Gli ostaggi vivi sono stati liberati da Hamas e restituiti alle loro famiglie.
Gran parte degli ostaggi morti sono sepolti da montagne di macerie, inaccessibili per molto tempo, ma Israele li usa come pretesto per rompere la tregua fragile, quella che Donald Trump ha pomposamente chiamato Pace 2025 per assicurarsi il nobèl 2026.
Le condizioni necessarie per passare dalla fase 1 alla fase 2 degli accordi di Sharm el Sheikh sono la restituzione di tutte le salme degli ostaggi uccisi - da Hamas o dalle bombe israeliane - e il disarmo di quel che resta delle milizie palestinesi a Gaza.
La prima condizione richiede tempo ma probabilmente sarà lo stesso Trump a riconoscere che Hamas non può restituire ciò che non ha, perché i corpi sono dispersi tra ciò che Israele ha distrutto, compresi i cadaveri di migliaia di palestinesi uccisi dalle IDF e introvabili, i "dispersi" in gergo tecnico.
La seconda condizione - quella che prevede il totale disarmo di Hamas come preludio alla successiva resa delle milizie con garanzia dell'amnistia o dell'esilio in Egitto - la seconda condizione invece è ben più semplice sulla carta ma non si realizzerà mai, o comunque nessuno potrà mai accertare o garantire che Hamas sia stata davvero disarmata.
Perché?
Perché Hamas possiede un'arma segreta, quella che gli ha permesso di resistere per due anni al più feroce e massiccio bombardamento della Storia per numero di bombe in uno spazio ristretto e sovraffollato, un'arma che consente ad Hamas di reclamare la vittoria su Israele, almeno su quello politico se non sul piano militare.
L'arma segreta di Hamas - segreta non perché non se ne conosca l'esistenza ma perché non si sa dove sia - si chiama Tunnel, una struttura misteriosa ed estesa - qualcuno dice per centinaia e centinaia di chilometri - costruita in 20 anni di lavoro con il denaro dei paesi amici, Qatar in primis, ma con un ingegno straordinario che nemmeno il Mossad è riuscito mai a comprendere fino in fondo.
Hamas leader Khaled Meshal described the motivation behind the construction of the tunnel network as a response to Israel’s greater military capabilities: “In light of the balance of power which shifted towards Israel, we had to be creative in finding innovative ways. The tunnels were one of our innovations. As they say, necessity is the mother of invention.”27 In addition, at a March 2014 rally in Gaza, Hamas leader Ismail Haniyeh announced:
“The tunnels we are inaugurating today are the new Hamas strategy in the war against Israel--the strategy of the tunnels. From belowground and aboveground, you, the occupiers, will be dismissed. You have no place in the land of Palestine...What the resistance forces are preparing secretly for the next confrontation with Israel is beyond imagination for Israel.”The tunnels have thus also been touted by Hamas leadership as the secret to their successful attacks and their new strategic warfare.
Indeed, a document that was disseminated to other Palestinian factions, describing the purpose of the tunnels, claimed that the tunnels would pose an unprecedented challenge.
Se Hamas è diventato il tragico protagonista della storia di Gaza lo si deve soprattutto all'arma dei Tunnel e al segreto che accompagna la loro costruzione.
Tecnicamente un tunnel è uno scavo più o meno profondo, più o meno largo, più o meno lungo, nel sottosuolo. Il tunnel è un luogo in cui nascondersi per più o meno tempo, per viverci o per spostarsi da un luogo all'altro, per immagazzinare cibo e armi, o per nascondere prigionieri, eccetera eccetera.
Qualsiasi uso si faccia di un tunnel scavato nel sottosuolo, c'è un aspetto comune: qualcuno - chi lo ha ideato e costruito - deve avere la possibilità di entrare ed uscire dal tunnel e di impedire che eventuali nemici scoprano ingressi ed uscite dal tunnel.
Un obiettivo difficile da realizzare in condizioni normali, che diventa impossibile se si pensa che decine di migliaia di soldati israeliani che hanno invaso e occupato Gaza dopo la strage terroristica del 7 ottobre 2023 dotati delle apparecchiature più sofisticate e potenti per scandagliare il sottosuolo o per fotografare e sorvegliare con i droni ogni metro quadrato del territorio non sono riusciti ad annientare i Tunnel.
Come è stato possibile entrare ed uscire dai tunnel di Gaza, per quanto piccolo e mimetizzato fosse il buco di accesso, senza che nessuno se ne potesse accorgere in due lunghi anni!!
