10, 100, 1000 MINI CHERNOBYL


i.fan. - 10/05/2021 - aggiornato il 13/07/2021 14:54:44

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Dal sarcofago di Chernobyl giungono segnali di ripresa delle reazioni atomiche. Dai governi e dai tecnocrati mondiali giungono segnali di ottimismo per una nuova generazione di "mini centrali nucleari verdi"



Chernobyl non è una figura mitologica.

E' un mostro in cemento e acciaio, abita il mondo reale degli uomini e ne ravviva la memoria da 35 anni.

Quando la centrale nucleare più famosa del mondo saltò in aria, il mito dell'energia nucleare sicura e pulita era già contestato da un decennio in Europa e negli Stati Uniti, dove qualche anno prima si era sfiorata la tragedia a Three Miles Island.

Quando il 30 aprile 1986 i tecnici di una centrale svedese rilevarono anomale emissioni radioattive dalle loro scarpe, capirono subito che si trattava della polvere trascinata dai venti provenienti da Chernobyl, dove al mattino del 26 si era verificato un incidente ancora sconosciuto nelle dimensioni a causa della cortina che circondava il regime dell'allora URSS.

Centinaia di tecnici e cittadini ignari morirono, centinaia di migliaia, soprattutto in Bielorussia e Ucraina, si ammalarono o morirono negli anni successivi.

Ancora oggi il nome di Chernobyl evoca la paura del disastro nucleare, come quelli di Hiroshima e Nagasaki prima, e quello di Fukushima poi.

Le immagini desolate dell'abbandono di strutture in ferro e cemento, dei paesi disabitati, il senso di pericolo e di morte.

La tragedia di Chernobyl aprì gli occhi al mondo, che fino ad allora aveva deriso i movimenti antinucleari ed ecologisti accusati di essere retrogradi, antiscientifici e pagati dalle multinazionali del petrolio.

Ma 35 anni sono tanti, e la memoria si offusca. Quando10 anni fa il mostro nucleare è riapparso a Fukushima, la colpa è stata data allo tsunami e non all'incapacità umana di prevedere i rischi dell'energia atomica messa su una falda sismica.

Chernobyl in questi giorni è tornata nelle cronache dei giornali.

Gli strumenti di monitoraggio che circondano il sarcofago di cemento che contiene il reattore 4 esploso nel 1986 segnalano un aumento dei flussi di neutroni, effetto di una ripresa dell'attività di fissione del combustibile di uranio rimasto dentro la cappa.

L'equazione della fissione atomica è semplice: più neutroni causano più scissioni che a loro volta generano flussi di neutroni. La reazione a catena che dentro un reattore dovrebbe essere controllata, ma che a Chernobyl potrebbe invece trasformarsi in una nuova bomba nucleare.

Il risveglio del mostro atomico, lo hanno definito i mass media.

Ignoranti. Il vero mostro si sta risvegliando in un altro modo e in dimensioni ancora più preoccupanti e subdole.

Il vero mostro non sta a Chernobyl ma negli ovattati convegni stile Davos patrocinati dal network industriale-finanziario che ruota attorno all'industria nucleare, sotto le sembianze truffaldine della "riconversione ecologica", della lotta al riscaldamento globale e alle emissioni di CO2.

Obbiettivi nobili, la cui necessità è innegabile ma che si tarda a raggiungere nonostante il massiccio sviluppo delle rinnovabili verdi, eolico e fotovoltaico, perchè la crescita economica drogata dalle strategie di business sopravanza la velocità di conversione alle nuove fonti di energia.

La Cina post Covid ha ripreso a costruire centrali a carbone per star dietro al ritmo incessante della produzione industriale. E così faranno anche l'India, il sudest asiatico, gli Stati Uniti con il gas fossile.


E l'Europa?

L'Europa punta all'idrogeno e alle centrali nucleari per produrlo, sotto la guida (o dietro l'inganno) dei suoi leader tecnocrati del momento, in prima fila Macron e Draghi.

I camaleonti neoecologisti non perdono occasione nel magnificare le sorti del radioso futuro verde costruito sulle solide basi di centinaia di miliardi di euro di recovery fund e next generation, ma quando si va al dunque, ai dettagli tecnici, preferiscono mandare avanti i "tecnici", i guru del rinascimento verde che si manifesterà verso il 2050.

Il capostratega indiscusso del nuovo ecologismo è Fatih Birol, direttore esecutivo dell'Agenzia internazionale per l'energia, che da anni tesse la tela e le alleanze necessarie per realizzarla.

Il "verde" non è più nemico delle multinazionali petrolifere, nè tantomeno di quelle dell'energia nucleare.


Nel mondo idilliaco disegnato da Fatih Birol, in una recente intervista a Yale Environment 360


Il boss della IEA padroneggia l'argomento con furbizia: da un lato registra il divario tra i buoni propositi che il leader politici del mondo declamano e la cruda realtà dei numeri. L'inesorabile aumento delle emissioni, l'innalzamento delle temperature, le disattese previsioni di cambiamento.


