Da qualche giorno nel centro storico di Roma si svolgono numerose risse.
Quella al Pincio dove bande di ragazzini mentalmente disoccupati si sono sfidate a botte senza mascherine sembra essere la rissa più innocua, se confrontata a l'altra che si è scatenata all'interno dei 5 Stelle sul voto a Palazzo Madama (Senato) del 9 dicembre sulla "riforma del MES".
O con quella capitanata da Matteo Renzi contro Palazzo Chigi su chi dovrà gestire la marea di euro del Recovery Fund (Next Generation EU) con la minaccia diretta di far cadere il governo Conte se non si troverà un metodo di spartizione condiviso.
Si tratta in tutti i casi di pretesti di schieramenti e fazioni politiche per contrattare spazi di potere oppure il governo Conte rischia davvero di cadere per mano dei 5 Stelle anti-MES e di Matteo Renzi anti-supermanager nel pieno della seconda ondata di Covid-19?
La risposta si conoscerà solo alla fine della giornata di mercoledì 9 dicembre, con il voto finale su una risoluzione tanto incomprensibile quanto pretestuosa.
Il voto sul MES è ormai diventato una fiducia al governo e al suo primo ministro Giuseppe Conte, il quale sarà costretto a dimettersi nel caso in cui una parte dei 5 Stelle dovesse esprimersi contro.
I senatori Cinquestelle che potrebbero far cadere il governo Conte giurano di essere animati da nobili fini.
Il MES è stato lo strumento di ricatto dei tecnocrati di Bruxelles contro i greci ridotti alla fame.
La critica al MES è stata una bandiera ideale dei Cinquestelle, come ingoiare ora il rospo di una sua "riforma" per renderlo presentabile agli occhi di chi lo ha contestato e subìto? Come spiegare che il MES "sanitario", cioè il prestito finalizzato ai piani di supporto ai sistemi sanitari in chiave anti-Covid, è diverso da quello "finanziario" di cui si dovrà discutere la riforma?
E' solo mancanza di fantasia dei tecnocrati se non si è riusciti a trovare un nome diverso all'odiato MES?, oppure c'è un subdolo intento di umiliare i cinquestelle costringendoli a votare SI al (nome del) MES?
E i "duri e puri" senatori del M5S contrari al MES faranno come Bertinotti nei confronti del governo Prodi, come ha scritto Marco Travaglio su il Fattoquotidiano?
C’era una volta un buon governo di centrosinistra molto più apprezzato dei partiti che lo sostenevano, con un premier onesto e capace e vari ministri coraggiosi e stimati anche all’estero. Portò l’Italia in Europa, riformò la sanità privilegiando il pubblico e non il privato, si oppose alle spinte inciuciste col centrodestra. Ma durò solo due anni. Poi un leader che si credeva il più puro e intransigente del bigoncio lo sfiduciò sventolando la decisiva battaglia per l’orario di lavoro a 35 ore. Il governo cadde alla Camera per un voto, il premier andò a casa, indisponibile ad ammucchiate. E quattro giorni dopo il suo rivale, che fino ad allora giurava “o questo governo o elezioni”, era già pronto a formarne uno nuovo con un plotone di parlamentari eletti col centrodestra. Il premier abbattuto era Romano Prodi, il suo killer Fausto Bertinotti, il successore e utilizzatore finale di cotanta intransigenza Massimo D’Alema, i voltagabbana suoi compagni di strada Mastella e Buttiglione, fondatori con Cossiga della leggendaria Udr.
Se l'avvocato Giuseppi riesce a superare l'ostacolo M5S - MES, si presenterà subito quello del Renzi - Recovery Fund o meglio di chi e come dovrà gestire i "progetti", ovvero soldi, commesse e tangenti, fino a scalare i 209 miliardi, di cui quasi 90 regalati e gli altri un pò meno.
In questo caso la rissa vede protagonista Matteo Renzi, cioè Italia Viva che in Italia non conta nulla ma a Palazzo Madama è decisiva per un pugno di voti.
Le critiche di Renzi alla "cabina di regia" con 6 supermanager e centinaia di tecnici per gestire i progetti sono in gran parte condivisibili. Che ci stanno a fare Ministri, Sottosegretari e ministeri, con tutto quel che costano, se non possono o non sanno gestire un Piano di investimenti sui grandi temi che riguardano il futuro dell'Italia?
Si vuole forse accentrare il Recovery Fund in una struttura di potere al servizio del Primo Ministro, sottraendolo alla mediazione - spartizione tra i vari partiti e fazioni?
E Italia Viva, cioè Renzi, Boschi e Bellanova, che ci stanno a fare nel governo se non possono partecipare alla festa del Recovery Fund?
Via i super manager (e poi chi ci assicura che sono davvero super?) via i tecnici, a ciascuno la fetta di recovery che gli spetta.
Altrimenti arriva Salvini con i suoi commercialisti e fa sparire anche i fund del recovery.
Se Giuseppe Conte riesce a sopravvivere ai 5Stelle e a Matteo Renzi, i quasi 40 miliardi del MES arriveranno alla fine dell'inverno.
Giusto in tempo per le elezioni comunali di primavera 2021 e la fine della terza ondata di coronavirus.
E se poi in estate dovesse arrivare anche il Recovery Fund allora Giuseppe sarà Santo Subito.
Questo è quello che mi sembra di aver capito, ma non ne sono del tutto sicuro.