Guardate le due foto accostate, entrambe scattate in quello che un tempo era lo Studio Ovale della Casa Bianca e ora è stato trasformato in un set cinematografico, una stanza delle torture o un'alcova per innamorati a seconda delle occasioni.
In una c'è Trump con Giorgia Meloni vestita di bianco, nell'altra lo stesso Trump con il presidente del Sudafrica Ramaphosa.
Nella prima lo sguardo amorevole di Giorgia si incontra con quello sognante di Donald, nella seconda il volto scuro di Ramaphosa è interdetto dalla fake photo che Trump gli mostra a bruciapelo sui crimini dei neri sudafricani contro i bianchi.
Si scoprirà che l'immagine sventolata dal fake president americano era una foto scattata in Congo e non in Sudafrica e quindi Trump l'aveva fakeanamente utilizzata per umiliare Ramaphosa senza alcun motivo, se non l'odio razziale.
Le foto sono ingannevoli, anche quando vengono utilizzate in modo appropriato e non strumentale come ha fatto Trump verso il leader sudafricano. Le foto sono ingannevoli perché catturano un attimo, e non una sequenza; inquadrano un particolare e non il contesto.
Per questo la foto di Meloni e Trump in definitiva risulta ancora più ingannevole e "fake" della seconda.
Perché la foto di Meloni e Trump doveva servire a dimostrare che la Giorgia italiana era riuscita a sedurre e convincere il Donald della Casa Bianca a non fare la guerra contro l'Europa, a non rompere le trattative sui dazi commerciali utilizzati da Trump come cannoni puntati sui nemici.
Giorgia la costruttrice di ponti, con lo sguardo amorevole, gli occhi sorridenti e suadenti, aveva prevalso sul truce Trump, fino a quando la verità è riemersa e la fake news di Giorgia che convince Donald è stata sommersa dalle parole aspre e volgari, ma vere, del "kiss may as.."
Trump ha improvvisamente riaperto la guerra commerciale con l'Europa, stracciando la sua stessa promessa di lasciare i dazi al 10% fino a luglio in modo da consentire le trattive tra USA e Unione Europea.
L'immoralità del biscazziere nel dire e poi negare, raccontare bugie e fake news a ripetizione, anche in questo caso non si è smentita.
La verità è che Trump odia l'Europa, odia il sistema sociale, culturale, politico dell'Europa, non perché sia chissà quanto avanzato e meraviglioso, ma semplicemente perché l'Europa sta antipatica, per tanti motivi, al boss malavitoso della Casa Bianca.
Servirebbero secoli di sedute psicanalitiche per interpretare l'odio di Trump verso l'Europa e la speculare ammirazione verso la Russia di Putin, ma non abbiamo tempo da perdere e possiamo solo prendere atto che gli inquilini (mettendoci dentro anche JD Vance) della White House sono personaggi sgradevoli e impossibili da negoziare.
Conoscono solo la legge dei boss mafiosi, baciamani oppure sparatorie e stragi.
L'unica logica che Trump è in grado di capire è quella dei boss mafiosi.
Un boss non deve mai mostrarsi debole o accomodante verso le altre cosche, deve essere sempre pronto allo scontro ma anche all'accordo, secondo le convenienze e i rapporti di forza. Un vero boss stringe alleanze, ma è pronto a stracciarle e rinnegarle in qualsiasi momento.
Trump considera la Cina e l'Europa alla stregua di due cosche rivali degli USA, ma con la prima è costretto a fare accordi, con la seconda pensa di poterla ammansire o addirittura eliminare senza troppi sforzi.
Trump non ama l'Europa e l'Europa non può amare Trump.
L'unica che sembra non accorgersi di questa constatazione è Giorgia Meloni, che se fosse la governatrice di uno Stato come la Florida sarebbe perfetta in un ruolo a fianco del biscazziere. Ma Giorgia governa in Italia, condannata dalle geografia a stare nell'Europa che Trump non ama.
Molti cercano di capire le motivazioni dell'improvvisa sparata di Trump sui dazi contro l'Europa al 50% - il doppio della precedente minaccia del 25% - interpretandola come una mossa negoziale, oppure un messaggio per conto dei suoi protettori Big Tech.
Probabile, ma ci aggiungerei anche il contesto internazionale, in cui Trump annusa un crescente isolamento degli Stati Uniti sia nello scacchiere euroasiatico che in quello mediorientale.
Un isolamento che in realtà è uno schieramento. Trump ha deciso di assecondare i piani di Putin, non solo per l'Ucraina.
Sia al dittatore russo che al "fake president" serve un'Europa asservita agli interessi commerciali della Russia e a quelli geopolitici degli USA, mentre ora l'Europa, o almeno i suoi paesi principali di cui l'Italia non fa parte, sta controbilanciando in Ucraina il tentativo di Trump e Putin di accerchiare Zelensky per costringerlo ad accettare la resa incondizionata presentata da Mosca e Washington.
E la Francia all'indomani del viaggio trumpiano si è addirittura intromessa negli equilibri del Medio Oriente, presentando un piano di intervento diplomatico su Gaza assieme all'Arabia Saudita.
Roba da far saltare il sistema nervoso all'irascibile borioso boss della White House, che non ha perso tempo per tornare a ringhiare mostrando i dazi acuminati.
In una intervista di 5 anni fa a Stephen Colbert, The Late Show, l'attore Roberto De Niro definì Donald Trump "The Fake President".
Era stato lungimirante, e non aveva ancora visto il seguito.
Donald Trump è un Fake President pur essendo un fenomeno sociale e politico reale, ma perché ha scelto di trasformare la realtà in una finzione continua attraverso una macchina che crea bugie e suggestioni
a cui molti credono, per convinzione o per convenienza.
Donald Trump ha bisogno delle Fake News per alimentare il suo ascendente anche se, stando ai sondaggi, molti di coloro che lo avevano creduto ed eletto iniziano a dubitare delle sue fake news.
Donald Trump è un Fake President in un'epoca in cui purtroppo tutto ciò che è "fake" ha più successo delle vicende reali, per un motivo semplice: la realtà vera è tragica, brutta, disumana, come quella che avvolge le tragedie di Gaza o dell'Ucraina o del Sudan, come quella che ci raccontano le catastrofi causate dalle migrazioni forzate, dal cambiamento climatico e dalla sovrapopolazione.
Più il mondo ci appare brutto, più abbiamo bisogno di nasconderlo dietro personaggi come "fake president Trump", eletto presidente della maggiore potenza militare ed economica del Pianeta non da entità aliene ma da una variegata realtà umana.
Senza nemmeno dover dare la colpa all'Intelligenza Artificiale.
i. fan.
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Date Created: 25/05/2025 06:18:56