Eppure Hamas ci è riuscita. Molti tunnel sono stati individuati e distrutti, seppellendo chiunque ci fosse dentro, anche a 30 o cinquanta metri di profondità. Ma molti tunnel - forse la maggior parte - sono sfuggiti all'individuazione, rimanendo perfettamente agibili ai miliziani per nasconderci gli ostaggi, le armi e i viveri.
Grazie ai tunnel - chiamati "Gaza Subway" - migliaia di miliziani di Hamas si sono spostati indisturbati, hanno nascosto gli ostaggi, e sono usciti per tendere imboscate micidiali alle truppe israeliane. Centinaia di soldati delle IDF sono stati uccisi con la tecnica dell'agguato dai tunnel.
Quando Hamas ha acconsentito alla liberazione degli ostaggi ha dovuto compiere alcune attività per nulla scontate: ha dovuto comunicare con chi era nel sottosuolo, e lo ha fatto non con il telefono, ma con una rete di affiliati di cui solo una piccola parte poteva essere a conoscenza degli accessi, ha dovuto trasferire gli ostaggi dal punto di uscita al punto di consegna senza far rilevare il "buco".
Israele ha perso la guerra di Gaza - perché è chiaro a tutti che non ha di certo vinto - perché non è riuscita a capire la struttura dei tunnel, la logica costruttiva che li rende inaccessibili.
Se Israele avesse potuto individuare i tunnel avrebbe liberato gli ostaggi ponendo fine al ricatto di Hamas e senza dover radere al suolo le abitazioni di 2 milioni di Gazawi facendo 100mila morti e evitando che si scatenasse la reazione dell'opinione pubblica mondiale contro gli ebrei.
Israele invece ha dovuto impiegare 2 anni per ottenere la liberazione degli ostaggi senza aver distrutto Hamas, ma trovandosi completamente isolata e odiata da ogni consesso civile non ebraico. Se le macerie di Gaza richiederanno decenni per essere rimosse e ricostruite, altrettanti anni passeranno affinché il mondo possa dimenticare i crimini e gli orrori israeliani contro i palestinesi di Gaza.
Negli occhi e nelle menti dei bambini costretti alla fame quelle immagini non scompariranno mai e si tramanderanno per generazioni.
Gran parte di tutto questo è stato possibile tecnicamente perché Hamas aveva (ed ha ancora) i tunnel mentre Israele ha le bombe, i missili, i droni, i carri armati, Lavender, e ogni altro genere di tecnologia sofisticata.
I tunnel sono stati l'arma segreta di Hamas, e lo saranno ancora nel futuro.
Immaginiamo le due possibili ipotesi a breve termine:
1 - Israele si accontenta di quanto ottenuto con la prima fase del "Piano Trump". Riceve da Hamas un quantitativo di armi a dimostrazione dei aver adempiuto al disarmo richiesto dagli accordi, ma non ha alcun modo per verificare quante altre armi restino nascoste e immagazzinate nei tunnel segreti di Hamas, mentre Hamas mantiene la propria presenza fisica armata a Gaza. Grazie ai tunnel Hamas potrà attingere alle armi necessarie per imporre il suo "ordine" su Gaza e su chiunque voglia intromettersi nel suo governo.
2 - Israele NON si accontenta o non crede alle promesse di Hamas - cerca un pretesto per rioccupare tutta la Striscia e continuare i massacri e il blocco degli aiuti umanitari - e inizia una nuova fase dell'occupazione "senza gli ostaggi", non più motivata dalla liberazione degli ostaggi ma dal semplice annientamento di Hamas e dall'annessione di Gaza (e Cisgiordania).
Questa seconda ipotesi espone Israele ad una rabbia ancora maggiore da parte dell'opinione pubblica mondiale, mette in imbarazzo il "governatore del Medio Oriente" Donald Trump, ma secondo Netanyahu sarebbe giustificata dalla necessità di "finire il lavoro".
Ma qui entra di nuovo in scelta l'arma segreta di Hamas ovvero il Tunnel dentro il quale l'organizzazione militare può rinchiudersi e sopravvivere per molti lunghi mesi, sapendo che il tempo gioca a proprio favore e contro Israele.
Se Netanyahu, rompendo la tregua, riuscisse a intercettare in pochi giorni la rete di tunnel ancora intatti nel sottosuolo di Gaza e a distruggerli tutti, costringendo Hamas ad una vera resa o disfatta, allora potrebbe dichiarare di aver vinto.
