Scandalo Epstein, la strana morte di Brunel e Rodriguez (3)

Due personaggi collegati a Epstein finiscono in carcere e muoiono, Brunel viene "suicidato" e Rodriguez "ammalato". 2 di una lunga serie

scritto da i_fan >> 13 dicembre 2025 Caso Epstein scandalo Trump Epstein

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Scandalo Epstein Trump, oltre le foto ci sono tanti strani morti

Una valanga di oltre novantamila files (foto, video e altro) estratti dagli archivi personali di Jeffrey Epstein e consegnati alla Commissione di Vigilanza del Congresso USA sta per abbattersi sui mass media di tutto il mondo.

Da quando Donald Trump ha fatto capire di voler insabbiare il caso Epstein, la curiosità e la rincorsa alla pubblicazione di reperti "piccanti" collegati al biscazziere della Casa Bianca sono diventati irrefrenabili.

A pensarci bene però, tutta questa grande mole di immagini ripetitive e abbastanza scontate ormai rischiano di far deviare il corso della verità sullo scandalo Epstein e in particolare il ramo che riguarda i rapporti tra Donald Trump, Jeffrey Epstein e Maxwell Ghislaine (recentemente "omaggiata"  da Trump per il suo silenzio con una carcerazione soft resort style).

La verità dello scandalo Epstein, che coinvolge l'elìte mondiale della depravazione maschile al Potere, non riguarda solo i crimini di pedopornografia, violenze sessuali, tratta di schiave minorenni e traffici sessuali di vario genere. 
Questi crimini, gravi e ripetuti nel corso di quasi 30 anni, sono stati contornati da altri reati di pari gravità, tra cui, a titolo di esempio, quelli di natura finanziaria (riciclaggio di denaro sporco), quelli di influenze politiche illecite, ricatti e spionaggio, fino ai reati più gravi ma sottaciuti e di cui nessuno pare abbia voglia di occuparsi: i "suicidi" strani ovvero gli omicidi evidenti sia di Jeffrey Epstein che di altri personaggi - vittime o collaboratori - che a vario a titolo hanno intersecato la vicenda di Epstein.

Non si tratta di sottigliezze investigative, ma di casi dal grande risvolto politico e mediatico.

Basta considerare ad esempio la posizione di Donald Trump. Immagini, documenti, testimonianze costringono il biscazziere della Casa Bianca a vedere l'immagine di Epstein associata alla sua.
Il recente flusso di foto, di preservativi in casa Epstein con l'effige di Trump, la foto di gruppo con le modelle ecc -  rafforza l'idea che Trump abbia fatto parte del giro di Epstein. Ma tutto questo gli americani - soprattutto quelli che adorano il maschio Trump - sono disposti a perdonarlo (errori di gioventù) o a dimenticarlo (ci sono problemi più importanti), a patto però che non ci siano cose "più gravi" nella vicenda Epstein.

E nulla può essere più grave di assassinare i testimoni scomodi o le vittime dei traffici di Epstein e dei suoi potenti clienti.

Joe Recarey, il detective della polizia di Palm Beach che ha guidato le prime indagini su Epstein fino al 2011 e ha spinto i funzionari a indagare (ma poi tutto venne edulcorato da un patteggiamento guidato da un avvocato che poi fu premiato durante il primo mandato Trump), è morto il 25 maggio 2018, dopo una breve malattia, all'età di 50 anni.

 

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Lo stesso Epstein in fondo è stato ucciso, non si è suicidato, ucciso per impedirgli di parlare, ricattare, raccontare.

Lo cosa scandalosa è che le autorità investigative americane, per ordine di qualcuno abbiano frettolosamente chiuso le indagini sul "suicidio" di Epstein. 

