L'IDF, l'esercito israeliano braccio armato di Netanyahu, Katz, Ben Gvir e Smotrich, ha realizzato un'altra pagina della sua storia criminale.
Ha ucciso 20 civili, di cui 5 giornalisti e reporter, sparando missili contro l'ospedale al Nasser di Gaza, senza alcun preavviso e senza alcun motivo.
A dimostrazione della efferatezza dell'attacco, la Brigata 36 dell'IDF ha ucciso anche i soccorritori, dopo alcuni minuti dal primo attacco.
🚨BREAKING :A video documents a horrific Israeli crime: targeting ambulance and civil defense crews as they were rescuing victims and the wounded after Israel bombed Nasser Medical Complex in Khan Younis among them was journalist Hossam al-Masri. pic.twitter.com/hKlZGBIpoa
— Gaza Notifications (@gazanotice) August 25, 2025
Avendo compiuto un crimine palese ed enorme, Israele non ha potuto giustificare il massacro con il solito osceno comunicato "... un'operazione per annientare i terroristi di Hamas responsabili del 7 ottobre ...".
Il Capo di Stato Maggiore Eyal Zamir ha chiesto un'indagine immediata sull'accaduto, come da prassi quando ci si prepara ad ammettere parzialmente una responsabilità per giustificarla con qualche "disguido" o errore di valutazione.
Eyal Zamir sa benissimo che il suo ruolo prevede anche quello di coprire le nefandezze delle scelte politiche.
Perché la strage dell'ospedale al Nasser, l'ennesima del lungo genocidio di Gaza, è una conseguenza diretta e prevista dai piani di occupazione voluti dalla banda criminale che governa Israele.
Con un particolare, però.
Un particolare che deve cominciare a far riflettere l'opinione pubblica mondiale.
Il particolare è che questa nuova fase della guerra voluta da Netanyahu per coprire le proprie responsabilità nell'assalto terroristico di Hamas del 7 ottobre porta anche la firma indelebile di Donald Trump, che ha dato il via libera all'operazione "Carri di Gedeone 2", pur cercando di nascondersi dietro le quinte.
Il piano di invasione di Gaza, così come l'insediamento E1 di altri coloni in Cisgiordania, sono stati concordati direttamente tra Tel Aviv e Washington.
E' giunto il momento di dirlo con chiarezza e forza, nelle tantissime manifestazioni e informazioni che accomunano l'opinione pubblica mondiale contro il genocidio dei palestinesi di Gaza, è giunto il momento di dire che Netanyahu e Donald Trump sono indissolubilmente legati dai crimini che si compiono quotidianamente nella Striscia.
Il genocidio di Gaza nelle attuali modalità e dimensioni è frutto anche dell'appoggio incondizionato che l'America di Trump garantisce a Israele.
Il commento del biscazziere americano dopo la notizia della strage dell'ospedale al-Nasser è raggelante: "... non sono contento". Tutto qui, non una parola di critica, o di sdegno o di umana pietà. Trump anzi ha sfoggiato il suo solito ottimismo fondato sul nulla, perché "prevedo che la guerra a Gaza finirà nelle prossime due o tre settimane".
Previsioni infondate, ma utili per sviare l'attenzione sui crimini di oggi, che portano anche la sua firma.
Dietro Netanyahu c'è Trump, dietro Trump c'è Netanyahu
L'idea infernale proposta dal criminale boss israeliano di assegnare il Premio Nobel per la Pace al biscazziere americano trova un sugello cinico in quello che sta accadendo in Medio Oriente.
Mai il Mondo era stato costretto ad assistere senza poter reagire al massacro di un popolo, al crimine della denutrizione dei bambini, alla fucilazione degli affamati e dei giornalisti testimoni dei crimini.
Netanyahu e Trump, l'uno nascondendosi dietro l'altro, stanno soffocando l'umanità giorno dopo giorno con lo scempio di Gaza.
"Reporter Senza Frontiere (RSF) condanna fermamente l'uccisione di quattro giornalisti palestinesi da parte dell'esercito israeliano a Gaza, lunedì 25 agosto. I giornalisti uccisi sono Hossam al-Masri, fotografo freelance dell'agenzia di stampa Reuters; Mariam Abu Daqqa, giornalista freelance per The Independent e Associated Press (AP); Moaz Abu Taha, corrispondente dell'emittente televisiva americana NBC; e Mohamad Salama, fotoreporter di Al Jazeera.
Secondo le informazioni di RSF, tutti sono stati deliberatamente presi di mira. RSF chiede nuovamente una riunione d'urgenza del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per porre fine a questo massacro di giornalisti.