Ma se i tunnel restano inviolabili e inaccessibili e segreti come lo sono stati per due anni, allora la continuazione della guerra da parte di Israele sarebbe un'altra grave e totale sconfitta.
"I tunnel costruiti dal gruppo militante Hamas potrebbero rappresentare una delle sfide più grandi per l' esercito israeliano qualora decidesse di lanciare un'invasione via terra della Striscia di Gaza .
Al di fuori delle strutture sotterranee della Corea del Nord , Hamas, classificata come organizzazione terroristica dagli Stati Uniti, dall'Unione Europea e da altri, gestisce probabilmente la più grande rete di tunnel del mondo.
"La portata della sfida a Gaza, dove centinaia di chilometri di tunnel si intersecano sottoterra nell'enclave, è del tutto unica", ha scritto in un articolo questa settimana John Spencer, presidente degli studi sulla guerra urbana presso il Modern War Institute, parte dell'Accademia Militare degli Stati Uniti di West Point . "Questo vasto complesso sotterraneo è il problema perverso, per il quale non esiste una soluzione perfetta, che attende le forze di terra israeliane".
Gli esperti affermano che i tunnel complicheranno ulteriormente uno scenario di combattimento già complesso e difficile.
"I tunnel permettono ai combattenti di spostarsi tra una serie di posizioni di combattimento in modo sicuro e libero", ha spiegato Spencer. "In breve, i tunnel sono un ottimo strumento di livellamento, neutralizzando i vantaggi di Israele in termini di armamenti, tattiche, tecnologia e organizzazione".
"Oltre ai pericoli derivanti dall'impossibilità di distinguere tra obiettivi militari e civili, cosa che è obbligatoria secondo il diritto internazionale, [l'esercito israeliano] deve affrontare i problemi del territorio urbano, che sostanzialmente può essere descritto come un combattimento in tre dimensioni", ha aggiunto Mike Martin, specialista in psicologia della guerra al King's College di Londra.
"Quindi ci saranno persone che ti spareranno dall'alto, dai palazzi; e poi, ovviamente, da sottoterra... E ovviamente, se distruggi un edificio, questo diventerà un cumulo di macerie, che diventerà un posto molto facile da difendere e da cui qualcuno potrà risponderti al fuoco", ha detto a DW. "Quindi, in realtà, il terreno urbano è il terreno più difficile che un esercito possa affrontare."
Alla scoperta dei tunnel di Hamas
... Probabilità di successo?
John Spencer di West Point, uno dei fondatori dell'International Working Group on Subterranean Warfare, ha sottolineato di non aver mai visto nessun'altra forza militare svolgere così tanto lavoro preparatorio sulla guerra nei tunnel come l'esercito israeliano.
Tuttavia, Richemond-Barak, un'altra fondatrice dell'International Working Group on Subterranean Warfare, ha espresso preoccupazione. "Israele dovrebbe impegnarsi in un'operazione aerea e terrestre prolungata ed estesa per degradare questa infrastruttura sotterranea", ha scritto in un articolo per il quotidiano britannico Financial Times , pubblicato questo mese.
L'esercito israeliano potrebbe crollare, allagare o comunque distruggere e sigillare i tunnel, ma ciò sarebbe molto difficile, soprattutto sotto attacco nel contesto urbano, e potrebbero volerci mesi. "Anche in uno scenario del genere – che comporterebbe un costo umano impensabile – è improbabile che l'intera rete di tunnel di Gaza venga distrutta", ha osservato l'esperto di guerra sotterranea.
Anche Mike Martin, esperto del Kings College, ritiene che i tunnel rappresenteranno una sfida enorme.
"Ci sono un sacco di cose intelligenti con i radar e l'intelligence sismica che si possono usare [per individuare i tunnel]", ha detto a DW. "Ma vorrei solo mettere in guardia su una cosa. C'è chiaramente una lacuna nell'apparato di raccolta dati israeliano. Hanno completamente perso un attacco di queste dimensioni", ha detto, riferendosi all'incursione di Hamas del 7 ottobre, in cui sono state uccise oltre 1.200 persone.
"E questo ci dice davvero che hanno dei punti ciechi... e mi sembra che se Israele ha questa lacuna nell'intelligence umana, non saprà davvero cosa intende fare Hamas, come intende difendere Gaza o quali sono i suoi piani futuri. Quindi mi sembra che ci siano dei grandi punti interrogativi su ciò che Israele sa e non sa", ha concluso Martin.
i. fan.
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Date Created: 16/10/2025 09:22:01