E chi era al potere nell'agosto del 2019 quando Epstein è stato suicidato? Chi era a capo della FBI o della Sicurezza Nazionale, o del Dipartimento di Giustizia?


dal Miami Herald

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Nel 2005, la polizia di Palm Beach, in Florida, iniziò ad indagare su Epstein dopo che un genitore si era lamentato per le molestie ricevute dalla figlia di 14 anni. Epstein alla fine si è dichiarato colpevole e nel 2008 fu condannato da un tribunale statale della Florida per aver adescato una prostituta e per aver procurato una minorenne per prostituzione. Ha scontato 13 mesi di custodia con rilascio per lavoro, nell'ambito di un patteggiamento, in cui funzionari federali avevano identificato 36 ragazze di appena 14 anni che erano state molestate.
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Documenti appena pubblicati dimostrano che Jeffrey Epstein ha avuto numerosi appuntamenti, telefonate e cene con Matthew Menchel, il procuratore capo dell'ufficio del procuratore degli Stati Uniti di Miami che ha guidato l'accordo privilegiato di Epstein nel 2007. Una serie di oltre 8.500 pagine di documenti provenienti dal patrimonio di Epstein, pubblicati venerdì dalla Commissione di vigilanza della Camera, mostrano che i calendari e le e-mail di Epstein riflettono il fatto che Menchel, che ha lasciato il Dipartimento di Giustizia nel 2007, ha avuto diversi incontri o cene con Epstein nel 2011, 2013 e 2017. I legislatori hanno anche fatto riferimento a una fotografia di Menchel durante una gita sugli sci con Epstein negli anni 2000, ma non l'hanno prodotta.

... l'accordo, denominato accordo di non persecuzione , ha sostanzialmente chiuso un'indagine in corso dell'FBI per verificare se ci fossero altre vittime e altre persone potenti che hanno preso parte ai crimini sessuali di Epstein, secondo un esame del Miami Herald di migliaia di e-mail, documenti giudiziari e registri dell'FBI . Il patto imponeva a Epstein di dichiararsi colpevole di due accuse di prostituzione presso un tribunale statale. Epstein e quattro dei suoi complici nominati nell'accordo ottennero l'immunità da tutte le accuse penali federali. Ma, cosa ancora più insolita, l'accordo includeva una clausola che garantiva l'immunità a "qualsiasi potenziale co-cospiratore" coinvolto nei crimini di Epstein. Questi complici o partecipanti non furono identificati nell'accordo, lasciando aperta l'interpretazione se si riferisse ad altre persone influenti che avevano rapporti sessuali con ragazze minorenni nelle varie case di Epstein o sul suo aereo. Come parte dell'accordo, Acosta acconsentì, nonostante una legge federale contraria, a che l'accordo rimanesse segreto alle vittime . Di conseguenza, l'accordo di non persecuzione rimase segreto fino all'approvazione del giudice, scongiurando così ogni possibilità che le ragazze – o chiunque altro – si presentasse in tribunale e cercasse di ostacolarlo. Questa è la storia di come Epstein, forte di fondi illimitati e rappresentato da un team legale di prim'ordine, sia riuscito a manipolare il sistema giudiziario penale e di come i suoi accusatori, ancora traumatizzati dal loro passato, credano di essere stati traditi dagli stessi procuratori che avevano promesso di proteggerli. "Credo che a nessuno sia stata detta la verità su ciò che ha fatto Jeffrey Epstein", ha detto una delle vittime di Epstein, Michelle Licata, ora trentenne. "Ha rovinato la mia vita e quella di molte ragazze. La gente deve sapere cosa ha fatto e perché non è stato processato, affinché non accada mai più". Ora Segretario del Lavoro del Presidente Trump, Acosta, 49 anni, sovrintende a un'enorme agenzia federale che si occupa della supervisione delle leggi sul lavoro del Paese, inclusa la tratta di esseri umani. Fino alla sua eliminazione, annunciata giovedì, il giorno dopo la pubblicazione online di questa notizia, Acosta era stato incluso anche nelle liste dei possibili sostituti dell'ex Procuratore Generale Jeff Sessions, dimessosi sotto pressione all'inizio di questo mese.

Lo stesso Epstein in fondo è stato ucciso, non si è suicidato, ucciso per impedirgli di parlare, ricattare, raccontare.

Lo cosa scandalosa è che le autorità investigative americane, per ordine di qualcuno abbiano frettolosamente chiuso le indagini sul "suicidio" di Epstein. 

