto" che per i referendum abrogativi equivale a votare NO QUORUM, ovvero a invalidare qualsiasi risultato ottenuto con una partecipazione al voto inferiore al 50% degli aventi diritto.
E' il modo più sicuro per sconfiggere "quelli del Sì", perché votare No, che pure è una scelta giusta, aumenta il rischio di superare il Quorum. Siccome quelli che andranno a votare sono in maggioranza per il Sì, piuttosto che votare No, e perdere, è meglio NON andare a votare per far mancare il Quorum e vincere.
I miei 5 personalissimi motivi per non votare i referendum sulla Giustizia del 12 giugno
1) Si chiede ai cittadini di votare 5 quesiti referendari di cui 4 sono scandalosi per la eccessiva astrusità, lunghezza e per i sotterfugi a cui si ricorre per regolare materie attinenti la magistratura. Si chiede ai cittadini di intervenire su materie attinenti l'organizzazione della Giustizia in Italia su cui il Parlamento non è stato in grado di trovare soluzioni semplici ed efficaci.
2) La richiesta di abrogare la legge Severino è il simbolo dell'indecenza di alcuni schieramenti politici, plasticamente rappresentati da Matteo Salvini, Matteo Renzi e Silvio Berlusconi.
3) I quesiti referendari ammessi dalla Consulta non sono frutto di un iter popolare (raccolta di 500 mila firme valide) ma della scorciatoia della presentazione tramite consigli regionali a maggioranza di centrodestra. Tra le 9 regioni non c'è quella in cui risiedo, e non mi sento perciò rappresentato.
4) La Costituzione ha previsto per il voto referendario di tipo abrogativo la possibilità di scegliere tra tre opzioni: votare SI alla cancellazione di una norma, oppure votare NO per impedirlo ma anche astenersi dall'andare a votare per far venir meno il QUORUM del 50% +1 necessario per dare validità a qualsiasi risultato referendario.
Non recarsi alle urne è una scelta istituzionalmente corretta, un "non voto" che in realtà equivale in pieno ad un voto utile per contrastare i quesiti referendari non condivisi, senza nulla togliere all'importanza dello strumento referendario.
5) La scadenza referendaria del 12 giugno non ha una caratterizzazione politica chiara. E' il modo in cui alcuni partiti hanno deciso di regolare i conti interni alla maggioranza bulgara che sostiene il governo Draghi senza ammetterlo pubblicamente. Si è voluto trasformare uno strumento di democrazia diretta in un'arma di distruzione diretta. Non a caso non sono stati ammessi dalla Consulta i due referendum che erano l'espressione di una volontà popolare diffusa, quello sull'eutanasia e quello sulla cannabis, ma che non si prestavano ai giochi intrecciati con la ricerca di equilibri politici "nuovi" dentro la crisi istituzionale.
Non ho una fideistica considerazione della casta dei magistrati e dei loro privilegi. Ritengo anzi che siano parte integrante del sistema di poteri più o meno espliciti che ci governa. Ma a maggior ragione credo che non ci siano scorciatoie per risolvere un aspetto così grande del problema.
Una rivoluzione, compresa quella del sistema giudiziario in Italia, non la si fa con un si o un no ad astrusi quesiti referendari.
E infine un buon motivo per restarmene a casa e non andare a votare per questi malefici referendum mi è dato dalla profonda depressione che provo quando penso alle facce dei nostri politici in un momento così grave e deprimente.
L'invasione dell'Ucraina e i crimini orrendi che l'esercito di Putin vi consuma ogni giorno, l'inflazione e il senso di impoverimento e precarietà che ne deriva, meriterebbero un'attenzione vera e appassionata, non i giochini di Salvini e putiniani di vario grado.
Se penso che due dei principali promotori del SI ai referendum sono due amici del criminale Putin ... aumenta il desiderio di vederli sconfitti.
Domenica voto NO QUORUM
- - Lega Salvini: ha promosso i referendum e quindi è per cinque sì.
- Forza Italia: Sì a tutti e cinque i quesiti che secondo Silvio Berlusconi sono “fondamentali” per riformare l’ordinamento giudiziario secondo i suoi gusti.
- Fratelli d’Italia: Sì solo ai tre quesiti che riguardano l’ordinamento interno, No a quelli sulla legge Severino e ai limiti alla custodia cautelare.
- Italia Viva Renzi: Sì a tutti e cinque i quesiti.
- Azione Calenda: Sì a tutti e cinque i quesiti.
- M5S: No a tutti e cinque i quesiti.
- Partito Democratico: Enrico Letta ha detto che voterà No a tutti i quesiti ma lascia aperte le porte per chi voglia votare diversamente.