Il bellissimo Piano Trump per Gaza respinto da Netanyahu e Hamas


L'Arabia Saudita fa trapelare il testo di un accordo da sottoporre a Netanyahu ed Hamas, e lo chiama "Piano Trump per Gaza". E' un "piano bellissimo", nascono grandi speranze di una rapida fine del genocidio ma poi si scopre che ...

Netanyahu e Khalil al-Hayya
Netanyahu e Khalil al-Hayya


i. fan. - 27 Settembre 2025 ID: 6008


Mentre si accatastavano i primi resoconti del macabro intervento di Netanyahu all'assemblea generale delle Nazioni Unite, sintetizzato dalla reiterata promessa di "finire il lavoro a Gaza", il team di esperti della Casa Bianca che lavora all'obbiettivo di far assegnare il premio Nobel per la Pace al biscazziere e poi la beatificazione in vita aveva già fatto trapelare la sintesi del Piano Trump per Gaza, un assemblaggio in 21 punti di proposte in gran parte già negoziate con i leader di Hamas e respinte anche dal governo Netanyahu nei mesi scorsi.

 

Dopo la fallita operazione del Mossad a Doha in Qatar per eliminare i vertici di ciò che resta dell'organizzazione Hamas, tutti si sono rassegnati ad altri mesi di distruzione e genocidio a Gaza City e alla uccisione dei pochi ostaggi israeliani rimasti in vita (si stima tra 10 e 15).

 

Con il principale mediatore, il Qatar, umiliato, i vertici di Hamas - Khalil al-Hayya e Gazhi Hamad - 

rifugiati in nascondigli segreti, Netanyahu sempre sotto ricatto della destra fanatica di Smotrich e Ben Gvir, chi scommetterebbe un dollaro sulla possibilità di portare a termine un negoziato ?

Lui ci crede, Donald Trump, il biscazziere presidente, fresco fresco da un vertice con Putin su tappeto rosso in Alaska pronto per siglare la pace in Ucraina che tutti abbiamo visto come è andata a finire.

 

Donald Trump non si perde mai d'animo e sa che se vuole ottenere il premio Nobel e la beatificazione in vita deve stringere i denti e raccontare altre balle e bugie, disinteressandosi delle immediate smentite.

 

Trump ha colto l'occasione dell'assemblea ONU a New York per convocare i leader arabi e trattare insieme a loro un piano - a patto che si chiamasse "bellissimo Piano Trump" - per risolvere la tragedia di Gaza.

 

Dal nuovo Piano Trump scompare la riviera del Medio Oriente e la deportazione forzata dei palestinesi, l'annessione di Gaza alle colonie israeliane, e si intravede addirittura il miraggio dello Stato di Palestina. Ad Hamas si chiede di rilasciare gli ostaggi in 48 ore, deporre le armi e scegliere tra il consegnarsi a Israele ottenendo subito la grazia oppure andare in esilio in paesi sicuri. Israele si ritira gradualmente da Gaza e ne lascia il controllo e la ricostruzione ad un gruppo di tecnici-politici arabi e palestinesi.

 

Il Piano Trump è bellissimo!

 

Per chi non ci credesse

ecco i 21 punti dell'accordo fatti trapelare dai media dell'Arabia Saudita.

 

1. Gaza sarà una zona deradicalizzata e libera dal terrorismo che non rappresenterà una minaccia per i suoi vicini.

2. Gaza sarà riqualificata a beneficio della sua popolazione.

3. Se Israele e Hamas accetteranno la proposta, la guerra terminerà immediatamente, con l'IDF che interromperà tutte le operazioni e si ritirerà gradualmente dalla Striscia.

4. Entro 48 ore dall'accettazione pubblica dell'accordo da parte di Israele, tutti gli ostaggi, vivi e deceduti, saranno restituiti.

5. Una volta restituiti gli ostaggi, Israele libererà diverse centinaia di prigionieri di sicurezza palestinesi che stanno scontando l'ergastolo e oltre 1.000 abitanti di Gaza arrestati dall'inizio della guerra, insieme ai corpi di diverse centinaia di palestinesi.

