dal Corriere della Sera 11/9/2020
Omicidio Willy, i fratelli Bianchi picchiatori abituali. L'ipotesi dell'omicidio volontario
In passato gia' 8 denunce per violenza, droga e minacce per Gabriele e Marco Bianchi. La Procura valuta altri indagati Gabriele e Marco Bianchi sommano otto denunce nel loro passato, tra risse, minacce, droga, lesioni, porto abusivo di oggetti atti a offendere. Il gip nella sua ordinanza di arresto per l'uccisione di Willy Monteiro Duarte li definisce pericolosi e incapaci di controllarsi. Indifferenti alle conseguenze, anche giudiziarie, delle loro azioni. Violenti in modo coordinato e continuato. Insomma, picchiatori abituali.
Il loro avvocato, Massimiliano Pica, valuta il ricorso al Riesame. La Procura di Velletri indaga anche sugli altri presenti quella sera nelle due comitive che si sono fronteggiate prima durante la rissa finale, altri nomi potrebbero aggiungersi tra quelli iscritti nel fascicolo. E la contestazione a carico degli arrestati (tutti o in parte), potrebbe aggravarsi. L'ipotesi di omicidio volontario Nel convalidare l'arresto e motivare la decisione di lasciare in carcere i due fratelli con l'accusa di omicidio preterintenzionale in concorso con Mario Pincarelli e Francesco Belleggia (quest'ultimo ai domiciliari con una posizione piu' sfumata) il giudice valuta prudenzialmente corretta questa contestazione ma gia' individua una evidente compatibilita' astratta con la volonta' di uccidere.... Anche nel corso del loro interrogatorio, i Bianchi e Pincarelli minimizzavano il fatto, manifestando una personalita' incapace di autocontrollo e una sostanziale indifferenza alle iniziative processuali intraprese nei loro confronti. .... Perche' alle 8 denunce non erano seguite le azioni giudiziarie? Perche' la giustizia non ha fatto il suo corso. Perche' le forze dell'ordine non hanno "attenzionato" dei soggetti cosi' pericolosi? Chi e' colpevole per aver omesso di verificare e completare le denunce contro i picchiatori e a tutela della sicurezza pubblica? Chi e' corresponsabile della morte del giovane Willy?
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GIUSTIZIA PER WILLY MONTEIRO DUARTE - 09/09/2020
L'omicidio del giovane Willy ad opera dei fratelli Bianchi e' potuto accadere per la complicita' e il fallimento di due pilastri della societa', la famiglia e le forze dell'ordine.
L'assassinio del giovane Willy Monteiro Duarte, in una notte come tante a Colleferro propaggine metropolitana di Roma, nel retro buio di una caserma di carabinieri, ad opera di una delle tante bande di picchiatori, violenti, operatori del crimine sociale diffuso, ha suscitato reazioni fortissime, e sta facendo emergere lo spaccato di una societa' che cerchiamo di non vedere o che non ci immaginiamo cosi' intrisa di violenza, stupidita', fanatismo. I fratelli Bianchi, i due principali indiziati dell'omicidio e della violenza premeditata, sono il risultato del fallimento e della complicita' di due delle piu' importanti istituzioni su cui si pretende di poggiare la societa': famiglia e forze dell'ordine. Scrive il rapper Ghali: Giustizia per Willy Monteiro Duarte. 21 anni, era intervenuto per calmare una rissa ed e' stato pestato a sangue fino a non respirare piu'. Willy e' stato ucciso dall'ignoranza, dall'odio, dal razzismo e dagli ideali di 4 ragazzi del quale i familiari hanno risposto dicendo: �era solo un immigrato�. E' un problema ricorrente nel nostro paese e mi ha fatto tornare in mente alcuni episodi della mia vita in cui l'ho scampata per un pelo, in cui aspetti che si stanchino di tirare calci e pugni, in cui chiedi pieta' e il perche' sperando di riuscire a rialzarti da terra. I veri criminali sono altri, i veri atleti sono altri. Gli occhi di Willy sono altri. Gli occhi della nuova generazione, di chi e' stanco di fare a pugni, di chi cerca altro, di chi a differenza mia e dei miei coetanei non ha bisogno di ribadire dei concetti basilari come quelli sulla violenza. Che questo sia l'ennesima sveglia per quanto sia inimmaginabile il dolore dei suoi cari. E' cosi' egoista fare di una tragedia una lezione ma infondo spero che lo sia per tutti. Siamo stanchi, il pentimento tardivo non serve a nulla in casi come questo. Giustizia per Willy . giustiziaperwilly Le parole e i commenti dei parenti dei due fanatici delle arti marziali vanno oltre la legittima difesa dei propri congiunti. Sono la prova piu' lampante dell'humus in cui si coltivano i germi del fanatismo e della violenza, l'educazione familiare orientata alla soppressione degli altri, ancor piu' se immigrati, alla dimostrazione di forza brutale, al riempimento quotidiano dei muscoli e allo svuotamento dei cervelli. L'altro pilastro frantumato dall'omicidio di Willy e' quello delle forze dell'ordine al servizio dei cittadini e della giustizia. Se nel caso dell'omicidio di Stefano Cucchi - anche li' calci, botte, violenze efferate - si era parlato di "mele marce" a proposito dei carabinieri che effettuarono il pestaggio e ne nascosero le prove, nella morte di Willy Montero Duarte ci sono molti aspetti da chiarire e far emergere. Il pestaggio e' avvenuto nei pressi di una caserma dei carabinieri, ed e' passata quasi mezz'ora prima che qualcuno intervenisse, quando Willy era gia' moribondo. I precedenti per risse, spaccio, aggressioni di Marco e Gabriele Bianchi erano documentati e ben noti alle "forze dell'ordine" ma non hanno mai sortito alcun effetto. Perseguire un reato per scoraggiare o impedirne altri dovrebbe essere la regola. dal Corriere della Sera ARTENA - Il 21 agosto scorso in piazza Monsignor De Angelis, ad Artena, si scrive il prologo dei fatti di Colleferro. Una manifestazione di potenza da parte di Mario Pincarelli, arrestato per l�omicidio di Willy Monteiro Duarte assieme ai fratelli Marco e Gabriele Bianchi piu' l�amico Francesco Belleggia. Un vigile urbano viene aggredito, insultato e spinto a terra. Il motivo? Pincarelli rifiuta di indossare la mascherina. Un episodio che, curiosamente, sottolinea oggi il sindaco Felicetto Angelini, non porta con se' neppure un fermo. Non una misura. Nulla, benche' sia stata aperta un�inchiesta da parte della Procura di Velletri. Un episodio che, oggi, all�indomani dei fatti di largo Santa Caterina a Colleferro, segna la memoria di questa piccola comunita' alle porte di Roma. Perche' le denunce a carico dei Bianchi e amici non sono state prese sul serio? Quali erano, se c'erano, gli "agganci" tra i picchiatori e i carabinieri dei paesi in cui i fratelli Bianchi si "esibivano" ? Ha fatto bene il presidente Giuseppe Conte a telefonare alla famiglia di Willy, dimostrando la sensibilita' con cui lo Stato dovra' trattare questo efferato omicidio. Spero che abbia fatto anche una telefonata ai vertici dei Carabinieri e della Pubblica Sicurezza per chiedere un'indagine seria e trasparente sulle dimenticanze o connivenze che emergono dietro l'omicidio del giovane Willy, intervenuto per difendere un suo amico dai picchiatori che le forze dell'ordine si erano sempre astenute dall'arrestare.