Leonardo DiCaprio in Don't Look Up è il professore Randall Mindy, che assieme alla dottoranda in astronomia Kate Dibiasky ( Jennifer Lawrence) fa una straordinaria scoperta: una cometa entra all’interno del sistema solare e secondo i calcoli andrà in collisione con la Terra da lì a sei mesi.
DiCaprio :
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Se dovessi descrivere Don't Look Up in poche parole, direi che il film fa un'analogia sulla cultura di oggi e sulla nostra incapacità di ascoltare le verità scientifiche.
Nel corso della mia carriera ho spesso cercato un film che avesse un sottofondo ambientale ma, proprio come accade per le tante news sul cambiamento climatico, molte persone non vogliono sentirle e fare un film su questo argomento è ancora più difficile. Adam, (Adam McKay, autore e regista del film) che si è particolarmente esposto parlando di crisi climatica, voleva davvero fare un film che portasse elementi da commedia nera a quello che sembra essere un problema scoraggiante.
Ciò che Adam fa con intelligenza è usare l'analogia della cometa gigante diretta verso la Terra per vedere come la popolazione umana reagirebbe, sotto il profilo politico e scientifico, e cosa si farebbe al riguardo.
Ho pensato a quello che vivono i climatologi, come Micheal Mann per esempio, quando entrano nel mondo dei programmi di news per parlare di crisi climatica.
Devono conoscere e usare con cautela il linguaggio dei media, evitando di politicizzare le tematiche e cercando di articolare i fatti nel miglior modo possibile.
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L'analogia della cometa "killer dei pianeti" nell'immaginario collettivo si estende facilmente alla pandemia di COVID-19 e al tipo di risposta che sta suscitando nel mondo. Governi attendisti, popolazioni impaurite ma non troppo, i grandi affari delle case farmaceutiche, i negazionisti e no-vax-utili-idioti, gli scienziati del "andrà tutto bene, il progresso tecnologico ci aiuterà a salvarci", i veri scienziati sconfitti e ammutoliti.
Don't Look Up non è un film (solo) sull'emergenza ambientale e nemmeno (anche) sulla pandemia di COVID-19.
E' una critica aperta, ironica, ma durissima - la Presidente degli Stati Uniti Janie Orlean interpretata da Meryl Streep viene divorata da un megastruzzo sul pianeta dove pensava di aver trovato la salvezza - contro l'establishment, i suoi metodi, il suo cinismo affaristico.
Nemmeno nel periodo d'oro della critica populista nei confronti dei tanti establishment - in Europa e negli USA - si era visto un film così feroce nello sbeffeggiare i comportamenti degli apparati politici, militari, economici e mediatici.
Bastano poche scene a McKay per smantellare la credibilità della Casa Bianca, parodia di Trump-Hillary, delle Forze Armate, un generale che si mette a vendere le buste di snack che dovevano invece essere gratuite, dei giganti HiTech che pensano solo ai loro trilioni di dollari di profitto, rappresentati da Peter Isherwell, fondatore e amministratore di un'azienda di alta tecnologia e anche uno dei maggiori finanziatori della Presidente, alle catene di informazione, che hanno come unica religione quella dell'audience e market share.
Don't look up è un film semplice, rozzo, banale ma efficace, come lo è stato il populismo in alcune fasi della sua evoluzione-involuzione.
Il personaggio interpretato da DiCaprio potrebbe parodiare Beppe Grillo dall'epoca del vaffa a quella dell'inciucio, per poi accorgersi, troppo tardi, di essere stato fregato dall'establishment.
Don't look up, ripetono gli apparati di potere per distogliere il popolo dalla consapevolezza della catastrofe imminente.
E il popolo non guarda in alto, fino a quando non si accorge di essere stato ingannato dai sacerdoti del "tutto andrà bene", della fede cieca nel progresso tecnologico.
Don't look up, è l'esortazione degli attuali governanti di tutto il mondo.
La pandemia non deve farci paura, basta un vaccino per tornare ad essere quelli di prima, l'economia deve andare avanti e prima di lanciare allarmi e allarmismi "suggerisco di attendere i dati e valutare" come dice la Presidentessa USA nel film, parodiando gli attendismi dei politici in carne ed ossa.
Alla fine del film mi sono chiesto, credo come tanti, perché Netflix, un'azienda che fa parte a pieno titolo dell'establishment affaristico-mediatico-politico, abbia diffuso un film che attacca e squarcia il fronte dei vincitori sui populismi di questi ultimi anni, fino a ridare fiato alle trombe degli arrabbiati, delusi, antisistema nel mezzo della crisi di pandemia-covid19-omicron?
Semplicemente perché neanche loro credono più di tanto alla minaccia della cometa-pandemia-global warming.
Don't look up. Oggi ho fatto la terza dose.
i.fan. twitter: menoopiu
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Date Created: 29/12/2021 14:55:00