Xi Jinping arriva in Italia il 21 marzo per fare shopping e dare consistenza alla penetrazione della Cina in Europa, dopo aver comprato a buon mercato il porto del Pireo dai disastrati greci. cina - uigur L'arrivo dei cinesi non e' da imputare tutto al trio Conte, Di Maio, Salvini ma alle decisioni gia' prese dai precedenti governi, ultimo Gentiloni, sulla nuova "Via della Seta", la poetica definizione con cui il regime di Xi Jinping maschera la vera grande invasione del 21� secolo. Dai siti industriali dell'estremo oriente alle piazze europee, non piu' splendenti ed esclusive, ma comunque necessarie ai progetti espansionistici, la Cina investira' miliardi di dollari (quelli incassati dai surplus commerciali) per costruire i corridoi logistici, finanziari e politici che gli consentiranno di unire le coste del Pacifico a quelle dell'Atlantico sotto un ombrello geopolitico che con il passare degli anni dovrebbe cambiare il volto del Pianeta. L'Italia e' un punto di passaggio importante nella strategia di Xi Jinping: una sorta di rivincita su chi quasi 800 anni fa apri' le porte per il dominio europeo sul continente asiatico ma soprattutto la testa di ponte per superare le ultime flebili itubanze dei paesi europei a farsi sedurre e ricattare dalla potenza economica cinese. Durante la visita del boss cinese Conte Di Maio Salvini si apprestano a firmare un "memorandum di intesa" nel quale ci sono generiche affermazioni che nascondono i futuri passi concreti: tanti soldi dalla Banca cinese AIIB - una entita' finanziaria creata appositamente per gestire il project financing della Belt and Road Initiative - con cui creare lavoro e investimenti, ovvero comprare le infrastrutture logistiche per far transitare le merci cinesi per togliere lavoro e investimenti ai paesi ospitanti. Sembrerebbe un grazioso e gentile regalo del popolo cinese al popolo italiano, ma in cambio cosa chiedono i nuovi padroni dell'economia mondiale? In apparenza nulla, o al massimo di avere una "visione diversa" della realta' socio-politica in Cina, di non chiamare piu' "lager" i "centri di rieducazione" dell'Uigur, di smetterla di denunciare le reporessioni e violazioni dei diritti umani e l'onnipresente sistema di schedatura di massa tecnologica, di capire che Xi Jinping e' un illuminato benefattore delle sorti globali e non un moderno dittatore che, al pari di Maduro ed Erdogan, si e' fatto modificare la Costituzione a sua immagine e convenienza. Conte Di Maio Salvini, a cui si aggiungera' per l'occasione anche Mattarella, saranno i primi sceneggiatori dei futuri spettacoli al Colosseo, con i dragoni al posto dei leoni e l'imperatore Xi a fare il pollice verso. Tags : Belt and Road, Cina, xi jinping, Di Maio, Salvini
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Date Created: 11/12/2020 16:54:48