E chi era al potere nell'agosto del 2019 quando Epstein è stato suicidato? Chi era a capo della FBI o della Sicurezza Nazionale, o del Dipartimento di Giustizia?

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Nell'elenco degli strani casi di morte che ho fornito in un precedente post si trovano due nomi, Jean Luc Brunel e Alfredo Rodriguez. Li accomuna l'essere stati entrambi "collaterali" alla vicenda Epstein. Entrambi morti in strane circostanze.

Due personaggi collegati a Epstein finiscono in carcere e muoiono, Brunel viene "suicidato" e Rodriguez "ammalato".


Jean-Luc Brunel , 75 anni, direttore di un'agenzia di modelle francese in attesa di processo per presunto traffico di ragazze destinato a Epstein, è stato trovato impiccato nella cella di una prigione di Parigi nel febbraio 2022.

L'ex maggiordomo di Epstein, Alfredo Rodriguez, che rubò il famigerato libretto nero del suo ex capo e si offrì di venderlo a un agente dell'FBI sotto copertura, morì di mesotelioma nel dicembre 2014 all'età di 60 anni, dopo aver scontato 18 mesi di carcere federale per ostruzione alla giustizia, secondo The Independent.
 

Un post di Simona Gautieri su tio.ch del 2022

Gli "orchi" suicidi lasciano le vittime senza risposte
Jeffrey Epstein e Jean-Luc Brunel si sono uccisi. Restano molti interrogativi sugli abusi sessuali a danno di minorenni

Erano amici, soci in affari, compagni di nottate brave a base di sesso e violenza. Entrambi coinvolti in scandali sessuali e accusati di aver violentato, per anni, ragazze minorenni, si sono uccisi, privando la Giustizia della possibilità di far saldare loro il conto dei propri crimini.

Parliamo dei protagonisti del più grande scandalo sessuale degli ultimi anni, ossia di Jeffrey Epstein e di Jean-Luc Brunel, amico, come detto, dell’imprenditore statunitense e fondatore di due agenzie di moda di successo quali la MC2 Model Management e la Karin Models, coinvolta nello scandalo di traffico di stupefacenti e di violenze avvenute al suo interno.

Jean-Luc Brunel si toglie la vita come Epstein
L’ex talent scout di modelle di successo, del calibro di Sharon Stone e Milla Jovovich, si è tolto la vita la notte tra il 18 e il 19 febbraio di quest’anno, impiccandosi nella sua cella nel carcere di La Santé, a Parigi, dove era rinchiuso con l’accusa di aver violentato alcune ragazze con cui lavorava. Brunel era stato fermato, nel 2020, all’aeroporto Charles De Gaulle mentre si stava per imbarcare per il Senegal, forse in un vano tentativo di fuga, con l’accusa di aver violentato una ragazza minorenne di 15 anni e molestato sessualmente un’altra donna. Era anche coinvolto nei reati di “tratta di essere umani aggravata al danno di vittime minorenni allo scopo di sfruttamento sessuale” che facevano capo ad Epstein.

Brunel avrebbe condiviso un ruolo con Ghislaine Maxwell, ex fidanzata e collaboratrice di Epstein, nel provvedere alla ricerca delle ragazze di cui abusare. Maxwell è stata dichiarata colpevole, il 30 dicembre 2021, da un tribunale di New York di essere complice degli abusi sessuali commessi dal noto finanziere. Il caso Jeffrey Epstein, di cui si parla ormai da anni, è un intrico di nomi, date, luoghi e vicende giudiziarie. Una ragnatela che, nel tempo, è andata sempre più allargandosi, avviluppando, nelle sue spire, anche persone altolocate come Andrea, duca di York, messo al bando, per tale motivo, dalla Casa Reale inglese.

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l’avvocata delle cause civili Anne Claire Le Jeune, alla notizia del suicidio di Brunel: «Ci è voluto tanto coraggio per poter parlare, per essere ascoltate dalla polizia e dagli inquirenti. È stato piuttosto terribile per le vittime che, ora, non avranno risposte su quanto loro accaduto».

Il "suicidio" in carcere di Jean-Luc Brunel ha messo tutto a tacere.

