GKN FIRENZE, 422 LICENZIAMENTI PER NON PERDERE L'ABITUDINE


i.fan. - 10/07/2021 - aggiornato il 11/07/2021 08:50:40


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La GKN Firenze chiude e licenzia con un raggiro 422 operai via whatsapp, due settimane dopo il via libera del governo Draghi ai licenziamenti




Lo stabilimento GKN di Campi Bisenzio è di proprietà della GKN Automotive, multinazionale acquisita alcuni anni fa dal Fondo Melrose Plc di Londra, specializzato nel comprare aziende, spremerle per massimizzare i profitti degli investitori e rivenderle o chiuderle.

Per chi volesse mandare messaggi di congratulazioni al management del Melrose per come ha trattato gli operai della GKN di Campi Bisenzio, può farlo via email:

mcmullen@montfort.london

segrave@montfort.london

o scrivendo lettere indirizzate a

Melrose Industries PLC
Leconfield House
Curzon Street
London
W1J 5JA

all'attenzione di Simon Peckham, Chief Executive


La storia della GKN Automotive di Firenze non ha bisogno di tanti fronzoli per essere spiegata.

Lo stabilimento di Campi Bisenzio è uno dei 51 impianti della multinazionale del automotive, di proprietà di un fondo di investimento, destinatario negli ultimi anni di ingenti regali da parte della Banca Centrale Europea, prima con Draghi e poi con Lagarde.

E' una delle tante aziende che per 18 mesi hanno scalpitato in attesa della fine di Covid-19, e prima di vederne la fine hanno fatto enormi pressioni sul governo per tornare al business abituale: chiudere le fabbriche, licenziare i lavoratori, per garantire un ROE (profitto) sempre più grande ai proprietari, ai quali interessa ben poco se si producono componenti d'auto o tappi di birra.

GKN ha aspettato che i sindacati abboccassero all'amo del governo Draghi approvando la fine del blocco dei licenziamenti causa Covid con impegni di carta straccia.

Poi senza preavviso ha informato via whatsapp che la fabbrica chiudeva, dopo aver concesso un giorno di ferie (per meriti di produzione!!) a tutti.


Un raggiro in piena regola, penalmente perseguibile, ma non al punto da svegliare di soprassalto il ministro Giorgetti il ministro Orlando e il presidente del Consiglio Draghi.

Tutti erano forse ancora alle prese con i 318 licenziamenti della Bekaert, sempre in Toscana, annunciati una settimana fa, o i 152 della Gianetti Ruote in Brianza e non si sono ancora resi conto che questa è solo la punta dell'iceberg scatenato dalla fine del blocco dei licenziamenti e dall'inizio della riconversione industriale finanziata dai soldi facili delle banche centrali.

Nicola Fratoianni, uno dei pochi che non appoggia il governo Draghi, non ha dubbi:

“Neanche il tempo di finire di salutare i lavoratori della Gianetti Ruote di Monza licenziati con un'email, neanche il tempo di salire su un treno che ecco sul display del cellulare lampeggiano i messaggi dalla Toscana. Altra azienda, stessa storia: continua la mattanza dello sblocco dei licenziamenti del governo Draghi. Oggi è la volta della Gkn di Campi Bisenzio, con 422 persone mandate a casa senza preavviso né motivo, dalla sera alla mattina. Un film, purtroppo, già visto Depositerò subito un'interrogazione parlamentare affinché il governo si attivi subito e venga in Parlamento a spiegarci cosa intende fare».

Un consiglio per Fratoianni e quanti come lui hanno davvero a cuore una battaglia politica a fianco dei lavoratori: non limitatevi alle interrogazioni parlamentari, ma cercate di fare qualcosa di più utile.

Di questi tempi il Parlamento è un blocco monolitico dove le interrogazioni, per quanto veementi e motivate, rimbalzano senza rumore contro il grande muro dell'unità nazionale.

Inutile chiedere impegni al governo Draghi, i cui competenti ministri sapevano in anticipo quello che sarebbe successo, anche alla GKN.

E' necessario rivolgersi a ben altri interlocutori, sindacali e sociali. E' necessario ricominciare a sbattere le pentole.


La retorica draghiana, melensa, beffarda e cinica, che occulta il dramma della realtà operaia e del lavoro precario - dalle campagne pugliesi ai laboratori del CNR - ha una sola risposta ai licenziamenti come quelli della GKN : rischio calcolato, effetti collaterali, il Recovery Plan sistemerà tutto.


In attesa di tempi migliori, suggerisco una riforma a costo zero: impedire che i licenziamenti vengano comunicati nel modo brutale utilizzato dalla GKN e tante altre, senza consultazioni sindacali e con sotterfugi.

Si tratta di salvaguardare la salute psicofisica di migliaia di persone, oltre che il posto di lavoro.
Chi manda email o messaggi di licenziamento in tronco deve essere trattato alla stregua di un molestatore, un delinquente che commette violenze nei confronti di inermi cittadini.

Un reato da perseguire, senza la prescrizione garantita dal governo Dragrillo.

i.fan. twitter: menoopiu


Key1: keywords: GKN Firenze, licenziamenti, lotte operaie, governo Draghi. automotive, whatsapp

Date Created: 10/07/2021 17:00:00


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