I Carri di Gedeone, Gaza diventa un eterno campo di concentramento


"Carri di Gedeone" è il nome del nuovo piano dei netanisti per "invadere" (?!) Gaza occupandola e ingabbiando 2 milioni di palestinesi in lager vicino Rafah. Hamas ringrazia, perché ...

Netanismo, un nuovo termine per definire la politica criminale di Netanyahu verso i palestinesi senza cadere nell'antisemitismo

Gaza, Gideon Chariots
Gaza, Gideon Chariots

i fan - 6 Maggio 2025 ID: 4726

Tutto è pronto per lanciare l'operazione "Carri di Gedeone" contro quel che resta di Gaza e della sua popolazione palestinese martoriata.


Netanyahu ha sbrigato le ultime formalità ne Consiglio di Guerra per dare il via, ma aspetta che sia Donald Trump, in visita nel Medio Oriente tra qualche giorno, a dare la sua "benedizione" a quello che dovrebbe essere l'atto finale della criminale guerra di Gaza.


Secondo Netanyahu, che come al solito racconta verità di comodo e bugie, dopo 580 giorni di distruzione e massacri l'obiettivo principale del governo netanista non è riportare a casa le ultime decine di ostaggi rimasti nelle mani di Hamas, come chiede a gran voce la maggioranza degli israeliani, ma è vincere la guerra, come se fosse ancora il primo giorno dopo l'attacco terroristico di Hamas del 7 ottobre.

 

L'obiettivo dell'operazione Carri di Gideone è "occupare territorio" nella Striscia di Gaza.

 

Incredibile affermazione, dopo un anno e mezzo di occupazione, ma purtroppo è vera e beffarda.

 

Un anno e mezzo fa Netanyahu negava decisamente che Israele avrebbe occupato Gaza.

 

Netanyahu, 10 gennaio 2024: "Voglio chiarire alcuni punti in modo assoluto, Israele non ha alcuna intenzione di occupare permanentemente Gaza o di sfollare la sua popolazione civile".

 

Dopo aver esaltato per qualche settimana la cinica e folle proposta di Trump su "la Riviera di Gaza". il boss israeliano, il cui unico obiettivo è rimanere a galla, ha gettato la maschera con una nuova svolta.


Il piano netanista prelude ad una nuova strategia, dopo il fallimento di tutte le altre fin qui annunciate.

 

Quale sia questa strategia e in cosa si differenzia dalle precedenti non è dato ancora saperlo, ma se ne intuiscono le linee generali dalle informazioni diffuse dai media israeliani.


 

da Ynet, Le fasi della campagna pianificata a Gaza

 

Quella che viene già presentata dai media come l'operazione "I carri di Gedeone" è in realtà una campagna combinata militare, civile e politica volta a raggiungere due obiettivi contemporaneamente: il primo, indurre Hamas e la Jihad islamica ad ammorbidire le loro posizioni e ad accettare un accordo significativo per il rilascio degli ostaggi a condizioni accettabili per il governo israeliano. Il secondo obiettivo è quello di infliggere danni molto significativi alle forze combattenti di Hamas e alle infrastrutture militari e governative, in modo da consentire il ripristino dell'ordine nella Striscia di Gaza "il giorno dopo".

...


In 3 fasi, la prima delle quali è già iniziata: ecco come dovrebbe procedere la campagna


L'operazione "Gideon's Chariots" dovrebbe svolgersi in tre fasi principali:

la prima fase, già iniziata, ovvero i preparativi;

Fase due: fuoco preparatorio dall’aria e da terra e spostamento della maggior parte della popolazione civile nella Striscia di Gaza verso rifugi sicuri nella zona di Rafah;

E la terza fase: una manovra a terra per occupare gradualmente parti della Striscia e preparare quella che sarà una lunga presenza militare in quelle zone."

 


 

Dove è la differenza con quanto è stato fatto e distrutto fino ad oggi sulla pelle della popolazione civile palestinese?

 

 

Per rispondere a questa domanda decisiva è necessario tradurre la realtà mistificata da Netanyahu.

 

Poichè non sono bastati 580 giorni di bombe e massacri, sessantamila morti civili, centomila feriti. due milioni di affamati e ammalati ridotti a larve umane, per trovare una soluzione politica alla guerra di Gaza, sarà necessario accentuare i crimini e le sofferenze.

 

"Carri di Gedeone" prevede di deportare la popolazione palestinese di Gaza in alcuni enormi campi allestiti nel sud della striscia, tra le macerie di Rafah.

 

fase 1, i bulldozer sono già al lavoro per spianare e recintare le future "zone di trasferimento", ovvero le gabbie per la popolazione di quello che diventerà il più grande campo di concentramento nella storia moderna.

 

fase 2: dopo aver desertificato tutto il resto della Striscia di Gaza l'esercito israeliano inizierà a sparare e bombardare, dal cielo e dalla terra, tutto ciò che si muove o che ha la parvenza di muoversi. Saranno rastrellate tutte le vie di comunicazione rimaste sepolte dai detriti, saranno fatti saltare in aria i resti delle strutture civili preesistenti - ospedali, scuole, moschee, piazze - in modo da non lasciare zone d'ombra o ostacoli al rilevamento radar delle postazioni militari.