La polizia francese non ha mai diffuso alcun particolare su come Brunel abbia potuto suicidarsi in carcere, se esistessero degli indizi, dei messaggi, delle testimonianze sul suo suicidio. Le indagini avviate sulla morte del compare di Epstein non sono mai state rivelate, e quindi è stata avvalorata la tesi ufficiale del suicidio, mettendo una pietra sopra qualsiasi illazione o ipotesi.

 

Brunel aveva 76 anni, per decenni aveva regnato nel mondo della moda grazie alla sua prestigiosa agenzia Karin Models, fondata nel '78, che aveva poi esportato anche negli Usa come MC2 Model Management. Il suo nome era apparso fin dalla prima inchiesta contro Epstein nel 2007. La polizia della Florida aveva ritrovato molti scambi di sms tra i due, in particolare uno in cui Jean-Luc comunicava al suo amico miliardario che «c'è una prof che può insegnare russo. Ha due volte otto anni, non bionda». Brunel aveva già passato un periodo in carcere nel dicembre 2020, sempre con l'accusa di violenze e molestie sessuali. Allora era stato fermato all'aeroporto parigino Charles-de-Gaulle mentre stava per imbarcarsi per Dakar. Nel novembre scorso era stato liberato per qualche giorno prima di tornare di nuovo in prigione, decisione contro la quale aveva presentato ricorso in Cassazione.


L'ACCUSA DELLA GIUFFRE

Anche Virginia Giuffre, una delle principali accusatrici nell'affare Epstein aveva tirato in ballo Brunel e denunciato di «essere stata costretta ad avere rapporti sessuali con lui» all'epoca in cui non aveva ancora 17 anni serviva da schiava sessuale a Epstein e a tutto il suo ricco entourage. Giuffré aveva raccontato di essere stata violentata più volte da Brunel sull'isola Little Saint-James, proprietà di Epstein: «Mi dispiace di non poterlo affrontare in un processo - ha scritto  su Twitter Giuffre - dove avrebbe dovuto rendere conto delle sue azioni, ma sono felice di aver potuto testimoniare l'anno scorso e averlo portato in prigione».

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La strana morte di Brunel ha chiuso anche una polemica collaterale, su chi abbia presentano a Donald Trump la sua futura moglie Melania Knauss, di professione modella gestita da un'agenzia identificata dapprima come l'agenzia di Jean-Luc Brunel, socio di Epstein.

Secondo fonti verificate, Melania Trump ha avuto un breve rapporto con la Karin Models di Parigi nel 1995, gestita da Jean-Luc Brunel. Voci sulla sua cattiva condotta circolavano nel settore fin dal 1988, ma le rivelazioni più importanti sono arrivate in seguito. Considerando il suo breve mandato e il suo status di nuova arrivata, è probabile che Melania non fosse a conoscenza delle attività illegali di Brunel, socio di Epstein.

 

HarperCollins UK rimuove da una biografia non autorizzata del principe Andrea affermazioni “non verificate” secondo cui il finanziere pedofilo Jeffrey Epstein avrebbe “facilitato” il primo incontro tra Donald Trump e la futura First Lady.

HarperCollins è la terza azienda dei media a scusarsi con Melania e a rimuovere contenuti collegati a questa accusa.

“Il vero racconto di come la First Lady ha conosciuto il presidente è contenuto nel suo libro bestseller Melania”, ha aggiunto un portavoce della moglie di Trump. Nel memoir si afferma che Melania conobbe il futuro marito a una festa a New York nel 1998 e che gli fu presentata da un’altra persona, non da Epstein.


https://x.com/grok/status/1955839633163739422


Devin Duke
@sirDukeDevin
·
14 ago
Melania is threatening significant legal action against Hunter Biden for making the claim that Trump met Melania through Epstein.

She claims it was set up through her agent Paolo Zampolli.

