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"L'impatto sull'economia reale ci sarà, perché il default di Evergrande causerà un rallentamento negli sviluppi di molti progetti", ha detto Li Daokui, ex consulente della People's Bank of China, alla CNBC "Squawk Box Asia" mercoledì.
Li ha anche detto che si aspetta che la banca centrale cinese aggiunga liquidità in settori mirati per assicurarsi che le ricadute di un default di Evergrande "non viaggino troppo lontano troppo velocemente".
Li ha previsto che nel medio-lungo termine la società sarà probabilmente "sciolta" in quattro gruppi principali: sviluppo immobiliare, finanza, veicoli elettrici e altre iniziative commerciali.
"Ognuna di queste quattro sotto-parti di Evergrande sarà venduta a singole società o anche ad alcuni governi locali", ha detto Li. "L'Evergrande come l'abbiamo conosciuta non esisterà più".
Sono almeno dieci anni che China Evergrande Group genera incubi notturni in molti cinesi di varia estrazione e fisionomia. Sono anni che il regime di Pechino fa di tutto per rinviare la resa dei conti del colosso immobiliare da cui la nomenclatura di partito ha ricevuto grandi benefici di varia natura.
Adesso sembra che sia arrivato il momento di rottura -il Lehman moment cinese - il giorno in cui qualcuno dei tanti creditori di Evergrande non riceve il denaro prestato e qualcuno è costretto dalle normative finanziarie ha dichiarare l'insolvenza del debitore, il default, la scintilla che accende l'incendio nella prateria di 300 miliardi di debiti ufficiali che potrebbe estendersi in modo incontrollato e causare molte vittime.
Chi sono le vittime del default di China Evergrande?
Da un lato le migliaia di piccoli proprietari, o presunti tali, famiglie cinesi che hanno contratto un mutuo per acquistare un appartamento che Evergrande non potràmai costruirgli. Sono in compagnia di altre migliaia di piccoli risparmiatori che hanno comprato le obbligazioni Evergrande o depositato denaro su strumenti finanziari collegati ai progetti industriali dell'azienda. L'intero settore immobiliare conta per il 30% del PIL cinese.
Tra le vittime ci sono anche le grandi banche che hanno finanziato le avventure immobiliari di Evergrande e le istituzioni finanziarie internazionali che su quelle avventure hanno costruito strumenti finanziari tossici diffusi in tutto il mondo.
Entrambe le tipologie di vittime protestano da mesi. I piccoli risparmiatori si danno appuntamento all'ingresso della sede faraonica del gruppo per convincere i politici ad intervenire come hanno fatto per tanti anni, in modo da consentirgli di recuperare i soldi investiti e scappare prma del crollo.
I banchieri hanno altri canali per reclamare la loro parte.
Ma questa volta il regime di Xi Jinping ha deciso di non metterci più altri soldi per sostenere Evergrande, perchè la corda del debito in Cina si è tesa oltremisura e l'intero sistema è esposto ad una gigantesca "pandemia di default" a catena.
Perchè da molti anni ormai l'economia cinese vive in una enorme bolla speculativa costruita sui debiti, trilioni e trilioni di dollari di cui nessuno conosce la vera entità. Una bolla che è diventata la vera unica minaccia alla sopravvivenza del regime, perchè se esplode manda in frantumi l'equilibrio sociale che si è costruito su di essa.
Nessuno crede che Xi Jinping e i suoi banchieri di regime lasceranno davvero andare in default China Evergrande. Le conseguenze sarebbero imprevedibili e disastrose per tutti, anche per i mercati finanziari americani ed europei.
Too big to fail, è lo scudo dietro il quale speculatori di ogni risma e paese hanno imparato a tricerarsi per ricattare chi non paga il pizzo della finanza internazionale.
Tutti sono convinti che un minuto prima della dichiarazione di default, lo Stato cinese interverrà per salvare Evergrande con un'altra immissione di denaro o un espediente per prendere tempo.
Le ipotesi che circolano sono quelle classiche suggerite dalle banche: scambiare i debiti con gli asset illiquidi, riducendone del 50% il valore e costringendo i creditori ad accettare l'offerta, altrimenti perderebbero tutto.
... Secondo un piano proposto da Evergrande per i suoi prodotti di gestione patrimoniale, il rimborso potrebbe essere effettuato tramite rate in contanti, proprietà o debiti degli investitori su unità residenziali già acquistate, secondo il piano annunciato da Du Liang, capo dell'unità di gestione patrimoniale di Evergrande. In particolare, gli investitori potrebbero godere di uno sconto dal 28 al 52 percento sui prezzi attuali se scelgono le proprietà di Evergrande come appartamenti, negozi e parcheggio.
"Per gli investitori, gli appartamenti non sono liquidi come i contanti, ma hanno comunque un valore sufficiente, quindi l'opzione potrebbe non essere il miglior risultato, ma nemmeno il peggiore", Shen Meng, direttore della banca d'investimento boutique Chanson & Co con sede a Pechino, ha dichiarato domenica al Global Times.
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In gergo tecnico è una ristrutturazione del debito che per i creditori può diventare vantaggiosa in confronto al default, soprattutto se si tratta di banche o istituzioni finanziarie.
Per i piccoli risparmiatori sarebbe una botta da prendere in testa con la speranza che perdano la memoria e si rassegnino.
Tra pochi giorni si vedrà se questa soluzione soft per "bucare la bolla senza farla scoppiare" può funzionare o meno.
Evergrande dovrà trovare qualche miliardo di dollari per ripagare una tranche di debiti in scadenza, altrimenti va in default tecnico, trascinandosi nella reazione a catena anche i derivati collegati.
Il regime cinese cerca disperatamente di separare la propria immagine (e destino) da quella di Evergrande e fa sapere che non è disposto più a sostenere l'azienda.
Ma le grandi banche di proprietà dello Stato potranno in qualche modo intervenire per garantire una ennesima rete di protezione e attutire il tonfo che altrimenti le coinvolgerebbe.
In queste ore da tutta la Cina centinaia di piccoli investitori si stanno dirigendo verso il grattacielo di Shenzen dove ha sede Evergrande. Una "Lunga Marcia" di piccoli capitalisti arrabbiati contro il partito comunista che li governa. Vogliono i loro soldi indietro, altrimenti si faranno arrestare in massa.
Sono l'avanguardia di un esercito che potrebbe invadere persino Piazza Tiananmen, se Xi Jinping non allenta di nuovo i cordoni della borsa.
AUKUS a confronto è un gioco da bambini.
28/12/2018
LA VERA STORIA DELLA CRISI ECONOMICA IN CINA
L'economista Xiang Songzuo rompe il muro di retorica e ipocrisia che circonda il dibattito sul sistema economico cinese, il suo modello e le conseguenze di una crisi sempre più evidente.
video originale della conferenza di Xiang Songzuo
Tratto da China Change