L’appello dei docenti universitari contro la natura discriminatoria del “green pass”
Dal primo settembre per frequentare le università italiane, sostenere gli esami e seguire le lezioni si deve essere in possesso del cosiddetto “green pass”. Tale requisito deve essere valido per docenti, personale tecnico, amministrativo e bibliotecario e studenti e ciò estende, di fatto, l’obbligo di vaccinazione in forma surrettizia per accedere anche ai diritti fondamentali allo studio e al lavoro, senza che vi sia la piena assunzione di responsabilità da parte del decisore politico.
Molti tra noi hanno liberamente scelto di sottoporsi alla vaccinazione anti-Covid-19, convinti della sua sicurezza ed efficacia.
Tutti noi, però, reputiamo ingiusta e illegittima la discriminazione introdotta ai danni di una minoranza, in quanto in contrasto con i dettami della Costituzione (art. 32: “Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”) e con quanto stabilito dal Regolamento UE 953/2021, che chiarisce che “è necessario evitare la discriminazione diretta o indiretta di persone che non sono state vaccinate” per diversi motivi o “che hanno scelto di non essere vaccinate”.
Nello specifico della realtà universitaria, i docenti sottoscrittori di questo pubblico appello ritengono che si debba preservare la libertà di scelta di tutti e favorire l’inclusione paritaria, in ogni sua forma. Nella situazione attuale, o si subisce il green pass, oppure si viene esclusi dalla possibilità di frequentare le aule universitarie e, nel caso dei docenti, si è sospesi dall’insegnamento: tutto questo viola quei diritti di studio e formazione che sono garantiti dalla Costituzione e rappresenta un pericoloso precedente.
In sostanza, la “tessera verde” suddivide infatti la società italiana in cittadini di serie A, che continuano a godere dei propri diritti, e cittadini di serie B, che vedono invece compressi quei diritti fondamentali garantiti loro dalla Costituzione (eguaglianza, libertà personale, lavoro, studio, libertà di associazione, libertà di circolazione, libertà di opinione).
Quella del “green pass” è una misura straordinaria, peraltro dai contorni applicativi tutt’altro che chiari, che, come tale, comporta rischi evidenti, soprattutto se dovesse essere prorogata oltre il 31 dicembre, facendo affiorare alla mente altri precedenti storici che mai avremmo voluto ripercorrere.
Auspichiamo che si avvii un serio dibattito politico, nella società e nel mondo accademico tutto (incluse le sue fondamentali componenti amministrativa e studentesca), per evitare ogni penalizzazione di specifiche categorie di persone in base alle loro scelte personali e ai loro convincimenti, per garantire il diritto allo studio e alla ricerca e l'accesso universale, non discriminatorio e privo di oneri aggiuntivi (che sono, di fatto, discriminatori) a servizi universitari.
Chiediamo pertanto che venga abolita e rifiutata ogni forma di discriminazione.
Visualizza a questo link i sottoscrittori: https://nogreenpassdocenti.wordpress.com/s/
Mail: universitariuniti@gmail.com
Sito: https://nogreenpassdocenti.wordpress.com/
Form per la sottoscrizione: https://forms.gle/hHNnReCUn4SMwfQP8
In un post del 29 luglio scorso sostenevo che il "Draghi green pass" era un modo surrettizio di aggirare il vero nodo, quello di una legge per l'obbligo di vaccinazione.
Il Presidente Mattarella, per contrastare NO-VAX e No-Pass, definisce la vaccinazione un dovere morale e civico, Giusto! perché allora non intima al governo Draghi di fare una legge per l'obbligo a vaccinarsi? i.fan. - 29/07/2021
Ora che il professore Alessandro Barbero, docente di Storia Medievale e showman televisivo, si è espresso in modo analogo assieme ad altri professori e intellettuali, il problema diventa ancora più attuale.
Mario Draghi invece, con il placet della maggioranza bulgara che lo sostiene, preferisce nascondersi dietro le parole scadute di Mattarella.