Tell us all the ways Paolo Zampolli is associated with Epstein and Maxwell, 
@grok
.
Grok

@grok
Paolo Zampolli's associations with Jeffrey Epstein and Ghislaine Maxwell include:

- Overlapping NYC modeling circles; they attempted to buy Elite agency together in 2004 (Vogue).
- Shared contacts like Giuseppe Cipriani and Flavio Briatore from Epstein's black book (Observer, RaceFans).
- Indirect link via Jean-Luc Brunel, who flew on Epstein's jet (flight manifests).
- Partnered with Maxwell on Sustainable Oceans Alliance charity in 2013 via Clinton Global Initiative (Clinton Foundation, Politico).

Sources verified; no direct criminal ties found.
Lingua originale: inglese. Traduzione di
.
I rapporti di Paolo Zampolli con Jeffrey Epstein e Ghislaine Maxwell includono:

- Circoli di modelle di New York sovrapposti; nel 2004 hanno tentato di acquistare insieme l'agenzia Elite (Vogue).
- Contatti condivisi come Giuseppe Cipriani e Flavio Briatore dal libro nero di Epstein (Observer, RaceFans).
- Collegamento indiretto tramite Jean-Luc Brunel, che volò sul jet di Epstein (liste di volo).
- Ha collaborato con Maxwell per l'organizzazione benefica Sustainable Oceans Alliance nel 2013 tramite Clinton Global Initiative (Clinton Foundation, Politico).

Fonti verificate; non sono stati trovati legami criminali diretti.

Il caso di Alfredo Rodriguez, maggiordomo di Epstein per diversi anni, è relativamente diverso.

Rodriguez non è morto in carcere e non è stato "suicidato". E' morto a causa di un mesotelioma poco dopo essere uscito dal carcere, in cui aveva scontato una pena a 18 mesi per aver ostacolato le indagini sul tentativo di vendita del "libro nero" di Epstein, una sorta di agenda diario che si presumeva contenesse i nomi di personaggi eccellenti, eventi, luoghi, traffici, notizie utili per svelare i reati del criminale, e di cui si era impossessato.

Rodriguez sarebbe entrato in possesso del libro nero, sottraendolo alle indagini, e poi avrebbe cercato di venderlo a qualcuno per ricavarne denaro. Fu arrestato e condannato e morì subito dopo.

Certamente prima di finire in carcere aveva fatto una copia del piccolo Libro Nero per custodirla in luogo segreto.

Rodriguez conosceva il contenuto del libro nero, ma soprattutto poteva dare uno spessore di informazioni aggiuntive alle centinaia di nomi che comparivano nell'agenda.

La sua morte ha eliminato la possibilità di "commentare" con testimonianza diretta i nomi del libro nero. Nel ruolo di maggiordomo di Epstein ne aveva viste di tutti i generi, e custodiva segreti imbarazzanti. 

Se è morto di morte naturale a causa del mesotelioma, la coincidenza ha sicuramente giovato a nascondere per diversi anni la verità sui personaggi clienti di Epstein.

Nel caso invece in cui Alfredo Rodriguez avesse cercato la via del ricatto, minacciando di rivelare i segreti di cui era a conoscenza, il mesotelioma potrebbe essergli stato procurato in carcere da qualcuno che aveva interesse a metterlo a tacere.

Alfredo Rodriguez è stato il responsabile della casa di Epstein per diversi anni, dal 2004 al 2005, nella lussuosa tenuta del finanziere a Palm Beach, in El Brillo Way. In qualità di dipendente fidato, Rodriguez era a conoscenza dei meccanismi interni del mondo di Epstein, assistendo ad attività che sarebbero poi diventate centrali nelle battaglie legali del finanziere. Secondo gli atti del tribunale e i resoconti dei media, Rodriguez osservava ragazze minorenni nude nella piscina di Epstein, puliva i sex toys dopo i cosiddetti "massaggi" e annotava immagini pornografiche di minori sul computer personale di Epstein.


... Queste osservazioni, unite al possesso del libro nero, hanno reso Rodriguez una figura chiave nella saga di Epstein. Nel 2009, durante un'indagine federale sullo sfruttamento sessuale di minori da parte di Epstein, Rodriguez tentò di vendere il libro agli avvocati che rappresentavano le vittime di Epstein per 50.000 dollari, descrivendolo come "assicurazione" contro il suo ex datore di lavoro, che temeva potesse farlo "scomparire". Questo atto portò al suo arresto per ostruzione alla giustizia e, nel 2011, fu condannato a 18 mesi di carcere federale, una pena notevolmente più lunga dei 13 mesi che Epstein aveva scontato per aver adescato una minorenne alla prostituzione.


