- aggiornamento 04/07/2021: Matteo Renzi cambia idea e si allea con Salvini per affossare il ddl Zan, in particolare sul principio dell'identità di genere.
- aggiornamento: il banale intervento di Draghi al Senato ("lo Stato è laico, non confessionale, il Parlamento è libero") conferma il doppio gioco del presidente del Consiglio d'intesa con il Vaticano e il conseguente affossamento del ddl Zan. Al Senato infatti basteranno pochi voti "cattolici" a scrutinio segreto per far saltare l'impianto del DDL Zan.
- Esultano Salvini-Meloni, PD e parte del M5S si adeguano al diktat gesuitico Draghi-Bergoglio, via l'identità di genere, il catechismo è salvo!
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Un anno fa, quando c'era ancora il governo Conte Bis, Papa Francesco nominò Mario Draghi membro dell’Accademia delle Scienze Sociali, istituzione clericale nata nel 1994 di cui è cancelliere il vescovo argentino Sanchez Sorondo, con lo scopo di fornire alla Chiesa gli elementi da impiegare per lo sviluppo della dottrina sociale e studiarne gli effetti nella società contemporanea.
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La nota diplomatica del Vaticano contro il ddl Zan è stata redatta dallo staff di Bergoglio che fa capo al cardinale Gallagher nella prima settimana di giugno, dopo che lo stesso cardinale aveva informato verbalmente la segreteria di Mario Draghi che la questione della legge contro l'omotransfobia rappresentava un nodo cruciale per la Chiesa Cattolica. Il cui punto di vista è ancora regolato dal mito di Adamo ed Eva, unica coppia riconosciuta dalla religione e qualsiasi devianza è considerata un peccato mortale.
Scrive il cardinale Gallagher, per conto di Papa Francesco: «ci sono espressioni della sacra scrittura e della tradizione ecclesiale del magistero autentico del Papa e dei vescovi, che considerano la differenza sessuale secondo una prospettiva antropologica che la Chiesa cattolica non ritiene disponibile perché derivata dalla stessa rivelazione divina»
Il ddl Zan invece, come in tutti i paesi con diritti civili avanzati, riconosce il principio che l'identità di genere è una scelta personale e quindi ogni violenza e discriminazione contro tale scelta è un reato.
Mario Draghi ha soppesato la questione e ha deciso che la sua cultura gesuita e la fede cattolica gli imponevano di schierarsi con il Vaticano e che si sarebbe quindi fatto carico in prima persona di bloccare il ddl Zan nella sua versione originaria.
Il Presidente del Consiglio avrebbe suggerito al Vaticano di esplicitare direttamente l'avversione al ddl Zan per mettere in un angolo le forze laiche del governo e costringerle ad una mediazione al ribasso.
Siccome è anche molto attento agli equilibri politici che lo sostengono, di cui ormai ha una mappa precisa dei punti deboli o sensibili, Draghi ha suggerito a Gallagher di esplicitare i desideri clericali in un nota scritta, seguendo la procedura prevista dai Patti Lateranensi e dal Concordato anche se mai si era giunti ad un punto di criticità così elevato.
Infatti la segreteria di Stato vaticana «auspica che la parte italiana possa tenere in debita considerazione le argomentazioni e trovare così una diversa modulazione del testo continuando a garantire il rispetto dei Patti lateranensi»
Anzichè difendere gli interessi laici dello Stato Italiano, Draghi si schiera dietro le quinte con la crociata della destra retriva e della Chiesa dogmatica, arrivando al punto di suggerire loro la tattica migliore.
Oggi Draghi si presenterà al Parlamento alla testa di uno schieramento che va da Bergoglio a Salvini, passando per Meloni e Casapound.
Farà lo gnorri e dirà che i diritti degli omosessuali e dei transessuali sono importanti e che la violenza contro di loro è inaccettabile ed è un reato.
Ma dirà anche e soprattutto che il principio dell'identità di genere sancito dall'articolo uno del ddl Zan, la libera scelta di autodeterminare e proclamare il proprio sesso, è contro i dogmi della Chiesa, offende la morale cattolica, minacciandola nella predicazione dei suoi dogmi e quindi crea una frattura negli accordi previsti dal Concordato.
Quindi chiederà alle forze politiche della maggioranza di riscrivere la norma sull'identità di genere e altre "piccole modifiche" al ddl Zan, cioè di piegarsi al diktat clericale.
C'è da scommettere che Enrico Letta accoglierà l'invito di Draghi, così come una parte del Movimento 5 Stelle.
Si creerà una nuova maggioranza che abbraccerà la destra omofoba e la sinistra bergogliana, un'unità nazionale nel solco dell'azzeramento della sovranità dello Stato laico e del suo Parlamento, con la nascita di una santa alleanza gesuitica guidata dal non eletto che punta a diventare presidente della repubblica.
Un motivo in più per denunciare la gravità dell'iniziativa presa dalla coppia Draghi-Bergoglio.