Trump che giustifica i crimini di Netanyahu e Putin è un criminale?


E' ormai evidente che i criminali come Putin e Netanyahu usano l'amicizia di Donald Trump per giustificare i loro crimini in Ucraina e a Gaza. Quindi Trump è il criminale boss dei criminali!

Gaza, Ucraina, crimini contro l'umanità
Gaza, Ucraina, crimini contro l'umanità


i. fan. - 11 Agosto 2025 ID: 4913


E' ormai evidente che i criminali politici come Putin e Netanyahu usano l'amicizia di Donald Trump per giustificare i loro crimini.

Quindi Trump è il criminale boss dei criminali!



Certo che gli schematismi in politica non funzionano, non spiegano i fenomeni sociali complessi e oscuri che scatenano all'improvviso furori ideologici o affogano pulsioni ritenute indistruttibili.

Gli schematismi non spiegano i problemi veri e i cambiamenti sociali, non scalfiscono l'ascesa di leader ritenuti fino ad allora impossibili e impresentabili.


Gli schematismi ideologici e le letture faziose in politica aiutano solo coloro che hanno già il vento in poppa, quando la velocità di crociera degli eventi imprevisti raggiunge il punto di fuga che cambia il corso della storia.

Da dieci anni a questa parte gli schematismi che funzionano sono solo quelli di estrema destra, razzista. immorale, affaristica, cinica e violenta nel distruggere qualsiasi simbolo del passato.

 

I fini analisti ci avvertono che c'è sempre qualcosa di vero e di buono, o quantomeno di oggettivo, anche nei capovolgimenti più sgraditi e nefasti (per coloro che si erano adeguati e adagiati sull'ordine di cose precedenti).

Come dargli torto sul piano del puro discernimento razionale.

Le anime ingenue si sciolgono come neve al sole nell'agone politico.

 

Donald Trump è l'incarnazione vivente della politica che sfugge agli schematismi ideologici, rappresentando uno schema talmente diverso, nuovo e sgradevole da rendere impossibile il confronto.


L'America woke di Obama, Clinton, Biden è stata spazzata via dal MAGA, dall'America di Donald Trump politicamente scorretta, egoista, violenta, religiosamente fanatica.


Trump è l'apoteosi dei cambiamenti più violenti, cinici, umilianti degli ultimi 80 anni di storia. Prima di Trump, solo Hitler era riuscito in un'impresa così vasta, profonda e terribile.

 

Paragonare Donald Trump a Hitler è quanto di più politicamente scorretto si possa fare, e non risolve un accidente di nulla.

 


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Donald Trump fin dall'inizio del suo secondo mandato presidenziale ha voluto legare la sua immagine e azione sulla ribalta internazionale a due personaggi che da alcuni anni nell'immaginario collettivo rappresentano la quintessenza del crimine politico: Benjamin Netanyahu e Vladimir Putin.

 

Laddove altri leader politici avrebbero fatto sfoggio di diplomatica ipocrisia per allontanare l'immagine sgradita di Netanyahu e Putin dalla propria, pur coltivando relazioni d'affari, Donald Trump è stato lineare e trasparente nel mostrare i suoi legami di interesse e di affinità ideologica con i due criminali internazionali, diventati il simbolo della cattiveria e della violenza, spesso gratuita, per aver invaso l'Ucraina portando alla morte centinaia di migliaia di soldati, e per aver raso al suolo Gaza, ucciso decine di migliaia di civili palestinesi, riducendo alla fame e al genocidio due milioni di esseri umani.

 

Vladimir Putin e Benjamin Netanyahu sono ormai due simboli assoluti del male e del crimine, a cui nessun altro leader verrebbe voglia di associare la propria immagine senza pagarne un prezzo verso l'opinione pubblica.

Nessuno, tranne Donald Trump, si vanterebbe dei rapporti di amicizia con due capi criminali come l'israeliano e il russo.


I rapporti di amicizia e di interesse, prima negli affari più loschi poi nella scalata politica, tra Trump Putin e Netanyahu meritano di essere approfonditi e valutati per le conseguenze sulla storia attuale.

 

L'ascesa politica di Donald Trump è stata contrassegnata dalle influenze della Russia di Putin, dalle accuse e dalle inchieste - resta agli atti della Storia quella del procuratore speciale Robert Mueller che dichiarò evidenti le manovre dei russi sull'organizzazione elettorale di Trump ma senza che "lui se ne accorgesse", mentre i suoi più stretti collaboratori intrallazzavano con gli apparati di Putin.

