Naomi Osaka è giapponese di origine haitiana e afroamericana. Ha solo 20 anni, ma già guadagna più di ogni altra donna nel circo globale dello sport, sezione tennis, uno sport molto amato dalle elite e dai ceti medi di tutto il mondo. Sono quelli che pagano per vedere un cappellino della Nike in testa ad una tennista, così come lo indosserebbe una barbie.
Nella sua precoce carriera ha già vinto tanto e tutto, grazie ad allenamenti ossessivi e al talento naturale.
Agli Open di Francia, una delle competizioni più famose del circuito tennistico internazionale, Naomi Osaka si è ritirata, cioè ha smesso di giocare il torneo al Roland Garros.
Il giorno prima aveva annunciato che non avrebbe preso parte alle consuete conferenze stampa dove si mettono in mostra i cappellini e le gonne e quant'altro per rispondere alle banali ed insulse domande della stampa.
Accusava sintomi di depressione, la "malattia" generica quanto micidiale che entra nella testa degli individui, soprattutto giovani, soprattutto donne, anche quando sono apparentemente appagati dal successo e dal denaro ma stritolati dagli ingranaggi di una vita artificiale.
L'organizzazione del circo, pardon della competizione tennistica, ha multato Naomi per non essersi presentata alla conferenza stampa. Si era sottratta ai doveri del business, senza presentare certificato medico come fanno tutte le altre operaie.
Naomi Osaka per tutta risposta si è ritirata dagli Open di Francia. "Sto male, quindi non lavoro", informando le schiere di fans di essere depressa da molto tempo, e che i primi sintomi erano comparsi nel 2018 durante gli Open USA.
Il gesto normale di Naomi, che lo scorso anno si era ritirata da una competizione per protesta contro l'ennesima uccisione di un afroamericano, ha scatenato polemiche e simpatie, ed è diventato un caso mediatico.
Let’s boycott the French open. Naomi is the most exciting player anyway. Imagine punishing someone for having anxiety... in 2021.
— Jameela Jamil 🌈 (@jameelajamil) May 31, 2021
La solidarietà è arrivata a Naomi da chi la considera una donna, o comunque un giocattolo delicato, da rispettare. Molti invece si sono scagliati contro il giocattolo ribelle, che non vuole stare al gioco: "come si permette di ritirarsi, con tutti i soldi che guadagna (cioè gli paghiamo per farci giocare)?
Un giocattolo che soffre e pensa come un essere umano, nel cinico e fastidioso mondo chiamato "sport".
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Date Created: 02/06/2021 09:21:01