Macron in Francia ha suonato la tromba della ritirata europea: COVID-19 è ancora un pericolo mortale, fare finta che si possa riaprire tutto a tutti è un'illusione pericolosa, che sicuramente porterebbe a nuove ondate di varianti del coronavirus in una spirale infinita.
In Francia, nel mezzo delle vacanze estive, solo chi è vaccinato con due dosi potrà avere il green pass per accedere a ristoranti, treni, musei e luoghi di ritrovo.
Tutti gli altri saranno impediti ed esclusi. Una misura severa e discriminatoria, che fino a poco tempo fa era stata esclusa dai governi, a partire dallo stesso Macron, per l'ovvio risvolto di coercizioni che comporta, e perchè rappresenta comunque un'ammissione di pericolo a cui potrebbero seguire altre limitazioni se la variante delta non dovese essere bloccata dai vaccini.
Le implicazioni epidemiologiche della scelta francese sono numerose e ancora da verificare. Prima tra tutte quella che riguarda la durata della copertura vaccinale: un green pass di chi si è vaccinato da uno o due mesi è equivalente a quello di chi ha ricevuto le dosi all'inizio del 2021? E chi ha fatto una sola dose? E quelli che si sono ammalati e poi guariti dal covid?
Senza contare le implicazioni politiche e sociali.
Rendere il green pass obbligatorio per salire su un treno o entrare in un ristorante significa creare discriminazioni che potrebbero non essere temporanee, ed equivale ad introdurre l'obbligo del vaccino anche per chi non lo vuole, smentendo la promessa iniziale di molti governi.
E infine il green pass finisce con il creare comunque una sorta di barriera alla piena ripresa delle attività economiche, un condizionamento materiale e psicologico che non era stato previsto.
Il green pass è l'equivalente di un mezzo lockdown
Nel giro di pochi giorni, l'Europa è passata dai folli assembramenti negli stadi di calcio per UEFA 2020 alla presa d'atto che la variante delta non è solo un raffreddore.
Una prova di irresponsabilità e idiozia a cui ora si cerca di porre rimedio facendo esasperare ancora di più i cittadini illusi e traditi.
L'obbligo del green pass, di cui anche il governo Draghi sta discutendo in Italia, è la necessaria presa d'atto di una sconfitta.
Equivale ad un mezzo lockdown, perchè la percentuale di popolazione vaccinata con due dosi, sia in Francia che in Italia è inferiore al 50% della popolazione e con l'estate il ritmo delle vaccinazioni ha iniziato a calare.
La rabbia degli esclusi, ma anche quella dei ristoratori e degli operatori economici che erano speranzosi di una piena ripresa delle attività, è ancora più grande se si pensa che tutto quello che sta accadendo ora, sia in Europa che nel resto del mondo, era facilmente immaginabile già due mesi fa, quando la variante delta aveva varcato i confini dell'India per diffondersi dovunque.
I modelli matematici di circolazione del virus avevano predetto tutto quello che poi è successo, ma i governi e i partiti politici avevano bisogno di illudere la gente che i vaccini avrebbero eliminato tutti i rischi e avrebbero consentito la piena riapertura.
Con in mezzo la follia del campionato di calcio europeo e sudamericano, i cui effetti devastanti si vedranno a ferragosto, nel pieno della movida estiva.
La decisione di Macron è una tardiva ammissione di sconfitta, che fa da contraltare all'irresponsabile scelta di Boris Johnson che riapre tutto e subito, nonostante la vertiginosa crescita dei contagi e dei decessi in Gran Bretagna.
In entrambi i casi si tratta della sconfitta di una strategia che ha puntato tutto e solo sui vaccini.
Ho fatto da poco la seconda dose di vaccino e ho il green pass. Non mi sento per nulla sicuro e soprattutto non so fino a quando durerà.
Continuo, come tutti, a brancolare nel buio del "rischio calcolato".