OMICIDIO GEORGE FLOYD, PROCESSO ALL'AMERICA DI CHAUVIN


i.fan. - 08/03/2021 - aggiornato il 12/05/2021 21:56:23

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Oggi si sceglie la giuria. Al processo per l'omicidio di George Floyd, dietro la faccia di Derek Chauvin sul banco degli imputati c'è tutta la polizia degli Stati Uniti e il razzismo profondo della società americana



Oggi 8 marzo doveva iniziare formalmente l'iter del processo contro Derek Chauvin, agente di polizia accusato dell'omicidio "non volontario" di George Floyd il 25 maggio 2020.

Il primo atto formale doveva essere la selezione dei 12 membri della giuria popolare. Ma si è deciso di rinviare tutto di almeno un giorno, per aspettare l'esito della revisione dell'accusa a Chauvin, che la famiglia di Floyd ha chiesto di elevare al terzo grado, cioè omicidio volontario.


Le udienze dovrebbero iniziare il 29 marzo. Sul banco degli imputati, dietro la faccia di Chauvin, c'è tutto il sistema di polizia degli Stati Uniti e l'odio razzista di gran parte della società americana.

Nelle piazze delle città d'America ancora si ode l'eco dei Black Lives Matter.

§§§

George Floyd

A Minneapolis, Minnesota, si riapre la ferita profonda che ha sconvolto l'America nel 2020.

Era il 25 maggio di un anno fa, quando l'immagine di un poliziotto con una mano in tasca e il ginocchio sul collo di un afroamericano steso a terra a fianco alla ruota di un'auto iniziò a fare il giro del mondo. "I can't breathe", supplicava George Floyd, ma il suo aguzzino per nove lunghissimi minuti gli ha schiacciato il collo fino ad ucciderlo, mentre si guardava attorno soddisfatto, per ingannare il tempo.


Il poliziotto si chiama Derek Chauvin, e quel giorno era in compagnia di altri 3 agenti-aguzzini che aspettarono la fine dello sporco lavoro del collega, prima di accorgersi che George era morto.


"I can't breathe" diventò l'urlo di rabbia dei Black Lives Matter in ogni angolo d'America, il post-it della vergogna americana, appiccicato anche sui muri della Casa Bianca abitata da Donald Trump.


La morte di George Floyd segnò l'inizio della fine di Trump. Risvegliò le energie nascoste di una società che non credeva più di potersi indignare. Dopo la morte di George, l'America non è stata più la stessa.


Ha cercato, con molte incertezze, di voltare pagina, eleggendo un presidente bianco, Joe Biden, che rispetta i neri e una vice, Kamala Harris, figlia di immigrati. Ma tutti sanno che non basterà a sanare la piaga del razzismo, il solco profondo che divide gli americani.


Oggi la ferita della morte di George Floyd si riapre, perchè a Minneapolis iniziano le procedure per il processo al suo assassino Derek Chauvin.


Si inizia con la nomina dei 12 membri della giuria popolare che dalla fine di marzo ascolteranno accusatori ed accusati prima di formulare il verdetto.

E' il primo passo che influenzerà i successivi.


Come sarà composta la giuria? quali orientamenti morali e politici prevarranno tra i membri?


Perchè questo è un processo politico, come è evidente a tutti.


Non si tratta di scoprire chi è l'assassino. Nessun dubbio sul fatto che l'agente Chauvin abbia soffocato George Floyd.

La domanda che verrà sottoposta ai giudici e alla giuria è:

Derek Chauvin ha agito sotto un impulso razzista e sadico, e quindi un omicidio premeditato, oppure ha ucciso senza intenzione, eseguendo un gesto d'ordinanza che per coincidenze sfortunate ha causato la morte?


A supporto della prima ipotesi ci sono riscontri e testimonianze sulle attitudini violente di Chauvin. Ma per poterla affermare e farla prevalere sui "giustificazionisti" sarà necessario che chi giudicherà abbia un punto di vista, un'opinione e un sentimento sociale.

Se sei un membro della giuria, di razza bianca, benestante e benpensante, è molto probabile che sarai propenso a ritenere il gesto di Chauvin non intenzionale, uno sfortunato "incidente di lavoro" per chi ha il duro compito di mantenere l'ordine e la sicurezza nella complessa e violenta società americana.


Se sei un immigrato o un afroamericano che si immedesima nelle condizioni di vita dei tanti George Floyd d'America è probabile che avrai vissuto e sentito anche sulla tua pelle le discriminazioni e gli abusi della polizia, l'ipocrisia del law and order affidata a un sistema poliziesco che si identifica sempre più con un esercito di occupazione, avulso dalla società.

Quindi il primo modo per influenzare l'esito del processo è quello di "pilotare" in qualche modo la selezione dei membri della giuria. Nelle liste da cui vengono estratti i giurati, sono presenti in gran parte persone che hanno requisiti confacenti agli standard, il ceto sociale medio e maggioritario.

Specchio della società americana. Che a Minneapolis, Minnesota., nelle recenti elezioni presidenziali USA 2020 ha ribaltato il voto del 2016 favorevole a Trump, scegliendo Biden con un largo vantaggio, sull'onda dell'emozione per l'uccisione di George Floyd e, nonostante le proteste violente, sconfiggendo il Law and Order dei benpensanti trumpiani.


Le premesse non sono esaltanti.


In vista del processo il Consiglio comunale della città guidato dal sindaco dem Jacob Frey si è fatto promotore di una iniziativa a dir poco manipolatoria, che ha suscitato polemiche al solo annuncio.

L'amministrazione locale per prevenire tensioni e incidenti ha pensato di arruolare un certo numero di influencer dei social media locali, pagandoli affinchè diffondano notizie "tranquillizzanti" sul processo e sul clima attorno all'evento.


L'iniziativa è stata ovviamente giudicata manipolatoria, un modo per orientare la popolazione, ma anche la giuria, verso un comportamento "normale" durante il processo, secondo i canoni della normalità individuati dalla maggioranza bianca benpensante.

da usatoday.com


La scorsa settimana, il Consiglio comunale di Minneapolis aveva approvato quasi $ 1,2 milioni di stanziamenti a diverse organizzazioni comunitarie durante i processi come parte del suo programma Joint Information System creato dopo l'indignazione e la distruzione per la morte di Floyd. Gli "influencer dei social media" fanno parte di una più ampia strategia della comunità.

In vista del processo, la città ha pianificato di assumere sei "influencer" delle comunità nera, somala / dell'Africa orientale, nativa americana, Hmong e ispanica che hanno una "grande presenza sui social media" per condividere "messaggi generati e approvati dalla città", sui loro Facebook, Twitter, Instagram e altri account di social media per informare su strade e chiusure di edifici, oltre a respingere qualsiasi disinformazione sul processo.

E ogni influencer sarà pagato $ 2.000 secondo il piano, hanno detto i funzionari di Minneapolis.

(in aggiornamento)

i.fan. twitter: menoopiu


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Date Created: 08/03/2021 20:50:04


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