Femminicidio di Giulia Cecchettin, "E' STATO IL VOSTRO BRAVO RAGAZZO"


i.fan. - 18 Novembre 2023 - aggiornato il 20/11/2023 12:05:28

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19/11 - Filippo Turetta, l'assassino di Giulia Cecchettin, arrestato in Germania.

Ennesimo femminicidio, il numero 105 dall'inizio dell'anno, la vittima è Giulia Cecchettin, 22 anni, uccisa dal "bravo ragazzo" Filippo Turetta, ora latitante



I "mostri" non sono malati, sono figli sani del patriarcato


La lettera di Elena Cecchettin, sorella di Giulia, al Corriere della Sera: "I "mostri" non sono malati, sono figli sani del patriarcato"

Turetta viene spesso definito come mostro, invece mostro non è. Un mostro è un’eccezione, una persona esterna alla società, una persona della quale la società non deve prendersi la responsabilità. E invece la responsabilità c’è. I «mostri» non sono malati, sono figli sani del patriarcato, della cultura dello stupro. La cultura dello stupro è ciò che legittima ogni comportamento che va a ledere la figura della donna, a partire dalle cose a cui talvolta non viene nemmeno data importanza ma che di importanza ne hanno eccome, come il controllo, la possessività, il catcalling. Ogni uomo viene privilegiato da questa cultura.

Viene spesso detto «non tutti gli uomini». Tutti gli uomini no, ma sono sempre uomini. Nessun uomo è buono se non fa nulla per smantellare la società che li privilegia tanto. È responsabilità degli uomini in questa società patriarcale dato il loro privilegio e il loro potere, educare e richiamare amici e colleghi non appena sentano il minimo accenno di violenza sessista. Ditelo a quell’amico che controlla la propria ragazza, ditelo a quel collega che fa catcalling alle passanti, rendetevi ostili a comportamenti del genere accettati dalla società, che non sono altro che il preludio del femminicidio.

Il femminicidio è un omicidio di Stato, perché lo Stato non ci tutela, perché non ci protegge. Il femminicidio non è un delitto passionale, è un delitto di potere. Serve un’educazione sessuale e affettiva capillare, serve insegnare che l’ amore non è possesso. Bisogna finanziare i centri antiviolenza e bisogna dare la possibilità di chiedere aiuto a chi ne ha bisogno. Per Giulia non fate un minuto di silenzio, per Giulia bruciate tutto.


Ennesimo femminicidio, il numero 105 dall'inizio dell'anno, la vittima è Giulia Cecchettin, 22 anni, uccisa dal "bravo ragazzo" Filippo Turetta, ora latitante.

"È stato il vostro bravo ragazzo". Così recita una delle inserzioni pubblicate su Instagram dalla sorella di Giulia Cecchettin, Elena, condividendo un post della scrittrice Valeria Fonte.

In un'altra storia, Elena scrive "Per te bruceremo tutto".


Per una settimana la cronaca della scomparsa di Giulia e Filippo aveva creato la speranza che la storia potesse concludersi diversamente, senza dover registrare l'ennesima tragedia di un femminicidio.

Poi le indagini hanno scoperto un video in cui Giulia veniva aggredita e trascinata nell'auto da Filippo, il suo ex possessivo "bravo ragazzo", secondo il luogo comune genitoriale che un'ammissione di impotenza nei confronti del maschilismo violento.

Nelle ultime ore si era capito che Giulia era stata vittima di un femminicidio, la vittima numero 105 del 2023.

Poi il ritrovamento del corpo sulla riva di un lago, e la caccia al suo assassino in tutta Europa.


La Segretaria Nazionale del Partito Democratico Elly Schlein dopo aver appreso la notizia della morte di Giulia Cecchettin:
" ... Non basta la repressione se non si fa prevenzione. Approviamo subito in Parlamento una legge che introduca l'educazione al rispetto e all'affettività in tutte le scuole d'Italia".
"Mi rivolgo anche alle altre forze politiche, la politica su questo non si riduca a dichiarazioni e riti ripetuti. Possiamo e dobbiamo fare di più.

Dobbiamo fermare questa spirale di violenza, ci riguarda tutte e tutti.

E riguarda anzitutto gli uomini, perché non può essere un grido e un impegno solo delle donne in lotta per la propria libertà.

Il problema della violenza di genere è un problema maschile.

Serve consapevolezza per sradicare la cultura patriarcale di cui è imbevuta la nostra società. Giulia Cecchettin avrebbe dovuto laurearsi due giorni fa, le è stato impedito, le è stato violentemente strappato via il futuro. È profondamente ingiusto, e finché le donne saranno meno libere non esisterà vera libertà in questo Paese".

Parole e iniziative condivisibili, quelle di Elly Schlein a cui non mancherà di associarsi anche Giorgia Meloni, ma suggerisco di aggiungere anche un'altra iniziativa: diffondere, non solo nelle scuole ma anche in tutti i centri di aggregazione sociale, dai mercati rionali alle discoteche, la cultura e la prassi dell'autodifesa femminile contro le violenze maschili, dalle più banali alle più gravi. Divulgare le iniziative legali e gli strumenti per poter prevenire e denunciare la violenza maschile.

Mettere al bando il maschilismo della società.

Eliminare le attenuanti e le scappatoie legali nei casi di femminicidio.

Il legale della famiglia di Filippo Turetta in una delle sue prime dichiarazioni dopo il ritrovamento del cadavere di Giulia si è premurato di escludere l'intenzionalità dell'omicidio, attribuendolo ad uno scatto improvviso di ira, alla perdita di controllo durante un litigio.
Questo tipo di considerazioni servono nel sistema giuridico ad invocare le attenuanti e a circoscrivere le responsabilità di chi ha commesso un delitto, in modo da escludere le pene più severe.

Nel nostro sistema giuridico un femminicidio viene quasi equiparato ad una rissa occasionale e involontaria: " ... in fondo, si volevano bene, poi è successo qualcosa, lei lo ha lasciato, lui si è ingelosito e ha perso la ragione ... è stato un incidente, un gesto involontario, un eccesso di passione ... in fondo, lui è un bravo ragazzo ..."


i.fan. twitter: menoopiu


Key1: Giulia Cecchettin keywords: Giulia Cecchettin, Femminicidio, violenza sulle donne, maschilismo, Filippo Turetta,

Date Created: 18/11/2023 18:23:28


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