Qualche volta accadono manifestazioni di protesta il cui successo e incidenza non si misurano con i numeri dei partecipanti e degli schieramenti che le sostengono ma dalla determinazione e dalle ragioni che le motivano.
La profondità del malessere e della rabbia dell'opinione pubblica per il genocidio di Gaza, i crimini disumani dell'esercito israeliano e la strategia di annichilimento nei confronti della Palestina da parte di Netanyahu si misura in una giornata di straordinaria partecipazione allo sciopero generale per Gaza indetto dai sindacati di base.
Non succedeva da decenni che una mobilitazione su un tema di politica internazionale e senza l'appoggio ufficiale dei partiti e organizzazioni sindacali principali ottenesse un successo così grande e convinto.
Da Milano a Roma, da Napoli a Palermo, da Genova a Livorno, da Cagliari a Bologna, da Bari a Venezia la parola d'ordine è stata "blocchiamo tutto" per sostenere Gaza e il diritto dei palestinesi alla loro terra e libertà.
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Ho partecipato alla manifestazione di Roma, dove ci si aspettavano diecimila persone e invece ne sono sono scese in piazza più del doppio, bambini, giovani , adulti, anziani.
La grande Stazione Termini di Roma è stata bloccata e costretta a chiudere per molte ore, assediata da manifestanti pacifici.
Si temeva la presenza di provocatori o di frange filo-Hamas e invece i giovani arrivati a migliaia dalle scuole e dall'Università hanno dato una prova di civiltà e di determinazione che mette a tacere le vere provocazioni dei politici filo-Israele che non perdono occasione per definire antisemita chiunque critica il governo di Israele per il genocidio perpetrato a Gaza.
I porti di Genova, Livorno e Mestre sono stati bloccati dai lavoratori, a Napoli la manifestazione ha bloccato le vie centrali del turismo, mentre i decine di città grandi e piccole si sono svolti cortei, assemblee, discussioni per testimoniare la solidarietà della stragrande maggioranza del popolo italiano an finaco della Palestina e di Gaza.
Lo sciopero generale per Gaza ha avuto come bersaglio anche il governo Meloni, e non poteva essere altrimenti, data la complicità evidente tra i partiti di centrodestra in Italia e l'amministrazione americana corresponsabile dei crimini israeliani.
Un segnale che Giorgia Meloni non potrà ignorare, perché la solidarietà umana e politica per i palestinesi sta coinvolgendo strati sociali sempre più ampi e interni anche alla base elettorale della destra italiana.
Un segnale anche per una parte delle organizzazioni sindacali tradizionali e del PD di Elly Schlein, che hanno sottovalutato lo sciopero generale per Gaza indetto da USB e altri, perché anche loro non colgono la profondità della rabbia e del dolore che il genocidio palestinese sta causando in tutte le coscienze.
Una delegata CGIL mi ha raccontato che la scelta di una mobilitazione separata della sua confederazione venerdì scorso era stata fortemente criticata: "perché non proclamare uno sciopero generale? perché dividersi nel sostenere Gaza?".
Belle e sacrosante domande, da girare a chi di dovere.
Attorno a Gaza le persone ancora dotate di senso dell'umanità non aspettano ordini di partito o di schieramento per manifestare e sostenere le ragioni della Palestina.
Sta accadendo non solo in Italia ma in tutto il mondo, dall'Europa all'America, dall'Oceania all'Africa.
Per restare umani è necessario che Gaza esca dall'incubo del genocidio, e la Palestina si riprenda finalmente il diritto di esistere sulla sua terra.
Riconoscere la Palestina non è propaganda ma una via per la pace
Gran Bretagna, Canada, Australia, Portogallo e altri si uniscono alle decine di paesi che riconoscono lo Stato di Palestina. La Destra la considera solo propaganda, Giorgia Meloni si allinea a Trump allineato a Netanyahu

Paesi che riconoscono lo Stato di Palestina
i. fan.
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Date Created: 22/09/2025 15:16:09