Il socialista Mamdani vince a New York, Donald Trump ha perso

Zohran Mamdani è il primo sindaco di New York con un programma socialista, laico, multirazziale. proPalestina. Donald Trump sceso in campo in queste elezioni è stato sconfitto sonoramente anche in Virginia e New Jersey

scritto da i_fan >> 05 novembre 2025 Donald Trump New York Politica USA Zohran Mamdani

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Zohran Mamdani è il sindaco di New York

Zohran Mamdani ha vinto le elezioni a sindaco di New York, la città icona degli Stati Uniti d'America e del mondo occidentale. Zohran Mamdani ha vinto in maniera straordinaria, con un programma socialista, democratico, laico, multirazziale, proPalestina, a favore di un'assistenza sociale universale e gratuita, per ridare un futuro alle nuove generazioni.

La vittoria di Zohran Mamdani ha dell'incredibile, eccezionale, memorabile.

 

 

 


Candidato giovane (34 anni) e figlio di immigrati afro-asiatici, Mamdani ha sconfitto prima la nomenclatura corrotta e affaristica del partito democratico rappresentata da Andrew Cuomo e poi ha mobilitato le speranze di giovani, lavoratori, sinceri democratici di ogni tendenza nella prima grande battaglia elettorale contro lo strapotere arrogante di Donald Trump.

Perché il vero sconfitto di queste elezioni è proprio il presidente degli Stati Uniti Trump che si era gettato nella mischia elettorale convinto di far pesare il suo potere e carisma per fermare l'ascesa dello spettro Mamdani.

Che invece ha vinto. Mamdani diventa il sindaco socialista democratico di New York un anno dopo la raggelante vittoria di Trump, e ad un anno dalle prossime elezioni di medio termine.

La vittoria di Mamdani, al cui fianco l'ex presidente Obama ci ha messo la faccia negli ultimi giorni di campagna elettorale,  è un punto di svolta nella politica americana?
E' presto per dirlo, ma certamente la vittoria di Mamdani, rafforzata dalle altre due vittorie democratiche nelle elezioni governative di New Jersey e Virginia, lascia trapelare il malessere della società americana verso le politiche trumpiane, sia in campo economico- sociale, sia nell'immagine internazionale degli USA che Trump ha spostato verso i due criminali di guerra Putin e Netanyahu.


Il programma socialista di Mamdani non è affatto nuovo e sconvolgente: è un ritorno alle politiche sociali di assistenza ed equità applicate dai partiti socialdemocratici e keynesiani a metà dello scorso secolo, prima che diventassero terreno fertile di corruzione, affarismo e ingiustizie.

 Innanzitutto un ritorno alla sensibilità pubblica, alla necessità di proteggere le fasce deboli dall'inflazione, a garantire una casa a costi di affitto accessibili a tutti, trasporti pubblici e asili nido gratuiti, una scuola pubblica e un sistema sanitario decente.

da Marketwatch:

È certamente un problema in città, dove l' affitto medio richiesto è di 3.491 dollari , secondo i dati di Realtor.com. Ciò si traduce nel 55% del reddito familiare medio. Senza dubbio, questo ha portato molti residenti a citare una massima di Jimmy McMillan, attivista politico di lunga data di New York (ed ex candidato sindaco) : "L'affitto è dannatamente alto".

 

Il programma di Mamdani non è il comunismo sovietico, come ha cercato di farlo apparire la destra trumpiana, ma la socialdemocrazia del nord Europa di sessanta anni fa, abbandonata dalle politiche aggressive della destra e della sinistra liberal-affaristica.

Mamdani ha vinto per questi motivi, ha riacceso e riportato al voto le speranze e la rabbia di giovani e anziani, soffocati dalla invivibilità delle diseguaglianze della grande metropoli newyorchese. Da decenni non si vedeva un'affluenza al voto così alta, a dimostrazione che l'astensionismo è figlio dell'impotenza collettiva, della mancanza di rappresentanza politica vera. Se la gente intuisce che il proprio voto può davvero contare, non si tira indietro, non si astiene dall'esprimere la propria scelta. 