Dall'altra agita l'ottimismo del tecnocrate: se l'occidente regala qualche centinaio di miliardi a Cina, India e Indonesia per sostituire le centrali a carbone con le tecnologie "pulite", tutti avremo da guadagnarci in salute, occupazione, ottimismo.

Giusto, perchè non provarci?

Ma leggendo l'intervista si capisce presto qual'è il trucco che il fantasma di Chernobyl sta utilizzando per rimaterializzarsi in un prossimo futuro:

e360: In termini di energie rinnovabili, al recente vertice sul clima lei ha sottolineato che ci sono notizie incoraggianti. Si prevede che l'eolico e il solare cresceranno del 17 o 18 per cento quest'anno, ma le emissioni di CO2 continuano a salire. Cosa è necessario per portare l'energia eolica e solare al punto in cui si inizia effettivamente a vedere diminuire le emissioni nazionali e globali?

Birol: Il solare sta crescendo molto, molto fortemente in tutto il mondo, e l'AIE ha recentemente incoronato il solare come il nuovo re dei mercati energetici globali, superando il carbone, perché come sapete, si chiamava re del carbone. È finita, è passata. Ora il solare sta arrivando molto forte. Le dinamiche di mercato stanno andando nella giusta direzione, ma il ritmo deve ancora essere accelerato dal sostegno del governo.

Le energie rinnovabili oggi sono utilizzate principalmente nella generazione di elettricità e non stiamo parlando della transizione all'elettricità pulita, stiamo parlando della transizione all'energia pulita. Come faremo a decarbonizzare i settori del ferro e dell'acciaio? Come faremo a decarbonizzare l'aviazione? Quindi le energie rinnovabili oggi non bastano. Abbiamo bisogno di quanto più possibile di energie rinnovabili, ma oltre a questo, abbiamo bisogno di altre tecnologie per l'energia pulita che vanno dall'idrogeno alla cattura del carbonio all'energia nucleare all'efficienza energetica. Abbiamo bisogno di tutte le tecnologie energetiche pulite.

....

Ecco il passaggio fondamentale: l'energia nucleare viene annoverata tra le "tecnologie energetiche pulite", di cui non si potrà fare a meno per realizzare la decarbonizzazione e la transizione ecologica.

Cinquanta anni fa i sostenitori dell'energia nucleare e della necessità di costruire le centrali atomiche per produrre energia elettrica definivano la loro strategia come l'unica in grado dare un futuro pulito all'umanità. Carbone e petrolio inquinano, il nucleare no.


All'epoca non c'era ancora la preoccupazione della CO2 e del riscaldamento globale, ma l'antifona era la stessa.


L'energia nucleare è pulita e pressochè inesauribile.


Poi venne Chernobyl è quelle frasi ottimistiche diventarono follia pura. L'industria nucleare sopravvisse solo grazie ai giapponesi, che sono facili da cloroformizzare, anche dopo Fukushima.

E alla mafia nucleare francese, che da anni nasconde la pericolosità delle sue centrali, soprattutto quelle al plutonio, ma è consapevole di avvicinarsi al capolinea.


Per sopravvivere l'industria nucleare, che ha ovvi sconfinamenti in quella militare e facili approvvigionamenti dal sistema bancario, deve rilanciarsi e rifarsi la maschera.


Ecco allora le minicentrali, piccole e sicure, sembrano supposte, facili da piazzare anche presso luoghi abitati, utili per alimentare la produzione di idrogeno verde, quello che piace al ministro italiano per la transizione nucleare Roberto Cingolani.

Con le mini centrali nucleari non c'è il rischio di tante nuove Chernobyl.

No, ci assicurano gli esperti (?), perchè quello era un mostro gigante queste invece sono piccoli elettrodomestici. Se una minicentrale dovesse incendiarsi, è sufficiente chiamare i vigili del fuoco.

Ma sono molto costose? No, perchè vengono finanziate con i debiti di Next Generation EU. I nostri nipoti, potranno avere radiazioni assicurate con comode rate da pagare in 50 anni.

E il problema delle scorie radioattive? dove metterle quando il combustibile si esaurisce? basta metterle su un razzo e spedirle nello spazio, oltre i confini del sistema solare.

Razzi alimentati dall'idrogeno verde prodotto dall'energie elettrica verde generata dalle minicentrali nucleari verdi. La famosa economia circolare verde.

Le notizie inquietanti che dopo 35 anni ci ricordano Chernobyl saranno presto offuscate. Da 10 100 1000 mini Chernobyl.


Cingolani, il ministro della Transizione Nucleare

i.fan. twitter: menoopiu


Key1: keywords: Chernobyl, Centrali Nucleari, Emissioni CO2, Transizione ecologica, Riscaldamento Globale, Fukushima, Energia Pulita, Green Deal,

Date Created: 10/05/2021 10:42:49


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