A proposito di Mattarella Bis ho ripescato un post del 19 agosto 2021,
L'ITALIA DI DRAGHI TUTTA BONUS E CONDONI
che mi sembra abbia azzeccato la previsione:
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Fino a quando potremo goderci bonus e condoni?
Almeno fino al 2023, termine previsto per il trasloco di Mario Draghi da Palazzo Chigi al Quirinale. Al suo successore non sarà concesso di fare spargimenti di condoni-bonus e perciò affrettiamoci, il tempo dei condoni passa veloce. E l'inflazione che li fa evaporare è in agguato.
Post Scriptum
Un amico mi ha fatto notare che il Presidente Mattarella scade a febbraio del prossimo anno, e non nel 2023.
Giusta osservazione! ma è risaputo che gli sponsor di Mario Draghi continuano a fare pressioni per convincerlo ad accettare un Mattarella bis, solo per un anno, in modo da consentire a Draghi di finire la legislatura e poi eleggerlo al suo posto.
Sarebbe un palese colpo di mano istituzionale, per piegare la massima carica dello Stato alle convenienze dei partiti e dei gruppi di potere.
Ma con l'aria che tira ci sono buone possibilità che accada.
6 mesi dopo ...
Dopo un'altra votazione a vuoto e un'altra girandola di incontri e tentativi di trovare un accordo su un "nome condiviso" i boss dei partiti politici determinanti per l'elezione del nuovo Presidente della Repubblica gettano la spugna e prendono atto che la crisi è più profonda di quanto riescano a dissimulare.
"non ce la facciamo a trovare il Presidente, torniamo da Sergio Mattarella e chiediamogli di accettare il Bis"
La mattina di sabato 29 gennaio il settimo scrutinio non porta a nulla ma il nome Mattarella viene scritto su 387 schede elettorali, in gran parte di CinqueStelle.
E' il segnale di svolta, anzi la richiesta di resa incondizionata da parte del Parlamento ai vari Salvini, Berlusconi, Conte, Di Maio, Letta, Meloni, non solo incapaci di trovare un accordo su un nome "condiviso" da eleggere a Presidente della Repubblica, ma soprattutto di evitare l'indecoroso spettacolo di mostrare in pubblico la gazzarra sconcertante su tutte le ipotesi prospettate.
Salvini che porta le pantofole alla Casellati, Renzi che affossa la candidatura di Elisabetta Belloni, i veti incrociati, i Cinque Stelle contrapposti ai Cinque stelle, il ricatto arrogante di Draghi, ad un certo punto la rielezione di Mattarella è sembrata l'unica àncora di salvezza in una deriva istituzionale sconcertante.
In pochi giorni è stata spazzata via tutta la melensa retorica degli ultimi 12 mesi draghiani sulla "rinascita" dell'Italia, la "Patria", le vittorie sportive, il primato nella lotta al covid-19, la radiosa transizione ecologica e digitale ecc ecc.
L'Italia politica non è cambiata, se non in peggio. L'Italia "reale" è stanca e sgomenta e si accontenta di sopravvivere nonostante tutto, aspettando la vera fine della pandemia che non coincide con i proclami governativi.
Lo spettacolo peggiore lo ha recitato la destra, prima con Berlusconi e poi con Salvini (Meloni giocava in panchina), specchio di una non-cultura istituzionale, di una visione politica affaristica e corruttiva, che però piace a una gran parte della società italiana.
Una pessima figura però la fanno anche il PD di Letta, bloccato e attendista, in parte manovrato dal "consulente" Renzi, e ancor più i resti del Movimento Cinque Stelle, suddiviso in rami più numerosi del bosco di Capodimonte, Giuseppe Conte evanescente e Luigi Di Maio assente.
L'unico collante, trasversale e unanime, è stato la paura di una crisi politica ingovernabile che sboccasse in elezioni anticipate, con la quasi certezza per due terzi dei parlamentari di non essere rieletti e perdere i privilegi conseguenti.
Il Mattarella Bis è frutto di questa paura e di questa crisi, è il riconoscimento amaro della palude politica italiana, è un altro atto di potere autoreferenziale.
Poi ci si può accontentare, constatando che poteva andare peggio.
Meglio Mattarella Bis che Casellati Uno, anche se in molti avevano sperato di avere una ottima presidente al femminile con Elisabetta Belloni (osteggiata da Renzi), Paola Severino o Marta Cartabìa.
Con la rielezione di Sergio Mattarella il problema è solo rinviato di un paio di anni, a dopo le prossime elezioni politiche previste nel 2023 - ammesso che il governo Draghi non cada prima.
Mario Draghi punta a che il posto del Quirinale gli venga conservato, perché è suo per diritto divino, e utilizzerà Palazzo Chigi per influenzare l'esito delle prossime elezioni.
Archiviata l'elezione del Presidente della Repubblica inizierà una lunga e cattiva campagna elettorale, intrecciata con la resa dei conti interni ai vari partiti, in particolare Lega e M5S.
Enrico Letta, commentando il Mattarella Bis, parla di una giornata radiosa; a me sembra una notte della Repubblica, che la faccia serena da galantuomo di Sergio Mattarella non basta a rischiarare.