 

Donald Trump si trova, per la prima volta dal suo ritorno alla Casa Bianca, in un dilemma perdente.

Se accetta e subisce in silenzio la sconfitta di New York darà l'impressione di essere un perdente, un'idea insopportabile per l'ego smisurato del biscazziere.
Se Trump invece materializza le minacce fatte prima del voto di sospendere i finanziamenti federali alla città di New York darà un ottimo alibi, e motivo di ulteriori proteste, ai sostenitori di Mamdani che potranno indicare il Trump l'artefice dei problemi sociali ed economici della grande metropoli americana.

La prima reazione a caldo del biscazziere è nel suo stile bugiardo: dare la colpa agli altri. "Il fatto che il nome Trump non era sulla scheda elettorale e lo shutdown sono stati i due motivi per cui i repubblicani hanno perso le elezioni staserà, secondo i sondaggisti": lo scrive Donald Trump su Truth commentando l'esito delle elezioni chiave in Usa.

 

Mamdani gli ha ribattuto durante il suo primo discorso dopo la vittoria, invitandolo ad alzare il volume della TV per sentirlo meglio:

Mamdani tauntingly delivers four-word message to Trump: 'Turn the volume up'
By Matt Troutman, New York Post
Mayor-elect Zohran Mamdani tauntingly delivered a defiant message to President Trump during his victory address.

Mamdani said he had four words for a Trump who would surely be watching the socialist's speech: "Turn the volume up."

 

Zohran Mamdani primo sindaco socialista di New York

 

Nel giorno della vittoria di Mamdani, lo shutdown che sta bloccando l'apparato amministrativo federale di tutta l'America da oltre un mese ha segnato il record storico di durata.
L'America è bloccata dalla pretesa arrogante di Trump e dei repubblicani di non negoziare la politica di bilancio con i democratici e di smantellare le spese sociali dei programmi precedenti.

La vittoria di Mamdani a New York è un enorme campanello d'allarme per l'establishment repubblicano che ora dovrà negoziare la fine dello shutdown da posizioni di debolezza, ridimensionando lo strapotere di Trump.

Il media trumpiano per eccellenza Fox News analizza a modo suo la sconfitta di Trump:


Il presidente Donald Trump non era presente sulla scheda elettorale, ma i repubblicani hanno ereditato una situazione difficile dall'amministrazione Biden. La maggior parte degli elettori ritiene che l'economia rimanga debole e che siano bloccati in una spirale inflazionistica, che potrebbe essere inferiore a quella registrata sotto Biden, ma che rimane comunque la loro principale preoccupazione.

La cosa interessante è che le attuali preoccupazioni in materia di inflazione e di accessibilità economica derivano dalla spesa eccessiva di un'amministrazione democratica. Eppure, il sindaco eletto di New York,  Zohran Mamdani , un candidato che propone un'elevata tassazione e una spesa elevata, sostiene che risolverà il problema con un numero maggiore di politiche simili, portate all'estremo.

È stata la spesa massiccia in programmi "gratuiti" non necessari a causare l'impennata dei prezzi – improbabile che sia la cura – ma i Democratici non sembrano pagarne il prezzo. Gli elettori sembrano credere che ulteriori elargizioni governative siano la soluzione, perdendo di vista il fatto che tali politiche hanno creato gli stessi problemi che ora si trovano ad affrontare.

New York City intraprenderà il suo esperimento socialista e la domanda è come andrà a finire.

 

La vittoria di Mamdani rappresenta anche una sconfitta profonda per le componenti del partito democratico che da anni bloccano il rinnovamento per difendere apparati, privilegi e idee sempre più distanti dai bisogni popolari. 


L'establishment democratico ha dovuto ingoiare il rospo Mamdani quando ha sconfitto Cuomo alle primarie e ora si ritrova con una problematica vittoria i cui riflessi daranno una spinta ulteriore al rinnovamento contro i cupi burocrati del partito. 

Anche per questo la vittoria del socialista Mamdani è storica e memorabile.

 

(in aggiornamento)

 



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