Poco prima che Zelensky intervenisse in "remoto" a Montecitorio, anche il Papa ha avuto un colloquio telefonico con il presidente ucraino.
Lo ha rivelato l’ambasciatore di Kyiv in Vaticano. «Il ruolo di mediazione della Santa Sede nel porre fine alla sofferenza umana sarebbe accolto con favore» ha commentato Zelensky sul suo profilo Twitter. Ha anche «ringraziato il Papa per le preghiere per l’Ucraina e la pace».
Parole molto formali, che rimarcano una distanza tra il leader ucraino e il papa cattolico.
Che l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia di Putin stia determinando una svolta epocale nei destini dell'umanità lo sanno anche i bambini, che in Italia come in altri paesi dell'Europa improvvisamente si trovano ad accogliere migliaia di coetanei traumatizzati in fuga dall'orrore della guerra.
I bambini impiegano pochi secondi a trovare un sorriso e a togliersi di dosso l'imbarazzo di una situazione difficile da capire.
Qualcuno adulto invece ha i riflessi poco pronti, oppure è paralizzato dalle logiche del passato e non riesce a trovare un ruolo in questo frangente tumultuoso.
E' stato sicuramente così all'inizio per i leader europei, increduli che il loro compare d'affari russo potesse spingersi così oltre il prevedibile. Poi hanno recuperato, chi più chi meno.
Anche Draghi ha avuto un sincero ravvedimento come testimoniato alla fine dell'intervento di Zelensky al Parlamento italiano.
L'unico che tarda ad entrare con il piede giusto nel nuovo scenario sembra essere Papa Francesco, alias Bergoglio vescovo di Roma.
La sua assenza di iniziative, o quelle discutibili con l'ambasciata russa, non è sfuggita agli osservatori internazionali che in alcuni casi lo hanno paragonato alla grigia figura di Pio XII che evitò di criticare apertamente i nazisti, le guerre e l'Olocausto degli Ebrei.
Mi sembra una accostamento ingeneroso, ma è certo che da Bergoglio sia i cattolici che i laici si aspettavano qualcosa in più delle rituali parole di condanna della guerra.
Forse Bergoglio è preoccupato di non tagliare i ponti con la chiesa ortodossa di Mosca, quella che ha il suo "Papa" nell'omofobo sostenitore di Putin, Patriarca Kirill.
L'unità delle chiese cristiane, lo dico da profano agnostico, credo che sia un tema molto a cuore del Vaticano e capace di influire notevolmente sulle sue bussole.
Ma Bergoglio sa benissimo che in questo momento la stragrande maggioranza dei cattolici europei non ha un interesse all'unità con i preti fanatici ortodossi.
Putin è un loro devoto e nella sua visione nostalgico-imperiale la Chiesa di Mosca è una colonna portante dello "spirito" russo e dei valori egemonici messi in scena con missili e bombe su Mariupol, Kyiv, Kharkyv e altre martoriate situazioni.
Ammettiamo pure che Bergoglio sia davvero convinto che Zelensky e i suoi concittadini debbano difendersi da Putin non con le armi ma con l'invocazione della Pace.
Capisco che la fede cattolica, memore degli orrori delle guerre, non possa schierarsi con chi si difende con le armi.
Però c'è una cosa che Papa Francesco poteva fare, non ha fatto ma potrebbe ancora essere in tempo a fare.
Inviare al suo omologo patriarca di Mosca Kirill i video, le foto, le voci, le testimonianze di quanto sta accadendo davvero in Ucraina.
Potrebbe accompagnare le informazioni con una riflessione:
"Caro Kirill, mi rendo conto che in Russia da molto tempo non circolano le informazioni vere su quanto accade nel mondo e ora più che mai vengono nascoste le verità atroci su cui siamo chiamati, come Pastori di Dio, a pronunciare le nostre implorazioni.
Possiamo assistere impotenti a quanto accade alla popolazione civile in Ucraina e ai giovani soldati, anche di Russia?
Come ti ho già spiegato pochi giorni fa, «Dio è solo Dio della pace, non è Dio della guerra, e chi appoggia la violenza ne profana il nome»
Ti ho chiesto nei giorni scorsi di intercedere verso il tuo devoto Putin, affinché fermasse l'esercito, ma il mio appello accorato mi sembra caduto nel vuoto.
Le nostre Chiese assistono impotenti alla guerra e ai massacri.
Una impotenza che ci sta attirando le critiche da ogni parte del mondo, anche dai nostri fedeli, che ci invitano, ci chiedono di fare di più.
Noi non vogliamo impugnare le armi per una o l'altra parte in guerra.
Ma possiamo fare qualcosa di molto importante, per aprire gli occhi e i cuori delle nostre comunità e coinvolgerle nel combattere la guerra e la morte con le parole della verità.
Possiamo diffondere in ogni chiesa e in ogni occasione le immagini delle atrocità della guerra in Ucraina, le case distrutte, i corpi straziati, i volti dei bambini che fuggono, le madri uccise con la vita in grembo ..."
Queste parole Papa Francesco non le ha mai pronunciate ma potrebbe farlo ora in questi giorni, per uscire dal buio angolo dell'impotenza a cui sembra condannato.
Combattere la guerra con le immagini della guerra, quelle che Putin nasconde per non disturbare le coscienze sopite dei russi.
Basterebbe che ogni parrocchia, ogni comunità cattolica si organizzasse per inviare le foto e i video ai cittadini della Russia, e alle chiese ortodosse.
Basta prendere uno stradario di Mosca o San Pietroburgo e inviare lettere con le immagini e la descrizione in russo di cosa significano.
Per evitare dubbi sulla veridicità della documentazione il Vaticano potrebbe organizzare un gruppo autorevole di giornalisti indipendenti che certifichino la veridicità e l'imparzialità delle immagini.
Possono essere spedite lettere via posta ordinaria o tramite email, in modo da invadere le case di tanti russi con le immagini di una guerra atroce che nessuno gli fa vedere.
La prima lettera-documentata potrebbe inviarla proprio Bergoglio a Kirill.
Il Papa cattolico ha un esercito di fedeli pacifici e pacifisti, perché non mobilitarli per sollevare le coscienze dei russi ignari, vittime della disinformazione della loro stessa chiesa ortodossa ?
Datti da fare Bergoglio, meno preghiere e più fatti.
i.fan. twitter: menoopiu
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Date Created: 22/03/2022 19:56:44