E' come un grande incendio che sembra domato. Nella radura di tronchi bruciati e distese di cenere affiorano piccole fumarole. Chi guarda dopo aver visto le fiamme alte decine di metri divorare tutto con furore, pensa che il peggio e' passato, non gioisce ma tira comunque un sospiro di sollievo.
E' la stessa impressione che si ricava in questi giorni di "ripartenza" in Italia. I numeri dei contagi, dei morti e dei ricoverati sembrano testimoniare la fine dell'incendio furioso e devastante, ma sotto la cenere cova ancora molta brace, pronta a riattizzare altri incendi non appena il vento si rinforza.
La brace dell'epidemia di Covid 19 cova ancora forte in Lombardia e in alcune altre province del Nord Italia. Da giorni le statistiche indicano che il 50-60 percento del coronavirus e' ancora concentrato nel cuore industriale e commerciale italiano, lasciando aperto il dubbio che forse sarebbe stato piu' saggio differenziare le ripartenze tra quelle zone e il resto d'Italia. Ma proprio li' c'e' anche la pressione politica piu' forte a riaprire, tutto e subito, una pressione impossibile da contrastare quando viene alimentata da interessi e manipolazioni. Il virus non c'e' piu', parola di scienziato, e dietro questa frase un fiume di opinioni e documenti e prove ecc ecc.
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Per sentire che sotto la cenere dopo l'incendio cova la brace ci devi mettere il piede sopra, bruciartelo e poi forse chiamare di nuovo i pompieri. Oppure avrai imparato a camminare sui carboni ardenti. Cosi' sara' per Covid-19. I numeri giorno per giorno, ancora per molti giorni, oscilleranno tra "e' tutto finito" e "attenzione ai nuovi focolai". Probabilmente sara' cosi' per tutta l'estate, perche', nonostante le condizioni climatiche, il coronavirus non scomparira' completamente e mano a mano che si avvicinera' l'autunno, e ci saremo ancora di piu' assuefatti ai numeri di un contagio minimo e latente, e avremo ripreso a viaggiare, a muoverci senza distanze trasportandoci il virus, saremo esposti alla nuova ondata.
Molti sono convinti che non dovremmo avere particolari paure di una seconda onda di covid19 perche', per quanto intensa, ormai sappiamo come trattare il virus, come difenderci, come allestire rapidamente le barriere e le strutture ospedaliere (?!).
Non credo che andra' proprio cosi', nel caso il virus dovesse riaffacciarsi a ottobre. Ci saranno pressioni ancora piu' forti a non fermare tutto, a non ripetere misure forti di lockdown, tanto poi il virus passa, moriranno un po' di anziani, amen, ma poi passa, poi arrivera' un vaccino.
Ci saranno ancora i sala e gli zingaretti, i fontana e i salvini, i renzi e le meloni, di maio e conte, a difenderci e a incitarci. Gli incendi si spengono quando non c'e' piu' nulla da bruciare. Quando saremo stati tutti contagiati e chi doveva morire e' morto e gli altri sono (forse) diventati immuni. I numeri del covid-19 in Italia non appassionano piu' nessuno, ne' gli ottimisti tanto meno i pessimisti. Sono numeri che non danno segnali, o sono insignificanti, perche' si e' deciso che il virus non esiste piu'. Alla prossima ondata non conteremo piu' i contagiati i morti o i guariti. Ci limiteremo a dare qualche informazione sull'ordine di grandezza, come per le influenze stagionali, "milioni di italiani a letto".
Tra due o tre settimane non se ne parlera' piu' nemmeno negli Stati Uniti, dove l'ecatombe registra piu' di 110 mila morti e due milioni di contagiati individuati. E che se ne parli in India o in Africa o in Sudamerica interessa a pochi o sara' solo per rimarcare le differenze, "noi l'abbiamo scampata, loro, poverini ancora no".
Molti andranno li' a fare i turisti e gli aerei riprenderanno a trasportare uomini e covid, ma ormai non ci faremo piu' caso. Per ora godiamoci il Piano Colao, sei punti per non perdere l'abitudine a sognare sotto l'ombrellone.
i.fan. twitter: menoopiu
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Date Created: 11/12/2020 16:57:03