6. Una volta restituiti gli ostaggi, ai membri di Hamas che si impegnano a una coesistenza pacifica verrà concessa l'amnistia, mentre ai membri che desiderano lasciare la Striscia verrà garantito un passaggio sicuro verso i paesi di accoglienza.

7. Una volta raggiunto questo accordo, gli aiuti arriveranno nella Striscia a ritmi non inferiori a quelli stabiliti nell'accordo sugli ostaggi del gennaio 2025, che includeva 600 camion di aiuti al giorno, insieme alla riabilitazione delle infrastrutture critiche e all'ingresso di attrezzature per la rimozione delle macerie.

8. Gli aiuti saranno distribuiti, senza interferenze da entrambe le parti, dalle Nazioni Unite e dalla Mezzaluna Rossa, insieme ad altre organizzazioni internazionali non associate né a Israele né ad Hamas.

9. Gaza sarà governata da un governo temporaneo e transitorio composto da tecnocrati palestinesi, che saranno responsabili della fornitura di servizi quotidiani alla popolazione della Striscia. Il comitato sarà supervisionato da un nuovo organismo internazionale istituito dagli Stati Uniti in consultazione con i partner arabi ed europei. Definirà un quadro per il finanziamento della riqualificazione di Gaza fino al completamento del programma di riforme dell'Autorità Nazionale Palestinese.

10. Sarà elaborato un piano economico per ricostruire Gaza attraverso la convocazione di esperti con esperienza nella costruzione di città moderne in Medio Oriente e attraverso la valutazione dei piani esistenti volti ad attrarre investimenti e creare posti di lavoro.

11. Verrà istituita una zona economica, con tariffe ridotte e tariffe di accesso che dovranno essere negoziate dai paesi partecipanti.

12. Nessuno sarà costretto a lasciare Gaza, ma coloro che sceglieranno di andarsene potranno farvi ritorno. Inoltre, i cittadini di Gaza saranno incoraggiati a rimanere nella Striscia e verrà loro offerta l'opportunità di costruire un futuro migliore lì.

13. Hamas non avrà alcun ruolo nella governance di Gaza. Ci sarà l'impegno a distruggere e interrompere la costruzione di qualsiasi infrastruttura militare offensiva, compresi i tunnel. I nuovi leader di Gaza si impegneranno a una coesistenza pacifica con i loro vicini.

14. I partner regionali forniranno una garanzia di sicurezza per assicurare che Hamas e le altre fazioni di Gaza rispettino i loro obblighi e che Gaza cessi di rappresentare una minaccia per Israele o per il suo stesso popolo.

15. Gli Stati Uniti collaboreranno con i partner arabi e internazionali per sviluppare una forza di stabilizzazione internazionale temporanea che verrà immediatamente dispiegata a Gaza per supervisionare la sicurezza nella Striscia. La forza svilupperà e addestrerà una forza di polizia palestinese, che fungerà da organo di sicurezza interna a lungo termine.

16. Israele non occuperà né annetterà Gaza e le IDF consegneranno gradualmente il territorio attualmente occupato, man mano che le forze di sicurezza sostitutive stabiliranno il controllo e la stabilità nella Striscia.

17. Se Hamas ritarda o respinge questa proposta, i punti sopra menzionati verranno applicati in aree libere dal terrorismo, che le IDF consegneranno gradualmente alla forza internazionale di stabilizzazione.

(Si tratta della della possibilità che l'accordo possa essere attuato almeno in parte, anche se Hamas non fosse d'accordo).

18. Israele accetta di non effettuare futuri attacchi in Qatar. Gli Stati Uniti e la comunità internazionale riconoscono l'importante ruolo di mediazione di Doha nel conflitto di Gaza.

19. Sarà avviato un processo per deradicalizzare la popolazione. Questo includerà un dialogo interreligioso volto a cambiare mentalità e narrazioni in Israele e a Gaza.