 

Esistono prove e documenti inconfutati che dimostrano come gli apparati russi - servizi segreti e organizzazioni economiche mafiose - abbiano aiutato Trump nei suoi affari immobiliari sia in Russia che negli USA e che ad un certo punto Putin si sia reso conto che le qualità retoriche e propagandistiche del biscazziere potevano tornargli utili nell'influenzare il corso della storia americana.

 

The Moscow Project - Coltivare un asset
2009-2013
Come Donald Trump è diventato il candidato perfetto per l'attacco della Russia alla democrazia americana.

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Che un americano così famoso, con un programma televisivo di successo, un seguito enorme su Twitter, una propensione per le teorie cospirazioniste razziste e una lunga storia di amichevoli relazioni commerciali con la Russia, stesse guadagnando influenza all'interno del Partito Repubblicano storicamente anti-russo non sarebbe passato inosservato a Mosca.

Non è quindi una coincidenza che, secondo il dossier compilato dall'ex agente dell'MI6 Christopher Steele , Trump abbia iniziato a fornire informazioni all'intelligence russa più o meno nello stesso periodo. Il dossier, citando quattro fonti – due funzionari in Russia (un ex alto funzionario dell'intelligence e un alto funzionario del Ministero degli Esteri) e due espatriati russi – sostiene che Trump abbia avuto rapporti con l'intelligence russa per almeno cinque anni:

Parlando con un connazionale di fiducia nel giugno 2016, le fonti A e B, rispettivamente un alto funzionario del Ministero degli Esteri russo e un ex ufficiale di alto livello dell'intelligence russa ancora attivo all'interno del Cremlino, hanno affermato che le autorità russe avevano coltivato e sostenuto il candidato repubblicano alla presidenza degli Stati Uniti, Donald TRUMP, per almeno 5 anni. . . .

Tuttavia, una fonte vicina alla campagna di TRUMP conferma che da almeno 8 anni esiste uno scambio regolare con il Cremlino, che comprende anche informazioni di intelligence trasmesse alla Russia sulle attività degli oligarchi negli Stati Uniti.

L'accusa contenuta nel dossier secondo cui Trump avrebbe fornito informazioni sugli oligarchi russi che vivevano nelle sue proprietà è in linea non solo con il funzionamento dei servizi segreti – spesso partono da richieste così semplici che gli obiettivi non si rendono conto di essere diventati risorse dell'intelligence – ma anche con gli sforzi della Russia per tenere d'occhio i suoi oligarchi, nonché con la storia di Trump stesso nella sorveglianza dei suoi edifici. Trump e i membri della sua campagna nominati nel dossier ne hanno ampiamente negato la veridicità, sebbene non abbiano compiuto alcuno sforzo significativo per screditare le singole accuse.

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La reputazione della Trump Organization di lesinare sulla due diligence nei confronti della sua clientela e dei suoi partner commerciali crea la possibilità che uno o più dei suoi partner commerciali possano essere in possesso di informazioni compromettenti sui suoi rapporti finanziari, oltre al compromissione sessuale descritto nel dossier.

Indipendentemente dal fatto che la Russia abbia ottenuto o meno un kompromat su Trump durante il weekend del concorso di Miss Universo, il viaggio ha chiaramente lasciato Trump con un'alta opinione della Russia e di Putin. In interviste e discorsi durante e dopo il viaggio, Trump si è vantato del suo rapporto con il Paese e il suo leader, alludendo a un regalo ricevuto e a un colloquio "indiretto – e diretto – con il Presidente Putin, che non avrebbe potuto essere più gentile".

Al suo ritorno negli Stati Uniti, Trump era pronto a essere sfruttato dalla Russia per minare la democrazia nelle elezioni del 2016.


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Nel corso degli ultimi anni le accuse contro Trump in merito ai suoi legami sospetti con la Russia di Putin si sono infranti contro un muro di omertà, bugie, mancanza di documentazione.

Il rapporto Mueller commissionato dal Congresso USA ha dimostrato che numerosi membri dell'Organizzazione Trump nella campagna elettorale del 2016 erano collusi e manovrati dai servizi di Putin, ma non è mai riuscito a dimostrare che Trump fosse a conoscenza delle interferenze o che le avesse approvate o sollecitate.

 

Del resto i servizi segreti russi sono da sempre la vera arma più potente nelle mani del criminale Putin, che ha costruito il proprio potere personale, economico e politico sulla capacità di manovrare i servizi, infiltrarli ovunque, ricattare o uccidere chiunque fosse a rischio di compromettere la rete criminale.

