E' la primavera che precede l'orribile attacco di Hamas del 7 ottobre 2023.
Sulle spiagge di Gaza si va per prendere il sole e la brezza marina della riviera, in una cornice di serenità semplice e autentica.
Mariam e Ghaith si fanno scattare una foto, sereni e affettuosi, come solo una madre con un figlio adorato possono essere.
Mariam Abu Dagga è già una giornalista, cresciuta a Gaza in un alternarsi di distruzioni e periodi di tranquillità, ma dopo il 7 ottobre capisce che la vita sua e di suo figlio non saranno mai più quelle di prima.
Mariam teme e presagisce la sua fine, dopo aver visto e documentato la strage di migliaia di madri e dei loro bambini, centinaia di giornalisti fatti bersaglio da Israele per intimidire la verità.
Mariam Abu Dagga, giornalista di Associated Press, è stata uccisa assieme a Hossam al Masri, Mohammed Salama, Moaz Abu Taha e Ahmed Abu Aziz in quello che diventerà uno dei crimini più simbolici del genocidio di Gaza.
L'esercito di Israele che spara contro un reporter che documenta i bambini affamati curati nell'ospedale al Nasser di Khan Yunis uccidendolo, e aspetta che arrivino altri reporter e soccorritori per sparare di nuovo e uccidere.
Tra questi c'è anche Mariam, e le sue parole scritte al figlio dodicenne Ghaith immaginando che un giorno sarebbe stata anche lei uccisa diventano il manifesto morale e politico di tutta la Palestina, una forza interiore che nessun carro armato, nessuna bomba o missile potrà distruggere negli anni a venire.
"Ghaith, cuore e anima di tua madre,
ti chiedo di non piangere per me, ma di pregare per me,
così che io possa restare serena.
Voglio che tu tenga la testa alta,
che studi,
che tu sia brillante e distinto,
e che diventi un uomo che vale, capace di affrontare la vita,
amore mio.
Non dimenticare
che ho fatto di tutto per renderti felice, a tuo agio e in pace,
e che tutto ciò che ho fatto era per te.
Quando crescerai, ti sposerai
e se avrai una figlia, chiamala Mariam come me"
Credo che le parole di Mariam ci portano con una forza incredibile al centro della questione palestinese.
Perché a Gaza e in Cisgiordania vivono e soffrono centinaia di migliaia di madri come Mariam che hanno uno o più figli a cui hanno trasmesso un messaggio di amore e di forza, di serenità e speranza, pur nella immane tragedia che stanno vivendo.
Le parole di Mariam Abu Dagga sono più potenti delle bombe di Netanyahu e Trump.
Mariam Abu Dagga e suo figlio Ghaith hanno la Palestina nei loro occhi.
L'ultimo post di Mariam sui social media, pubblicato domenica pensando alle madri palestinesi che seppelliscono i loro figli:
"Quando vedi la polvere che ricopre la cosa più preziosa che possiedi, è allora che ti rendi conto di quanto sia insignificante la vita".
Mariam ha visto e documentato migliaia di corpi ricoperti dalla polvere delle macerie dopo i bombardamenti. Migliaia di madri, migliaia di figli, in un cerchio di dolore che spezza il desiderio di vivere.
Mariam non ce l'ha fatta, ma almeno non ha visto la polvere ricoprire il suo Ghaith.
Sarà lui che dovrà conservare e tenere viva l'immagine di un bambino e di sua madre che erano felici a Gaza.
L'immagine di una speranza che non muore, tenuta per mano da milioni di persone in tutto il mondo, l'immagine di una Palestina che può liberarsi dall'orrore netanista.
i fan
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Date Created: 26/08/2025 17:05:17