Lo scandalo della riconsegna del criminale libico Almasri ai suoi "soci" libici, sottraendolo all'arresto ordinato dalla corte internazionale per gli orribili crimini compiuti contro i migranti nei lager nordafricani, è giunto ad un punto scontato e importante.
Il tribunale per i reati ministeriali ha accertato che esistono i presupposti per indagare sulla vicenda nei confronti di tre autorevoli ministri del governo, Nordio (giustizia), Piantedosi (interni) e Mantovano (sottosegretario di Meloni con delega sui servizi) e quindi verrà chiesta l'autorizzazione a procedere nei loro confronti, autorizzazione che ovviamente verrà negata dalla maggioranza parlamentare di centrodestra.
Alla notizia delle richieste contro i suoi ministri, Giorgia Meloni ha avuto uno scatto in stile mussoliniano: "Perché solo loro sono sospettati? Sono io che ho deciso tutto fin dall'inizio, quindi sono io che devo essere indagata! Provateci!"
Il gesto della Meloni è stato molto apprezzato da parte dei suoi fanatici ammiratori, che si esaltano alla vista di attributi maschili o di slanci alla baionetta, ma è una richiesta che contiene una verità lapalissiana: Giorgia Meloni era informata e sapeva tutto fin dai primi minuti dell'arresto di Almasri, come ho sostenuto fin dall'inizio su questo blog.
Tramite la sua fedelissima Giusi Bartolozzi, segretaria particolare di Nordio, e del suo fedelissimo Mantovano, Meloni ha coordinato le iniziative ministeriali e dei servizi segreti per avviare il caso nell'unica direzione possibile secondo il governo italiano: la liberazione del criminale con il suo immediato trasferimento dal carcere italiano alla libertà libica.
Su un piano tecnico e politico la Meloni ha pienamente ragione nel rivendicare la propria responsabilità suprema in tutta la scandalosa vicenda.
Giorgia Meloni però pensa, così facendo, di interporre la propria figura per oscurare il vero nodo delle indagini, realizzando quindi un tentativo di depistaggio.
Perché Meloni, Mantovano, Nordio, Piantedosi hanno deciso liberare il criminale Almasri?
Dopo le tante versioni e bugie dette in Parlamento e in pubblico, questa domanda è ancora inevasa.
L'ultima versione fatta trapelare sostiene che la liberazione trionfale di Almasri sarebbe stata necessaria per evitare "ritorsioni" da parte libica nei confronti degli interessi italiani, leggasi la gestione dei flussi di immigrati e il petrolio dell'ENI.
Con questa considerazione, che in parte spiega ma non giustifica, Giorgia Meloni pensa di potersela cavare giudizialmente e politicamente.
E invece è solo l'inizio di una storia vergognosa di rapporti "volontari e consenzienti" tra il governo Meloni e la criminalità libica, sulla pelle dei migranti torturati, dei bambini violentati, dei naufraghi dispersi nel mar mediterraneo.
Almasri è stato arrestato in Italia perché era un frequentatore assiduo e indisturbato del bel paese, in cui viaggiava con la copertura dei servizi segreti, si divertiva e curava i propri affari criminali.
Questa è la semplice verità, ancora un piccolo sforzo e forse verrà tutta a galla.
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Date Created: 06/08/2025 09:09:58