"Scambi di territori", truffa di Trump per regalare Ucraina a Putin


Trump non sanziona Putin ma lo incontrerà in Alaska per siglare l'accordo truffa di "scambi di territori" contro Ucraina ed Europa

Trump - Putin in Alaska il 15 agosto
Trump - Putin in Alaska il 15 agosto


i fan - 9 Agosto 2025 ID: 4912


Trump non sanziona Putin e riprende in giro Zelensky e l'Europa.

 

"Beh, stiamo guardando un territorio che è stato conteso per tre anni e mezzo... Quindi lo stiamo esaminando, ma in realtà stiamo cercando di riprenderci qualcosa", ha detto Trump durante una conferenza stampa insieme ai leader di Armenia e Azerbaigian.

"Alcuni scambi, è complicato". "Recupereremo qualcosa. Ne scambieremo alcuni. Ci saranno alcuni scambi di territori, a vantaggio di entrambi", ha aggiunto Trump.

 

Zelensky: «Non regaleremo la nostra terra ai russi»
«Gli ucraini difendono ciò che è loro. Ovviamente, non daremo alla Russia nessuna ricompensa per quello che ha fatto. La risposta alla questione territoriale ucraina è già nella Costituzione dell'Ucraina. Gli ucraini non regaleranno la loro terra all'occupante»: lo scrive su Telegram il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky.

 

 

Senza aver "sparato" neanche un minuto di sanzioni nei confronti della Russia, Donald Trump ha annunciato di aver completato la sceneggiatura della truffa ai danni dell'Ucraina per regalare i territori occupati da Putin e far finta di chiudere la guerra di invasione in modo da poter riammettere la Russia nel giro degli scambi commerciali diplomatici e finanziari di cui il criminale russo ha bisogno.

 

Nessuno sano di mente credeva davvero alle minacce di Trump contro la Russia se "non avesse fermato i missili su Kyiv" entro l'8 agosto.


Quelle minacce servivano soltanto ad accreditare la falsa immagine di un Trump neutrale nel mediare i negoziati di tregua tra Zelenzky e Putin, mentre invece il biscazziere americano ha sempre continuato ad agire negli interessi primari del Cremlino che da 20 anni lo manovra come un pupazzo in maniera imbarazzante.

 

Prima dello scadere del "penultimatum" il fido maggiordomo Witkoff aveva ottenuto dall'amico Putin la promessa di incontrare Trump entro pochi giorni per completare un "accordo" sull'Ucraina.

 

L'incontro ci sarà, il 15 agosto in Alaska, e sarà uno spettacolo di mani strette, di sorrisi e sguardi spasimanti, di idiozie bugiarde per coprire l'esito scontato: Putin torna in auge da vincitore, il suo agente "Krasnov Trump" ha compiuto la missione affidatagli con solo qualche mese di ritardo sulla tabella di marcia, ma del resto l'impresa era ai limiti dell'impossibile e anche i criminali devono imparare a portare pazienza.

 


Zelensky è con le spalle al muro, e non avrà altra scelta che adeguarsi all'accordo Trump-Putin o in alternativa andare incontro ad una sconfitta ancora più pesante, perché Trump gli toglierà qualsiasi aiuto militare, il supporto logistico e di intelligence, dando via libera all'esercito russo di invadere altre regioni dell'Ucraina e seppellire Kyiv sotto una pioggia di missili e droni senza nessuno scudo americano.

 

Il Pentagono potrebbe dirottare alcune armi destinate all'Ucraina verso le scorte statunitensi, riporta la CNN


Gli europei saranno minacciati e "convinti" da Trump a non intromettersi, per non rovinare la festa di Putin.

 

Lo scenario "meno peggiore" per Zelensky prevede che lo "scambio di territori" implichi la concessione del Donbass (anche le province non occupate dai russi) e della Crimea in cambio della ritirata russa dagli oblast di Zaporyzhye e di Kherson.

 

Territorio ucraino scambiato con territorio ucraino! 

 

Resta un fitto mistero il nodo della adesione dell'Ucraina alla NATO, un particolare non insignificante sia per Zelensky che per gli europei.

Senza l'ombrello NATO su Kyiv la vittoria di Putin regalatagli da Trump diventerebbe schiacciante e l'umiliazione per Zelensky e i leader europei diventerebbe insopportabile.

 

Le apparenti concessioni di Putin per salvare la faccia di Trump sarebbero lautamente compensate dall'azzeramento di tutte le sanzioni dell'era Biden, ad iniziare dalla riammissione della Russia nel sistema finanziario internazionale, che per Putin sarebbe una enorme boccata di ossigeno in un momento di grande difficoltà economica.

 

 


 


in aggiornamento


 

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Date Created: 09/08/2025 08:52:03


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