A vista d'occhio e di radar o droni, sarà possibile individuare e colpire a distanza, dalle postazioni di occupazione fortificate, qualsiasi insetto o essere umano si muoverà sulla terra di Gaza.


fase3, i due milioni di palestinesi trasferiti nei campi lager di Rafah controllati a vista da migliaia di soldati dell'IDF dovranno assistere all'annientamento fisico di ogni briciola di quella che fu la loro terra e ringraziare le autorità del campo di concentramento per le razioni di viveri che riceveranno di giorno in giorno, a Netanyahu piacendo. Nel frattempo sarà offerta la possibilità di essere deportato in un paese straniero, sottoscrivendo una richiesta e una rinuncia definitiva al ritorno. Altrimenti si resterà rinchiusi nei campi lager, alle condizioni dettate dai netanisti e dagli americani.

 

Secondo i piani di Netanyahu e Trump questa soluzione dovrebbe consentire di annientare la resistenza delle ultime milizie di Hamas e riportare vivi o morti gli ultimi ostaggi.

 

Ma gli stessi generali dell'IDF dubitano che i resti degli ostaggi potranno essere trovati e ricomposti in mezzo alle macerie dell'operazione Carri di Gedeone.


Per questo Netanyahu ha messo le mani avanti dichiarando che l'obiettivo principale non è salvare gli ostaggi ma vincere la guerra.

 

In realtà anche la seconda parte della sua dichiarazione è falsa.

 

A Netanyahu non interessa vincere la guerra contro Hamas ma semplicemente distruggere l'idea dell'esistenza di una Palestina e preservare le ragioni del conflitto per garantire al "netanismo" - l'ideologia del potere che dovrà soppiantare il sionismo in Israele - altri decenni potere.

 

Hamas ha già fatto sapere di gradire l'operazione Carri di Gedeone, per un semplice motivo: Netanyahu sta creando l'habitat ideale affinché Hamas possa continuare ad esercitare la propria supremazia sulla popolazione palestinese.
Negli enormi campi di concentramento, i miliziani di Hamas potranno facilmente mimetizzarsi e continuare a fare proseliti, a ricevere risorse finanziarie e armi per le future azioni e promesse di battaglie, mantenendo di fatto il controllo politico della popolazione, pur ridotta in condizioni disumane.

 

Netanyahu ed Hamas potranno continuare a spalleggiarsi come fanno da 20 anni a questa parte.

 


I moderati conservatori israeliani sono scettici sulla strategia di "occupare Gaza".

 

Scrive il Jerusalem Post:

 

Poche cose potrebbero polarizzare ulteriormente una società israeliana già profondamente divisa più che inquadrare questa guerra come una guerra volta a rioccupare Gaza. Ciò riporterebbe alla luce vecchie battaglie ideologiche sul territorio e sul futuro degli insediamenti, riaccendendo le tensioni tra sinistra e destra in un modo che sarebbe al tempo stesso tossico e destabilizzante.

Ogni soldato caduto in una simile campagna sarebbe descritto da coloro che si oppongono alla rioccupazione non come morto in una guerra giusta contro un gruppo terroristico intenzionato a distruggere Israele, ma come sacrificato per un progetto politico "messianico" volto a ristabilire la sovranità ebraica a Gaza.

...

A livello internazionale, qualsiasi legittimità Israele conservi ancora per il suo sforzo bellico crollerebbe, tranne forse agli occhi dell'amministrazione Trump.

 

Anche all'interno di Israele, la prospettiva di un'occupazione a lungo termine di Gaza indebolirebbe il sostegno pubblico, con conseguenze a lungo termine sull'unità nazionale e sulla volontà di combattere.

...

Questo cambiamento è dovuto principalmente al fatto che, nonostante 19 mesi di guerra, un Hamas gravemente danneggiato e degradato è ancora in piedi e mantiene il controllo di Gaza, e continua a tenere in ostaggio gli israeliani.

 

Poiché né la schiacciante potenza militare né i negoziati hanno costretto Hamas a liberare gli ostaggi o a disarmarsi, la scommessa ora è che la minaccia di rioccupare Gaza possa risolvere il problema.

Il pericolo, tuttavia, è che questa minaccia possa aumentare la pressione internazionale, oltre a dividere e spaccare ulteriormente la nazione.

 

Un numero crescente di personalità politiche e intellettuali nel mondo, anche di origine ebraica, critica apertamente il governo Netanyahu e denuncia la creazione di un regime "non democratico" all'interno di Israele.

 

Sta prendendo piede un fenomeno che segna una svolta: il consolidamento autoritario del regime "netanista" in Israele, parafrasi del fenomeno nazista in Germania.

 

I "campi di concentramento" previsti dall'operazione "Carri di Gedeone" ne sono una preoccupante e drammatica conferma.

 

Ma di questo ne scriverò in un prossimo post:

 

Netanismo, un nuovo termine per definire la politica criminale di Netanyahu verso i palestinesi senza cadere nell'antisemitismo


 

i fan


Key1: Carri di Gedeone keywords: Carri di Gedeone, Gaza, Israele, Netanyahu, Hamas, Palestina,

Date Created: 06/05/2025 19:06:37


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