Sono sempre più chiari i contorni della vicenda di Hasib Omerovic, gettato da un gruppo di squadristi dal balcone di un palazzo popolare nel quartiere di Primavalle a Roma il 25 luglio scorso. Omerovic, sordomuto dalla nascita, è in coma "vigilato"
E' stato "fatto cadere" da un gruppo di agenti di polizia in borghese, che senza alcun mandato si sono presentati nell'abitazione di Omerovich, lo hanno picchiato e poi lanciato dal balcone per ucciderlo.
Il 36enne cittadino rom, disabile sordomuto, ora è in coma, ma per lui parlano i familiari che erano presenti nell'appartamento in cui è avvenuto il tentativo di omicidio da parte dei poliziotti.
Non si tratta di un semplice, quanto inusuale, "incidente" come vorrebbero far credere gli ambienti della Questura. E non si tratta nemmeno di una operazione di polizia trasformatasi in tragedia per eccesso di zelo poliziesco.
Il caso di Hasib Omerovich è un preoccupante episodio di razzismo e di squadrismo, con l'aggravante di essere stato organizzato da parte di dipendenti delle forze di sicurezza dello Stato.
Gli agenti si sono presentati nell'appartamento non per eseguire un mandato o nel corso di una indagine. Sono andati da Omerovich perchè è un rom, sospettato di aver molestato (da sordomuto) alcune ragazze del quartiere. Gli agenti avrebbero agito con l'intento di "punire" il rom disabile, comportandosi da razzisti e squadristi allo stesso tempo.
Pensavano di rimanere impuniti grazie alla copertura istituzionale e all'omertà della gente del quartiere.
Ma la famiglia di Hasib ha avuto il coraggio di chiedere piena luce su quanto accaduto e la verità lentamente ha cominciato a farsi strada.
E' una verità che mostra un risvolto umano terribile e un aspetto politico preoccupante.
Il risvolto umano riguarda la condizione di emarginazione sociale delle varie etnie rom in Italia e in particolare a Roma. Che si tratti di campi nomadi fatiscenti o di nuclei di famiglie legittime assegnatarie di alloggi comunali e in cerca di integrazione, il destino è pressoché simile: emarginati, diffidati, cacciati dagli abitanti del quartiere.
Quasi sempre quartieri di periferie altrettanto emarginate e dimenticate dalle amministrazioni, dove è naturale considerare il rom o l'immigrato come un nemico che ti deruba, minaccia la tua sicurezza e ti toglie anche casa e lavoro.
E' la narrazione più congeniale alla nascita di fenomeni di razzismo seguiti da intolleranze e violenze. Spesso gli intolleranti agiscono in gruppo, si organizzano in squadre e squadracce, danno fuoco alle abitazioni o costringono i rom ad abbandonare gli appartamenti assegnati e a tornare nelle baracche.
Il circuito di integrazione si distrugge.
Lo vedevo sempre con il carrello della spesa a rovistare nella spazzatura. Nel quartiere si diceva fosse molesto e nei modi lo era. A volte faceva dei versi alle ragazze, ma non l’ho mai visto andare oltre», spiega un ragazzo sulla trentina.
«Ho letto il post su Facebook nel quale una donna avvisava di stare attenti, credo avesse ragione: da lui ti potevi aspettare di tutto».
Non tutti però la pensano così, c’è anche chi, come Francesca Zanellati, giovane poco più che ventenne, racconta un’altra versione: «Era un ragazzo veramente tranquillo, non ha mai dato fastidio a nessuno.
Scherzava sempre con me e il mio fidanzato. Era gentile, ridevamo di tante cose». E allora perché i vicini non amavano lui e la sua famiglia?
«Ci sono tante persone anziane che sanno solo lamentarsi per il minimo rumore. Ma lui e la sua famiglia - conclude Zanellati - erano davvero persone normali».
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Il 26 luglio, quando i genitori di Hasib Omerovic si sono presentati in commissariato per denunciare l’accaduto e chiedere spiegazioni, uno degli agenti presenti avrebbe detto che tutto si era svolto nella massima tranquillità, sostenendo che mentre loro erano a parlare con la sorella avevano sentito il rumore di una tapparella che veniva alzata in camera da letto: da lì Hasib Omerovic si sarebbe gettato di sotto. Lo stesso agente avrebbe detto alla famiglia che la polizia scientifica aveva già effettuato tutti i rilievi, cosa che però è risultata non vera.
I pubblici ministeri hanno fatto sequestrare un lenzuolo della camera da letto con alcune macchie di sangue, e un manico di scopa spezzato. I familiari hanno anche consegnato agli inquirenti alcune fotografie in cui si vede un termosifone parzialmente staccato dal muro e macchie di sangue attorno alla porta della camera.
Una testimone ha detto di aver visto Hasib Omerovic cadere dalla finestra, ma non ha saputo dire se si sia gettato da solo o sia stato spinto. La testimone, come riporta Repubblica, ha anche detto: «dopo la caduta ho visto Hasib in terra e i poliziotti che cercavano di aiutarlo. Prima non avevo sentito urla, richieste di aiuto o rumori provenire dall’abitazione degli Omerovic».
Questo elemento confermerebbe che sul posto erano presenti anche altri poliziotti. In tutto, secondo ricostruzioni non confermate, gli agenti sarebbero stati otto, quattro in divisa e quattro in borghese. Un numero spropositato per un normale controllo di un disabile sordomuto.
Nel caso del tentato omicidio di Omerovic la squadraccia di violenti non era composta da fanatici di Forza Nuova bensì da agenti di polizia in borghese.
Un "salto di qualità" casuale o il sintomo di una situazione che degenera?
E' il vento di destra che soffia forte e anticipa i comportamenti che predomineranno dopo il voto del 25 settembre e la scontata vittoria di Meloni-Salvini-Berlusconi?
Il razzismo latente alimentato dalle parole d'ordine della destra sovranista e "patriottica" ha capito che potrà contare su ampi margini di favore dal prossimo governo Meloni e decide di non nascondersi più, di uscire allo scoperto in modo organizzato: le squadracce, tanto meglio se sono di agenti di polizia che godono anche della eventuale copertura dei loro superiori.
Per questo a Primavalle gli squadristi agenti in borghese hanno cercato di uccidere un sordomuto rom.
Anche gli altri sono avvisati.