Come l'Islam giudicherà la guerra di Israele e USA contro l'Iran?


Israele ha chiamato la sua operazione militare contro l'Iran "Rising Lion", ispirandosi a un versetto della Torah dal Libro dei Numeri (24:9): "Ecco, un popolo si erge come un leone; non si accovaccia finché non abbia divorato la preda e bevuto il sangue degli uccisi".

Non è un modo per guadagnarsi le simpatie dell'Islam

- in aggiornamento -

effetti dei missili lanciati da Iran su Israele
effetti dei missili lanciati da Iran su Israele

i. fan. - 15 Giugno 2025 ID: 4803

.   Ogni dettaglio dell'operazione militare che ha dato inizio alla guerra di Israele (e USA) contro l'Iran è stato studiato nei minimi particolari da almeno 15 anni.

 

Anche il nome dell'operazione: "Rising Lion", ispirandosi ad un versetto della Torah dal Libro dei Numeri (24:9): "Ecco, un popolo si erge come un leone; non si accovaccia finché non abbia divorato la preda e bevuto il sangue degli uccisi".

 

E' un messaggio politico religioso a tutto l'Islam, non solo quello di matrice sciita.


La guerra scatenata dall'operazione "Rising Lion" ha l'obiettivo iniziale evidente di porre fine al regime sanguinario di Ali Khamenei e alla minaccia di dotarsi di armi nucleari che possano distruggere Israele, ma non certo quello di convincere il popolo iraniano e il resto del Medio Oriente a considerare lo Stato ebraico come un esempio di libertà.

 

Israele nei confronti dei paesi islamici da cui è circondato conosce solo il linguaggio della forza, dell'umiliazione e della destabilizzazione. La repulsione crescente nell'opinione pubblica mondiale verso i crimini di Israele, nei paesi islamici ha raggiunto livelli assoluti, terreno fertile per fanatismi e terrorismi di ogni specie.


Come a Gaza, in Libano e in Siria, anche in Iran la soluzione prevista dagli strateghi di Netanyahu è quella della instabilità politica che genera debolezza militare ed economica, lasciando le popolazioni in una condizione di inferiorità permanente.

 

Un colpo di Stato a Teheran non è improbabile, perché gli apparati corrotti del regime iraniano cercheranno la sopravvivenza prima della sconfitta da parte di una insurrezione popolare.

Israele e gli Stati Uniti hanno bisogno di sapere chi e come andrà al potere a Teheran un attimo prima che il caos di una rivoluzione colorata possa ripetere la tragica esperienza della caduta dello Scià di Persia nel secolo scorso.

E chiunque voglia prendere il posto di Khamenei dovrà essere ben accetto a Tel Aviv, Washington, Mosca e Pechino.
Non è un'impresa difficile, e Netanyahu non si lascerà sfuggire l'occasione per mettere la ciliegina sulla torta per assicurarsi un altro decennio di strapotere in Israele, facendo dimenticare agli israeliani l'enorme prezzo politico che pagano per i crimini contro i palestinesi a Gaza e in Cisgiordania.


Alcune considerazione a margine dell'operazione Rising Lion.

 

1 - E' evidente a tutti quello che avevo ipotizzato fin dalle prime ore: non solo gli USA sapevano che Netanyahu avrebbe scatenato l'inferno su l'Iran, ma hanno partecipato attivamente alla messa a punto della strategia di attacco. Donald Trump ha "coperto" Netanyahu fingendo di avviare trattative con Teheran per la fine del programma nucleare iraniano, sapendo che sarebbero state inconcludenti, e allentando l'allerta militare a Teheran. Nel frattempo il Pentagono ha concordato gli aiuti logistici che hanno permesso agli aerei di Tel Aviv di arrivare indisturbati nei cieli dell'Iran.

 

2 - Senza gli aiuti militari ed economici degli USA, Israele non potrebbe permettersi l'enorme costo della guerra di Gaza e del mantenimento di un esercito all'avanguardia per tecnologia e addestramento. Questa verità è evidente da almeno 60 anni ma nell'ultimo decennio è ancora più vera, soprattutto con Trump.

 

3 - L'opinione pubblica israeliana, divisa da 20 mesi di atrocità a Gaza e dalla scellerata gestione degli ostaggi, si è ricompattata nel duplice scenario della difesa di Israele dall'odiato islam sciita e dall'orgoglio della supremazia su tutti i paesi del mondo.

 

4 - C'è la possibilità che l'antipatia che l'opinione pubblica mondiale nutre verso Israele per effetto dei crimini compiuti a Gaza possa trasformarsi in simpatia per il regime autoritario e sanguinario di Teheran? Per il momento non sembrano esserci segnali in tal senso, e nemmeno i media manipolati da Putin soffiano sul fuoco più di tanto. Ma se la guerra di Israele contro l'Iran dovesse prolungarsi o accentuarsi sulla falsariga di quanto accaduto a Gaza, l'opinione pubblica islamica e mondiale potrebbe cambiare opinione e solidarizzare con il regime agonizzante degli ayatollah.


Netanyahu e Trump ne trarrebbero un grande vantaggio, perché a loro interessa mantenere alta la minaccia islamista in modo da giustificare l'apparato ideologico-militare per contrastarla.

 


Da molti anni sono tra quelli che si augurano la fine del regime sanguinario degli ayatollah in Iran.


L'ultima volta, dopo il barbaro assassinio della giovane Mahsa Amini.

Ogni volta, la speranza che il popolo iraniano riesca a liberarsi di un regime islamico istaurato quasi 50 anni fa è andata perduta o rinviata.


Adesso che Netanyahu propugna la liberazione dell'Iran per mano del suo popolo sotto la minaccia delle bombe israeliane mi sembra un paradosso e un inganno.

 

Le bombe israeliane rischiano di rendere più feroce la repressione interna del dissenso.

Il popolo iraniano è stanco del regime di Khamenei ma ha anche una enorme e giustificata paura di una repressione spaventosa, che in passato ha portato migliaia di morti e incarcerati.

 

Nel resto del mondo islamico per ora c'è silenzio, anche se le immagini delle case di Israele distrutte dai pochi missili iraniani che bucano l'Air Dome - 11 morti finora - suscitano clamore e autoesaltazione tra i fanatici islamici e i movimenti terroristici.

 


 


- in aggiornamento -


 

i. fan.


Key1: Iran Israele keywords: guerra Israele-Iran, Netanyahu, Khamenei, Donald Trump, Iran, Israele, Islam,

Date Created: 15/06/2025 08:55:32


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