Dal corriere.it
Trent'anni di carcere. Questa è la condanna pronunciata dalla Corte d'Assise di Busto Arsizio (Varese) nei confronti di Davide Fontana, reo confesso di aver ucciso la vicina di pianerottolo Carol Maltesi (25 anni quando è morta), colpendola in testa con un martello e tagliandole la gola tra il 10 e l'11 gennaio del 2022 mentre giravano un filmino hard nella casa di lei, a Rescaldina, in provincia di Milano.
Le richieste della Procura
La Procura aveva chiesto l'ergastolo con due anni di isolamento diurno per i reati di omicidio volontario aggravato, distruzione e occultamento di cadavere. Ma i giudici, dopo una lunga camera di consiglio, non hanno riconosciuto tre delle aggravanti contestate (premeditazione, crudeltà e motivi abietti e futili) mentre hanno riconosciuto le attenuanti generiche equivalenti alle residue aggravanti. L'uomo aveva raccontato agli inquirenti di avere fatto a pezzi il cadavere tentando, senza riuscirci, di dargli fuoco in un braciere.
E' una sentenza assurda, che offende le donne e rappresenta con amara crudezza l'incapacità del sistema giudiziario di affrontare i casi innumerevoli di femminicidio, nascondendosi dietro l'algebra astratta del codice penale.
Come si fa a sostenere che un delitto efferato, con occultamento di cadavere e tentativo di depistaggio non sia "intenzionale"?
Non è colpa dei giudici, sentenzia qualcuno, se i codici e le pene sono stati pensati senza riguardo per le differenze di genere.
L'omicidio di una donna da parte del marito, compagno o molestatore è equiparato alla rissa stradale, all'omicidio con il cacciavite per un parcheggio conteso.
La giustizia, e i giudici, non ammettono che il femminicidio è l'atto premeditato da secoli di patriarcato, di cultura del dominio maschilista contro le donne.
Non capiscono, come nel caso di Impagnatiello, che i maschi uccidono le donne sulla base di una premeditazione atavica, millenaria, calcolata.
Che l'eccesso di violenza ed efferatezza non è il sintomo di un omicidio pulsionale e imprevisto, bensì il contrario.
L'omicidio di una donna, come nel caso di Carol Maltesi, è sempre premeditato.
I giudici obiettano che le leggi vigenti non consentono distinzioni o interpretazioni. Vittima e assassino, secondo il codice penale, sono asessuate, a meno di dichiarazioni esplicite del maschio !, e i giudici non possono farsi influenzare dalle considerazioni di genere.
Inoltre, la strage delle donne, centinaia ogni anno, secondo la giustizia italiana non è una strage, perchè le donne vengono uccise una alla volta, e non tutte insieme.
"Vostro Onore, siete un imbecille?"
"No, sono i politici che fanno le leggi sbagliate. Noi le applichiamo soltanto, anche a costo di sembrare degli imbecilli o dei maschilisti"
"Non è vero, vi nascondete dietro ad un dito. Usate una bilancia truccata, non vi rendete conto che ogni femminicidio ha una comune matrice di premeditazione, abiezione, crudeltà, facilmente riconoscibile."
Personalmente non sono favorevole all'ergastolo. E' un prolungamento della pena inutile, un seppellire l'individuo da vivo senza possibilità di appello. Quel che è incomprensibile nel caso dell'assassino Davide Fontana è lo sconto di pena, aver usato un metro diverso, quasi a voler ridurre la gravità del suo gesto.
Che razza di giustizia ! quella che vuole punire Alfredo Cospito che non ha ucciso nessuno con l'ergastolo e il 41bis e commina 30 anni di carcere ad un violento omicida di una donna inerme !
Anche nel caso dell'omicidio di Giulia Tramontano per mano di Alessandro Impagnatiello la GIP aveva escluso la premeditazione perché non c'erano prove, cioè gli inquirenti non le avevano ancora trovate, della premeditazione del femminicidio.
Il giudice preliminare, usando sbrigativamente le formulette del codice penale, aveva già spianato la strada per evitare l'ergastolo a Impagnatiello, che nemmeno l'avvocato difensore riteneva credibile e difendibile !.
Il sistema di Giustizia italiano ritiene che l'omicidio di una donna ad opera di un maschio, marito, compagno, o sconosciuto, sia ancora un fenomeno estemporaneo, la perdita improvvisa di controllo, una reazione emotiva alla perdita del possesso.
La sentenza sull'omicidio di Carol Maltesi è un'idiozia, non per la differenza tra una condanna di 30 anni e una di ergastolo, ma perché nega l'evidenza dell'omicidio crudele, premeditato, abietto, di una donna. Un femminicidio.