La Strategia di Trump coincide con quella di Putin
Dopo la pubblicazione del "National Security Strategy of the United States of America", Federico Rampini sul Corriere della Sera analizza la strategia trumpiana, evidenziandone le ragioni e le debolezze, concludendo: Kissinger fu segretario di Stato di un presidente repubblicano molto anti-europeo, Nixon; però avrebbe condannato il documento di Trump come un autogol: indebolisce gli amici dell’America e rafforza i suoi nemici.
E' una riflessione che accomuna molti osservatori, europei ma anche americani, e rappresenta una sorta di autoconsolazione per coloro che si oppongono da entrambe le sponde dell'oceano Atlantico alla preoccupante e scandalosa involuzione del quadro politico americano.
Se la strategia di Trump è un autogol è probabile che sia destinata a fallire e quindi perché preoccuparsi più di tanto?
Certo, causerà qualche disastro, costringerà l'Ucraina ad ingoiare una resa avvelenata sotto il ricatto di azzerare ogni sostegno ma i contraccolpi della strategia di Trump ne causeranno il fallimento.
Basterà avere pazienza e continuare senza farsi intimidire.
Magari, ma purtroppo non è così. La strategia trumpiana e della destra sovranimperialista americana è destinata ad avere un impatto catastrofico per l'Europa e per altre aree del mondo.
La National Security Strategy è il documento che dà inizio o legittima una nuova spartizione delle zone di influenza con aspetti operativi immediati. Basti pensare a quanto sta accadendo attorno all'esito dell'invasione in Ucraina: la presunta trattativa di pace gestita dagli Stati Uniti è una palese manovra di emarginazione dell'Europa che passa attraverso la resa di Kyiv e il riconoscimento delle pretese e degli interessi di Putin.
Il capitolo della strategia di sicurezza dedicato all'Europa è infatti una sfacciata propaganda a favore dei partiti e movimenti che in Europa sostengono le tesi filorusse, non solo rispetto all'Ucraina ma anche sul terreno dei valori morali, economici, demografici.
I funzionari americani si sono abituati a considerare i problemi europei in termini di insufficiente spesa militare e stagnazione economica. In parte è vero, ma i veri problemi dell’Europa sono ancora più profondi. L’Europa continentale ha perso quota del PIL globale: dal 25 percento nel 1990 al 14 percento oggi, in parte a causa di regolamentazioni nazionali e transnazionali che minano la creatività e l’impegno. Ma questo declino economico è oscurato dalla prospettiva reale e più drammatica della cancellazione civile.
Le questioni più grandi che l’Europa deve affrontare comprendono le attività dell’Unione Europea e di altri organismi transnazionali che minano la libertà politica e la sovranità, le politiche migratorie che stanno trasformando il continente e causando conflitti, la censura della libertà di parola e la soppressione dell’opposizione politica, il tracollo delle nascite e la perdita delle identità nazionali e della fiducia in sé stessi. Se le tendenze attuali continueranno, il continente sarà irriconoscibile in 20 anni o meno. Pertanto, non è affatto scontato che alcuni paesi europei avranno economie e forze armate sufficientemente solide da rimanere alleati affidabili. Molte di queste nazioni stanno attualmente raddoppiando gli sforzi lungo il loro percorso attuale. Vogliamo che l’Europa rimanga europea, che riacquisti la fiducia nella propria civiltà e che abbandoni il suo fallimentare focus sulla soffocante regolamentazione. Questa mancanza di fiducia in sé stessi è più evidente nel rapporto dell’Europa con la Russia.
Gli alleati europei godono di un significativo vantaggio di potenza militare rispetto alla Russia secondo quasi tutte le misure, ad eccezione delle armi nucleari. A seguito della guerra della Russia in Ucraina, le relazioni europee con la Russia sono ora profondamente attenuate, e molti europei considerano la Russia una minaccia esistenziale. Gestire le relazioni europee con la Russia richiederà un significativo impegno diplomatico degli Stati Uniti, sia per ristabilire condizioni di stabilità strategica su tutta la massa terrestre eurasiatica, sia per mitigare il rischio di conflitto tra la Russia e gli stati europei. È un interesse fondamentale degli Stati Uniti negoziare una cessazione rapida delle ostilità in Ucraina, al fine di stabilizzare le economie europee, prevenire un’escalation o un’espansione involontaria della guerra, ristabilire la stabilità strategica con la Russia, oltre a consentire la ricostruzione post-bellica dell’Ucraina per garantire la sua sopravvivenza come stato vitale.
La guerra in Ucraina ha avuto l'effetto perverso di aumentare le dipendenze esterne dell'Europa, in particolare della Germania. Oggi, le aziende chimiche tedesche stanno costruendo alcuni dei più grandi impianti di lavorazione del mondo in Cina, utilizzando gas russo che non possono ottenere a casa. L'Amministrazione Trump si trova in contrasto con i funzionari europei che nutrono aspettative irrealistiche per la guerra, sostenute da governi di minoranza instabili, molti dei quali calpestano i principi fondamentali della democrazia per sopprimere l'opposizione. Una larga maggioranza europea desidera la pace, ma questo desiderio non si traduce in politiche concrete, in gran parte a causa della sovversione dei processi democratici da parte di quei governi. Ciò è strategicamente importante per gli Stati Uniti proprio perché gli stati europei non possono riformarsi se sono bloccati in una crisi politica. Eppure l'Europa rimane strategicamente e culturalmente vitale per gli Stati Uniti. Il commercio transatlantico resta uno dei pilastri dell'economia globale e della prosperità americana. I settori europei, dalla manifattura alla tecnologia fino all'energia, restano tra i più robusti al mondo. L'Europa ospita ricerche scientifiche all'avanguardia e istituzioni culturali di livello mondiale. Non solo non possiamo permetterci di ignorare l'Europa—farlo sarebbe controproducente per ciò che questa strategia mira a realizzare. La diplomazia americana dovrebbe continuare a sostenere la vera democrazia, la libertà di espressione e le celebrazioni senza compromessi del carattere e della storia individuale delle nazioni europee. L'America incoraggia i suoi alleati politici in Europa a promuovere questa rinascita di spirito, e la crescente influenza dei partiti patriottici europei dà effettivamente motivo di grande ottimismo. Il nostro obiettivo dovrebbe essere aiutare l'Europa a correggere la sua traiettoria attuale.
