Coronavirus Italia del Nord, sulla Metro A di Roma il Termometro della Paura


i.fan. - 25/2/2020 - aggiornato il 12/05/2021 21:55:28

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Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte accusa l'ospedale di Codogno: una gestione "non del tutto corretta" causa della diffusione del coronavirus. I leghisti con Attilio Fontana in testa nascondono le responsabilita' del sistema sanitario regionale.



Il Coronavirus del Nord Italia puo' arrivare nella Capitale?

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AGGIORNAMENTO: Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte accusa l'ospedale di Codogno: una gestione "non del tutto corretta" causa della diffusione del coronavirus. I leghisti con Attilio Fontana in testa nascondono le responsabilita' del sistema sanitario regionale. ____________________

Martedi' 25 febbraio alle 7.30 del mattino nei vagoni della Metro A di Roma che vanno da Cinecitta' a Piazza del Popolo si misura il grado di paura dei romani verso quello che per ora appare come il Coronavirus del Nord, o della Padania, che potrebbe scendere con ogni mezzo piu' a Sud, passando appunto per la Capitale. Quando c'era stata la notizia dei due turisti cinesi ammalati in un albergo vicino la Stazione Termini, a ridosso della cinatown romana dell'Esquilino, nel cui sottosuolo si incrociano le metro A e B, pensavo che la paura si sarebbe in qualche modo misurata dal grado di affollamento, elevatissimo nei giorni normali per il sovrapporsi di studenti e lavoratori. Invece in quell'occasione e in quei giorni il termometro della metro indicava una tranquillita' reale, con la gente che si addossava, spingeva e si starnutiva nelle orecchie a piu' non posso, segno che nessuno temeva il contagio del covid-19, nonostante le notizie terribili provenienti dalla Cina e dalle navi da crociera. Il termometro della Metro non dava segni di febbre, i turisti cinesi erano stati isolati in tempo e ricoverati in una struttura ipersicura come lo Spallanzani. La polmonite di Wuhan non faceva paura. Ieri mattina, il primo lunedi' di riapertura delle scuole e degli uffici a Roma dopo il venerdi' della paura in Lombardia e Veneto, mi aspettavo segni tangibili non dico di panico ma almeno di cautela. E invece niente, solito viaggio in metropolitana tra turisti asiatici mattinieri, lavoratori semiaddormentati e iperraffreddati, starnuti e colpi di tosse come se nulla fosse accaduto durante il week end. Milano sembrava lontana piu' della Cina. Poi durante il giorno e' successo qualcosa nella psiche collettiva. Il numero di morti e' piu' che raddoppiato, la ricerca infruttuosa del "paziente zero" che lasciava aperte le porte del contagio, le immagini del Nord bloccato, deserto, dei supermercati presi d'assalto, della sequenza interminabile di eventi cancellati, le partite di calcio, il cuore degli italiani, a stadio chiuso ecc ecc. La psiche collettiva si muove a salti, non per linee continue, e alla sera del 24 febbraio il salto verso la paura incontrollata, anche per una citta' come Roma non ancora coinvolta dal contagio, era evidente. Il supermercato vicino casa aveva interi scaffali di alcuni generi alimentari, in particolare scatolame, gia' semivuoti, e i commessi del market non riuscivano a stargli dietro. Domani (oggi) la controprova in metro. Nella fascia di punta, dalle 7 alle 9 del mattino, secondo i miei calcoli c'e' un 30% in meno di viaggiatori. Vada per i giovani che di martedi' grasso se ne stanno a casa, vada per i turisti asiatici, che forse hanno solo spostato la sveglia mattutina, ma non riesco a capire perche' non si sente il classico rumore dello starnuto o del colpo di tosse nelle sue diverse varianti. E' come se tutti i malaticci o raffreddati cronici, abbiano deciso che forse era meglio starsene a casa. Se fosse cosi', si dimostra che il popolo non e' poi cosi' stupido come Salvini vorrebbe farci credere, e che anzi, se informato, e' piu' prudente e razionale di quei medici e amministratori degli ospedali lombardi a cui il governatore leghista Fontana devolve miliardi di fondi (pagati dai lombardi) senza che gli venga in mente di fare un test ad un ammalato di polmonite per capire se e' coronavirus o meno. Oggi, guardandoli in metro, sembra che i romani abbiano paura, in modo piu' o meno composto, per ora. Qualcuno ha gia' la mascherina, qualcun altro si copre il viso con la sciarpa, nonostante il caldo anomalo di febbraio, tutti con il cellulare a leggere le ultime notizie dal fronte. Coronavirus, Conte: �Un ospedale non ha seguito il protocollo e ha favorito il contagio�. Il presidente del Consiglio e l'ipotesi di avocare a se' i poteri delle Regioni in materia sanitaria. e' scontro con Fontana. Il governatore: �Siamo all'altezza della situazione� Il termometro della paura a Roma comincia a segnare qualche linea sopra la norma. Non gli si puo' dare torto, sapendo che il Coronavirus del Nord , sfuggito ai controlli fasulli dei governatori leghisti, potrebbe prendere un treno o un auto o un cavallo ed arrivare a Roma, a cui tutte le strade, come si sa, portano. 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