Le ultime 48 ore sembrano tratte dal copione di un film. Purtroppo è tragica realtà, come ci ricordano le decine di vittime civili uccise a Kherson dai missili russi.
Il 20 febbraio Joe Biden a sorpresa arriva a Kyiv per abbracciare simbolicamente e realmente il presidente ucraino Zelensky. Un gesto di grande efficacia, sia mediatica che bellica, perchè punta a rinsaldare le fila della resistenza ucraina e a comunicare il totale appoggio di Stati Uniti e NATO nella guerra contro la Russia di Putin.
24 ore dopo Putin replica nel discorso alla nazione davati ai membri della nomenclatura russa.
Il criminale ripete le solite bugie e minacce, tra cui quella nucleare con la sospensione del trattato START sulle armi atomiche.
Ma non ha successi da sbandierare sul piano militare, mentre può dare i numeri falsi sulla situazione economica interna, senza temere smentite.
Qualche ora dopo arriva la controreplica di Biden da Varsavia, in una piazza piena di bandiere in uno scenario da giorno della vittoria.
Le parole di Biden sono scontate, ed è facile per lui replicare che è stato Putin a volere la guerra e a trasformarla in una tragedia globale.
«Un anno fa il mondo si aspettava la caduta di Kiev, che invece resta forte, libera e orgogliosa» questo l’incipit del discorso di Biden. «Kiev non sarà mai una vittoria per la Russia»
«Come alleati siamo rimasti forti e uniti. Lo abbiamo fatto anche per il diritto a vivere liberi dall’aggressione; siamo rimasti al fianco degli ucraini per questi valori. La posta in gioco è la libertà e la democrazia» ha proseguito.
Un bilancio delle operazioni militari: «La Russia ha commesso crimini contro l’umanità, ha rapito bambini, ha usato gli stupri come arma di guerra ma oggi la bandiera ucraina sventola sulla metà dei territori occupati all’inizio della guerra».
«Putin è un dittatore che vuole ricostruire un impero ma non ci riuscirà.
La guerra è stata una sua scelta, non una necessità. E gli Usa non cercano di distruggere la Russia.
Mosca dovrà pagare un prezzo per le sue azioni e continueremo e rafforzeremo le sanzioni economiche già questa settimana.
Solo Putin può porre fine alla guerra, interrompendo l’invasione».
Putin ovviamente si guarda bene dal raccogliere l'invito di Biden.
Ancora qualche giorno e poi il criminale russo affiderà la risposta alle parole del presidente americano ai suoi 500mila soldati pronti ad attaccare l'Ucraina da Nord, Sud ed Est.
Un inferno con altre decine di migliaia di morti, sofferenze, pericoli di escalation verso una Terza Guerra Mondiale.
Sarà l'ultimo assalto prima della disfatta?
Oppure è solo la premessa sanguinaria che precede il "piano di pace" di Xi Jinping?