Avremo bisogno di un'Europa forte per aiutarci a competere con successo e per lavorare insieme a noi per evitare che qualsiasi avversario domini l'Europa. L'America è, comprensibilmente, legata sentimentalmente al continente europeo—e, naturalmente, alla Gran Bretagna e all'Irlanda. Il carattere di questi paesi è anche strategicamente importante perché contiamo su alleati creativi, capaci, sicuri e democratici per stabilire condizioni di stabilità e sicurezza. Vogliamo lavorare con paesi allineati che vogliono recuperare la loro antica grandezza.
Nel lungo termine, è più che plausibile che entro pochi decenni al più tardi, alcuni membri della NATO diventino a maggioranza non europea. Pertanto, resta aperta la questione se vedranno il loro posto nel mondo, o la loro alleanza con gli Stati Uniti, allo stesso modo di coloro che hanno firmato la carta NATO. La nostra politica generale per l'Europa dovrebbe dare priorità:
• Ristabilire condizioni di stabilità all'interno dell'Europa e di stabilità strategica con la Russia; • Consentire all'Europa di stare in piedi e operare come un gruppo di nazioni sovrane allineate, assumendosi la responsabilità primaria della propria difesa, senza essere dominata da alcuna potenza avversaria;
• Coltivare la resistenza all'attuale traiettoria europea all'interno delle nazioni europee;
• Apertura dei mercati europei ai beni e servizi statunitensi e garanzia di un trattamento equo per i lavoratori e le imprese statunitensi;
• Rafforzare le nazioni sane dell'Europa centrale, orientale e meridionale attraverso legami commerciali, vendita di armi, collaborazioni politiche e scambi culturali ed educativi;
• Porre fine alla percezione, e prevenire la realtà, della NATO come un'alleanza in continua espansione; e
• Incoraggiare l'Europa ad agire per combattere la sovracapacità mercantilista, il furto tecnologico, lo spionaggio informatico e altre pratiche economiche ostili.
Putin e Trump appoggiano gli stessi partiti e le stesse visioni politiche, allo stesso modo in cui due cosche mafiose, storicamente contrapposte, si alleano per farne fuori una terza, che gestisce una zona di interessi appetibili e strategicamente importanti. I "vincenti" contro i "perdenti".
L'amministrazione Trump rinnova le critiche all'Europa perché non chiude le frontiere all'immigrazione, perché sostiene politiche ambientaliste, perché spende troppo per il welfare e poco per la sicurezza, perché censura i movimenti di estrema destra ovvero impedisce ai Salvini, Farage, Orban, AfD &C, di andare al potere facendo fuori gli attuali burocrati, centristi e socialdemocratici.
Nelle guerre tra bande mafiose, quelle che puntano a conquistare una nuova zona di influenza in genere preferiscono infiltrarsi dentro la cosca avversaria convincendo alcuni picciotti a tradire i vertici storici per passare dalla parte del più forte, cioè le "famiglie vincenti".
Se la manovra dall'interno non funziona, si ricorre alle maniere forti, alle stragi, alle guerre, per poi sedersi attorno ad un tavolo e ridisegnare la nuova mappa del potere.
Il documento americano è l'esplicitazione di una strategia mafiosa in cui Trump-Padrino detta alle altre "famiglie" le condizioni per disegnare la nuova mappa dei traffici e delle influenze.
L'Emisfero Occidentale è mio.
Le prime reazioni entusiastiche da parte della Russia di Putin sono significative: la proposta di Trump di una alleanza russo-americana per convincere l'Europa ad adeguarsi alla spartizione dei business tecnologici ed energetici rappresenta una minaccia immediata ed esplicita. Le regole, sia in Ucraina che nel resto d'Europa, le dettano Washington e Mosca, e Bruxelles le può solo osservare.
Il visionario Elon Musk , come al solito, si spinge oltre e annuncia l'intensificarsi della propaganda a favore dei partiti europei sovranisti e anti-UE.
Secondo gli strateghi del MAGA il nemico da sconfiggere è l'Europa, che di colpe ne ha sicuramente tante ma non quante la metà di quelle cinesi o russe. Ma Russia e Cina, secondo il Padrino Trump, sono "famiglie rispettabili" con cui si può trovare un modo per fare buoni affari nei rispettivi Emisferi, mentre con questa Europa no.
Come nei film che raccontano le guerre di mafia, da Al Capone al Padrino, prima o poi cominciano a parlare i mitra, gli agguati, le stragi, le bombe, e tutto all'improvviso cambia, nei rapporti di forza e nelle nuove mappe del potere.
L'amico più fidato del presidente americano oggi è il dittatore russo Putin e il documento di Trump non è un autogol bensì un patto di ferro con il suo miglior amico, il boss a capo di una potente "famiglia" con il più grande arsenale nucleare sul pianeta Terra.
E Donald Trump Padrino, con un sospiro cinico e beffardo ci dirà che ci aveva avvisati, ma che non abbiamo voluto ascoltare i suoi generosi consigli e nemmeno accettare le proposte "che non si possono rifiutare".