... La diffusione del libro nero nel pubblico dominio, pubblicato per la prima volta da Gawker nel 2015 dopo essere stato ottenuto dal giornalista Nick Bryant, ha scatenato diffuse speculazioni sul suo contenuto. Il giornalista investigativo Leland Nally, scrivendo per Mother Jones nel 2020, ha intrapreso l'ambizioso compito di contattare ogni individuo elencato nel libro, contattando reali, ambasciatori e oligarchi. Le sue scoperte hanno rivelato un mix di contatti autentici e contatti ambiziosi, con molti individui, come Andrew Rosen e Joan Juliet Buck, che hanno negato qualsiasi interazione diretta con Epstein. Il lavoro di Nally ha sfatato il mito di una singola "lista di clienti", chiarendo che il libro era più un riflesso delle ambizioni sociali di Epstein che una testimonianza definitiva di complicità. Eppure, il fascino del pubblico per il libro persiste, alimentato da teorie del complotto e amplificato da eventi come la pubblicazione nel 2025 di documenti di Epstein già pubblici sotto l'amministrazione Trump, che ha suscitato ulteriori polemiche.


Il «black book» di Epstein, che più che una rubrica di contatti assume le inquietanti sembianze di una vera e propria lista nera. Lista già pubblicata nel 2015 e rubata dalla casa del finanziere da un dipendente che tentò invano di venderla.
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Dentro - secondo quanto riporta il New York Magazine - c’è di tutto, centinaia e centinaia di nomi tra quelli delle vittime degli abusi sessuali e quelli dei contatti di lavoro e social. Così come pieno zeppo di nomi noti e del jet set è il registro di volo dell’aereo privato di Epstein, quel «Lolita Express» su cui portava i suoi amici nell’isola privata dei Caraibi. Quella «Isle of Sin», isola del peccato, dove nelle ultime ore è scattato un raid dell’Fbi per cercare di scovare tracce di ciò che accadeva veramente, elementi da trasformare in eventuali prove nel corso dell’indagine.

L’elenco dei nomi venuto alla luce è interminabile, e dimostra quanto fitta, trasversale e bipartisan fosse la rete del miliardario newyorchese. Una rete che probabilmente gli ha permesso di sopravvivere per decenni ad accuse pesantissime come nulla fosse, nella più piena impunità e mantenendo alta la propria credibilità.

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Alfredo Rodriguez è morto alla fine di dicembre del 2014, anche se la sua morte fu rivelata una settimana dopo. Nell'aprile del 2012 era stato condannato a 18 mesi di carcere - come Epstein che però ne scontò solo 13 - per aver nascosto e cercato di vendere il libro nero del suo datore di lavoro.

Uscito dal carcere, dopo pochi mesi si ammalò di mesotelioma, un tumore raro e micidiale che colpisce i polmoni. Sembrerebbe trattarsi di una sfortunata morte accidentale, come può capitare a chiunque, magari facilitata dalle condizioni carcerarie e dalle sofferenze psicologiche.

Ma il mesotelioma può anche essere provocato da agenti chimici esterni. Si tratta di un tumore molto diffuso tra chi entra a contatto con le polveri di amianto o simili. La speranza di vita dopo aver contratto un mesotelioma va da sei a diciotto mesi.


La morte di Alfredo Rodriguez potrebbe essere stata programmata in carcere, dove è facile inquinare con polveri sottili come quelle dell'amianto le condotte d'aria o le lenzuola e altri oggetti con cui il detenuto è costretto ad entrare in contatto.

Mentre Rodriguez era in carcere, Jeffrey Epstein era a piede libero e continuava a condurre i suoi sporchi traffici criminali, ma sapeva che su di lui incombeva la minaccia del "libro nero" di cui il suo ex maggiordomo era entrato in possesso e finito nella mani della FBI. 


Era necessario tacitare entrambi, con modalità diverse.