13 morti, decine di feriti, decine di paesi allagati e travolti.
Nelle Marche è scoppiato l'inferno per un "temporale autorigenerante" che ha scaricato una enorme quantità di pioggia in poche ore.
I temporali autorigeneranti sono come delle gigantesche idrovore che aspirano l'aria umida e calda dell'atmosfera e la canalizzano in un'area di territorio limitata.
Sono prevedibili ma fino ad un certo punto. Servirebbero altri sistemi di previsione e soprattutto di allarme, ma la burocrazia ancora non si è adeguata ai cambiamenti climatici.
La Protezione Civile nelle ore precedenti il disastro aveva diramato allarmi tra il giallo e l'arancione per eventi temporaleschi di forte intensità.
E invece sui comuni delle Marche è venuto giù il diluvio, 400 millimetri di pioggia in 4 ore, su un territorio reso impermeabile dalla prolungata siccità.
Ostra, Trecastelli, Barbara, Cantiano, Senigallia tra i paesi più colpiti, dove almeno 10 persone sono morte e altre disperse.
dal Corriere della Sera , intervista a Bernardo Gozzini, direttore del centro Cnr-Lamma
... il modello descriveva un fenomeno che avrebbe dovuto concentrarsi sulla Toscana e non andasse a superare l’Appennino. Peraltro nella tarda mattinata.
Un errore non banale».
L’intelligenza artificiale potrà aiutare la riduzione di questo grosso margine di errore?
«Proprio in Italia, a Bologna, entrerà in funzione il nuovo data center del centro europeo sul clima che si trova a Reading. Con questo nuovo centro potremo ridurre la risoluzione a 5 km, ma ancora non basterà.
Dobbiamo sviluppare quello che si chiama Now clearing, le previsioni sul momento per seguire l’evoluzione in tempo reale di ciò che ci anticipano i modelli e ridurre il margine di errore tra previsione e realtà.
In questo il valore dell’uomo rimane molto importante in territori come l’Italia dove la conoscenza del microclima e l’orografia complessa possono fare la differenza».
Anche la burocrazia e il malaffare purtroppo sono autorigeneranti
Anche la burocrazia e il malaffare purtroppo sono autorigeneranti
da meteo.it
Il temporale autorigenerante si è innescato a causa dei forti venti in quota da Sud-Ovest e l’opposta direzione dei venti al suolo: la cella temporalesca ha visto nascere successivi nuclei di pioggia sull’Appennino spinti poi nella direzione del vento in quota, quindi verso le Marche con abbondanti piogge lungo la parte sottovento per almeno 7 ore. Il processo è terminato solo quando l’area di alimentazione non ha più avuto sufficiente ricarico caldo-umido per l’ulteriore sostentamento del temporale.
Ma cosa innesca queste alluvioni-lampo che risultano sempre più frequenti? Tra gli effetti di questo clima che cambia verso il caldo non va sottovalutato il potenziale rischio di eventi meteo estremi: ricordiamo la semplice equazione empirica "più caldo, più vapore, più acqua precipitabile in atmosfera, più energia per i temporali".
Questo è il punto fondamentale: con il caldo aumenta anche l'energia potenziale in gioco e soprattutto i contrasti termici vengono particolarmente esaltati creando un mix micidiale per lo sviluppo di imponenti celle temporalesche, alte anche fino a 10/12 km.
Un ruolo fondamentale, come detto, l’ha avuto il mare ancora molto caldo (fino a +4°C oltre le medie di riferimento di questo periodo), che di fatto ha rilasciato enormi quantità di vapore acqueo che si è poi andato a condensare in nubi e quindi poi piogge torrenziali.