20. Quando la riqualificazione di Gaza sarà progredita e il programma di riforma dell'Autorità Nazionale Palestinese sarà stato implementato, potrebbero esserci le condizioni per un percorso credibile verso lo Stato palestinese, riconosciuto come aspirazione del popolo palestinese.

(La clausola non fornisce dettagli in merito al programma di riforme palestinese e non è definitiva in merito a quando potrà essere stabilito il percorso verso la statualità).

21. Gli Stati Uniti avvieranno un dialogo tra Israele e i palestinesi per concordare un orizzonte politico di coesistenza pacifica.

 


 

Imagine, immagina Gaza e Israele, senza Hamas e senza Netanyahu


 

Sarebbe tutto molto bello e auspicabile se non fosse che di "Piano Trump per Gaza" se parla da un anno, da quando il biscazziere era ancora in campagna elettorale, ed esistono decine di versioni di piani che l'inviato Witkoff stava quasi per concludere per poi non farne nulla.

Tante ipotesi che hanno dato tempo a Netanyahu di mettere a punto la strategia di Israele per distruggere Gaza, ridurla in un cimitero a cielo aperto, incurante anche della vita degli ostaggi e fregandosene del crescente isolamento e odio internazionale.

 

Ora che Netanyahu ( e la sua banda di ministri assatanati e orgogliosi di uccidere i bambini palestinesi) si sentono vicini alla meta della Grande Israele perché dovrebbero fermarsi ? Per accontentare i paesi arabi e gli affari di Donald Trump? 

E perché i vertici di Hamas dovrebbero credere alle promesse di incolumità contenute nel Piano Trump dopo che Israele ha dimostrato di non rispettare niente e nessuno?

 

I paesi arabi, con l'Arabia Saudita in testa, sono assieme a Trump i più interessati a chiudere rapidamente un accordo che ponga fine al genocidio di Gaza. Anche per le tecnocrazie islamiche c'è il rischio che l'odio popolare verso Israele cresca ad un punto tale da rendere impossibile una de-escalation futura e quindi vedono il pericolo che gli Accordi di Abramo sottoscritti in passato vadano completamente in fumo, bruciando centinai a di miliardi di dollari di affari e tangenti.

 

La solidarietà dei paesi arabi verso i palestinesi è sempre stata una questione controversa di opportunità e mercanteggiamenti. Arabia Saudita, Emirati, Giordania, Egitto e Qatar sono riusciti a strappare a Trump la promessa di un piano per Gaza un pò meno cinico e oltraggioso di quello che contemplava la Riviera del Medio Oriente e la deportazione di 2 milioni di palestinesi.

 

Se Hamas accettasse il Piano, anche i paesi arabi ne uscirebbero da protagonisti assieme a Trump.

Se Hamas rifiuta ( o se Netanyahu rende impossibile ad Hamas accettare il piano come già accaduto altre volte) i paesi arabi non avrebbero più modo di contrattare la questione palestinese e rischierebbero di subire i contraccolpi della strategia criminale di Israele per molti decenni e tanti affari andrebbero in fumo.

Per il momento i fanatici musulmani di Hamas si limitano a registrare il mancato recapito del Piano presso i loro rappresentanti. Non sembra un buon inizio.

 

Se Netanyahu accettasse davvero i 21 punti del piano, dando effettive garanzie di rispettarli in futuro, il suo governo cadrebbe in 24 ore, e lui sarebbe costretto a dedicare più tempo ai tribunali in cui è inquisito e accusato di aver preso soldi dal Qatar che finanziava Hamas.

Senza la guerra Netanyahu uscirebbe dalla scena politica israeliana nel giro di pochi mesi e nemmeno Trump riuscirebbe a salvarlo dal giudizio dei tribunali e della storia.

 

Lunedì 29 settembre Trump e Netanyahu hanno un appuntamento a Washington. Fino ad allora il "bellissimo Piano di Trump per Gaza" è uno spot pubblicitario come tanti altri.


 

 

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Date Created: 27/09/2025 16:57:24


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