 

Putin ha circondato Trump, il suo "agente Krasnov" più importante e perfetto, con una cupola di protezione indistruttibile, come si conviene al capo della più grande potenza militare ed economica, e si appresta a raccogliere i frutti di una ultradecennale attività di manipolazione. Attraverso Trump Putin controlla i due terzi delle decisioni politiche internazionali. E lui il vero boss! grazie a Donald Trump.

 

L'ammirazione e la gratitudine di Trump verso Putin vanno oltre vanno oltre ogni immaginazione e spesso il criminale russo è dovuto intervenire per frenare gli slanci di "affetto" ed ossequio di Trump nei suoi confronti.

Il mondo e una gran parte dell'opinione pubblica a americana guarda con diffidenza ai rapporti tra Trump e Putin, e molti aspettano un passo falso per smascherare la tresca.


Difficile che accada, ma resta evidente l'assonanza politica e morale tra il criminale Putin e il suo agente Trump.


 


 Netanyahu e Trump, affari e crimini

 

L'amicizia e i rapporti di interesse tra Trump e Netanyahu derivano da una conoscenza comune molto ricca e influente, l'imprenditore ebreo proprietario di alberghi e casinò Sheldon Adelson.

 

Nel 2016 durante la campagna per le presidenziali Trump e suo genero Kushner corteggiarono Adelson in privato, incontrandosi diverse volte a New York e Las Vegas. "Avere ebrei ortodossi come Jared e Ivanka accanto a sé e così tante persone comuni interessate ha dato un certo conforto a Sheldon", ha detto Ronn Torossian, un dirigente delle pubbliche relazioni di New York che conosceva entrambi gli uomini. "Chi permette al proprio figlio di sposare un ebreo ortodosso e poi di diventare ortodosso probabilmente si troverà molto vicino a Israele".

 

Miriam Adelson, moglie di Sheldon, professione medico nata e cresciuta in quello che oggi è Israele, è considerata una partner paritaria nelle decisioni politiche del marito.

A suo dire, gli interessi dello Stato ebraico sono al centro della sua visione del mondo e le sue opinioni sono in linea con l'approccio di centro-destra del Primo Ministro Benjamin Netanyahu nei confronti dell'Iran e dell'occupazione israeliana dei territori palestinesi.

 

Adelson suggerì nel 2014 che Israele non ha bisogno di essere una democrazia. "Penso che Dio non abbia detto nulla sulla democrazia", disse Adelson. "Non ha parlato del fatto che Israele debba rimanere uno stato democratico".

Durante un viaggio nel Paese diversi anni fa, alla vigilia del bar mitzvah del suo giovane figlio, Adelson disse: "Spero che torni; il suo hobby è sparare. Tornerà e farà il cecchino per le IDF", riferendosi alle Forze di Difesa Israeliane.

 


Sheldon Adelson è morto nel 2021 e la moglie Miriam ha continuato a gestire il suo impero di alberghi, casinò e cliniche private e soprattutto ad intrecciare rapporti politici con cui manipolare le scelte della Casa Bianca.
La rielezione di Trump nel 2024 ha visto Miriam Sheldon tra i protagonisti finanziatori della sua campagna e Trump l'ha contraccambiata invitando Benjamin Netanyahu alla Casa Bianca, primo uomo di Stato ad essere ricevuto dopo il 20 gennaio.

 

Da quell'incontro nacque l'idea criminale e volgare della Riviera di Gaza, la deportazione di un milione di palestinesi per fare posto ad alberghi e casinò sulle sponde le mar Mediterraneo, una visione che sarebbe piaciuta molto ad Adelson, mentre i soldati dell'IDF buttavano giù palestinesi come birilli.

 

 

I crimini di Netanyahu a Gaza resteranno nelle pagine nere della storia.

Donald Trump, essendo un idiota istintivo, capisce che le immagini dei bambini affamati e della distruzione senza limiti di Gaza, sono più potenti di qualsiasi giustificazione dei crimini commessi da Israele.

Eppure Donald Trump sembra impotente a fermare la strategia criminale di Netanyahu, pur sapendo che arreca enormi danni alla sua immagine di "pacificatore". 

E' la prova più lampante che gli istinti criminali di Netanyahu hanno pervaso anche Donald Trump avvolgendolo in una spirale da cui non può liberarsi. 

Il cinismo criminale di Netanyahu è parte integrante del limitato orizzonte cognitivo di Donald Trump.

 


Trump che giustifica i crimini di Netanyahu e Putin è un criminale?

i. fan.


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Date Created: 11/08/2025 06:50:00


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