Nelle ore successive un quinto reporter è stato aggiunto all'elenco delle vittime, Ahmed Abu Aziz, che lavorava per diversi organi di stampa locali palestinesi e per la stazione radio tunisina Diwan FM"
---------
Altri cinque giornalisti sono stati uccisi questo lunedì mattina.
Quanto lontano si spingeranno le forze armate israeliane nel loro graduale tentativo di eliminare le informazioni provenienti da Gaza?
Per quanto tempo continueranno a sfidare il diritto internazionale umanitario?
La protezione dei giornalisti è garantita dal diritto internazionale, eppure più di 200 di loro sono stati uccisi dalle forze israeliane a Gaza negli ultimi due anni.
Dieci anni dopo l'adozione della Risoluzione 2222 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, che protegge i giornalisti in tempo di conflitto, l'esercito israeliano ne sta violando l'applicazione.
RSF chiede una riunione d'emergenza del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per garantire che questa risoluzione sia finalmente rispettata e che vengano adottate misure concrete per porre fine all'impunità per i crimini contro i giornalisti, proteggere i giornalisti palestinesi e aprire l'accesso alla Striscia di Gaza a tutti i giornalisti.
Thibaut Bruttin, Direttore generale RSF
Il genocidio di Gaza,
Netanyahu si nasconde dietro Trump,
Trump si nasconde dietro Netanyahu
Lunedì 25 agosto, un attacco israeliano su un edificio all'interno del complesso medico Al-Nasser, nel centro di Gaza, ha ucciso Hossam al-Masri, un fotografo freelance che lavorava per Reuters , intorno alle 7:00 GMT.
Circa otto minuti dopo, un secondo attacco ha ucciso altri tre giornalisti che, secondo le informazioni di RSF, si erano recati sul posto per seguire le operazioni di soccorso: il corrispondente della NBC Moaz Abu Taha , il fotoreporter di Al Jazeera Mohamad Salama e Mariam Abu Daqqa (nota anche come Mariam Dagga ), una giornalista freelance che lavorava per diverse testate, tra cui Independent Arabia e Associated Press , e che era sfuggita a un attacco di droni dell'esercito israeliano nel marzo 2024.
L'attacco, ripreso in diretta da Al Ghad TV, ha ferito anche il giornalista di Palestine TV Jamal Bemdah e il giornalista freelance Hatem Khaled , anch'egli impegnato in un servizio per Reuters .
Secondo Al Jazeera , l'attacco che ha ucciso Hossam al-Masri è stato effettuato utilizzando un munizionamento vagante – noto anche come drone suicida – solitamente dotato di una telecamera e di una carica esplosiva. Un articolo della Reuters ha anche confermato la morte del suo appaltatore, Hussam al-Masri. Il secondo attacco ha colpito nuovamente l'ospedale dopo l'arrivo delle squadre di soccorso e dei giornalisti.
Il complesso di Al-Nasser è un noto luogo di ritrovo per i giornalisti sfollati a Gaza che, dall'ottobre 2023, vivono in tende intorno all'ospedale per accedere alle informazioni sui residenti feriti e deceduti, nonché alle strutture disponibili.
In un post sulla piattaforma social X pubblicato il 25 agosto, l'esercito israeliano ha annunciato che il capo di stato maggiore israeliano ha ordinato che venga condotta un'indagine preliminare il prima possibile, aggiungendo che " le Forze di difesa israeliane si rammaricano per qualsiasi danno causato a civili non coinvolti e non prendono di mira i giornalisti in quanto tali ".
Due giorni prima, sabato 23 agosto, il giornalista televisivo palestinese Khaled al-Madhoun è stato ucciso dall'esercito israeliano nel nord di Gaza mentre filmava la distribuzione di cibo. Secondo informazioni di RSF, un carro armato israeliano avrebbe preso di mira il cameraman. RSF chiede l'apertura di un'indagine indipendente sul caso.
Dall'ottobre 2023, più di 200 giornalisti sono stati uccisi dall'esercito israeliano, di cui almeno 56 a causa del loro lavoro.
Crimini senza fine, Israele giustifica l'omicidio di Anas al-Sharif
Il giornalista Anas al-Sharif di Al Jazeera è stato ucciso a Gaza utilizzando il sistema Lavender, diventato strumento e simbolo dei crimini di Israele a Gaza e nel mondo
Gaza Israele Netanyahu Palestina Libertà di Informazione Al Jazeera
i. fan.
Key1: Strage Gaza City keywords:
Date Created: 25/08/2025 15:53:41