Invasione di Ucraina, il Donbass Sarà il Vietnam di Putin? mi chiedevo in un post del 2 aprile scorso. A quella data non erano ancora emersi gli orrori di Bucha e dintorni, e l'assalto a Kyiv era ancora un'opzione disponibile per i generali russi.
Ora i servizi di intelligence di tutto il mondo annunciano l'inizio della "Battaglia del Donbass", quella che secondo molti dovrebbe decidere le sorti della guerra Russia Ucraina sul piano militare e fornire gli elementi per i futuri negoziati, ormai interrotti dopo la scoperta dei crimini commessi dai russi a Bucha e le altre città occupate.
Lo stesso Putin si è premurato di avvisare che il suoi aguzzini si concentreranno sull'obiettivo di "liberare" i territori che circondano Donetsk e Luhansk prima della Festa della Vittoria del 9 maggio a Mosca.
"Fare presto" a raggiungere una qualche pur minima vittoria militare è diventato l'imperativo per il paranoico despota russo, che dopo un mese e mezzo di massacri ha dovuto ammettere che in Ucraina è in atto "una tragedia".
Al dilà delle macabre cronache giornaliere, il vero interrogativo che tutti si pongono, compreso chi scrive, è "quando finirà questa sporca guerra contro gli ucraini? come finirà? chi la vincerà sul piano militare e su quello politico?
Il Donbass è una regione estesa, di cui i russi controllavano, prima dell'inizio della guerra, solo una parte, meno della metà, attorno ai capoluoghi Luhansk e Donetsk, a seguito dell'invasione del 2014 (invasione della Crimea).
Se Putin vuole cantare vittoria per la sua "operazione di macelleria speciale" deve occupare almeno il restante territorio del Donbass, ben oltre la conquista di Mariupol che ormai rappresenta solo un cumulo di macerie, un maledetto cimitero di decine di migliaia di vite umane e un porto senza sbocco.
Se non raggiunge questo risultato non potrà giustificare l'aver scatenato una guerra devastante anche per la Russia solo per "denazificare" quello che era già sotto il suo controllo.
Per vincere la battaglia del Donbass, Putin e i suoi aiutanti Dvornikov e Kadyurov dovranno utilizzare almeno 150mila soldati, necessari per accerchiare e sconfiggere un esercito ucraino che viene stimato in oltre 50mila unità.
Il rapporto di 3 a 1 tra aggressori e aggrediti è il minimo necessario dal punto di vista militare per sperare di vincere la resistenza di chi si difende.
L'esercito ucraino nel Donbass può contare su una fitta rete di villaggi rurali e strutture di supporto da cui attaccare facilmente,infliggendo pesanti perdite, le colonne armate dei russi .
I quali hanno a loro vantaggio il predominio aereo e missilistico, con il quale possono radere al suolo gli agglomerati urbani ma non sono efficaci nelle battaglie campestri.
Le colonne armate possono avanzare velocemente un giorno e poi essere costrette a ripiegare altrettanto velocemente e con perdite il giorno successivo.
Anche l'esercito ucraino dovrà però limitarsi alla semplice difesa, non avendo nè mezzi aerei nè equipaggiamento pesante (tank, missili) per poter contrattaccare e far ripiegare le truppe russe.
A meno che USA e NATO non forniscano tali mezzi. Poco probabile.
Quindi la Battaglia del Donbass si prefigura tutt'altro che breve e scontata nell'esito.
E più passa il tempo senza una prospettiva di vittoria, più si farà difficile la situazione per Putin e il suo apparato.
Sedersi al tavolo negoziale per rifare un accordo tipo Minsk 2015 sarebbe come ammettere una sconfitta (o meglio, una vittoria di Zelensky).
Le sanzioni economiche cominceranno a maturare i loro effetti più importanti e anche l'opinione pubblica, finora schierata con la propaganda di regime, con il passare del tempo e il conteggio delle bare potrebbe iniziare a porsi qualche dubbio.
Questa mattina le vere due "bombe" contro le speranze di vittoria di Putin vengono proprio dal fronte delle sanzioni economiche.
Il gruppo olandese Vitol Group, la maggiore azienda privata al mondo di commercio del petrolio, ha deciso di ridurre, fino ad azzerarli entro 6 mesi, gli acquisti di petrolio russo.
Inoltre Cile e Argentina, due tra i maggiori estrattori di Litio, elemento essenziale per le batterie elettriche e altri dispositivi elettronici, hanno comunicato di non fornire più i loro prodotti alla Russia, a cui resterebbero solo le forniture della Bolivia (per il momento)
Credo che la Battaglia del Donbass non sarà breve, e non darà a Putin quella vittoria che cerca disperatamente per giustificare i suoi crimini.
La guerra in Ucraina resterà in forma endemica per mesi e forse anni. Un conflitto circoscritto a sud e a est, ma pur sempre in grado di tenere Kyiv in uno stato di permanente precarietà psicologica ed economica. Ma altrettanto sarà per la Russia di Putin, condannata all'isolamento internazionale crescente a meno che non sia capace di sbarazzarsi di Putin e del suo regime.
Anche la Cina nel medio e lungo termine dovrà far prevalere i suoi interessi: i rapporti commerciali con l'Europa e gli Stati Uniti valgono 5 volte quelli con la Russia. Una recessione economica mondiale penalizza tutti, ma la "fabbrica del Mondo" Cina potrebbe soffrire più di tutti. La crisi energetica in Europa preoccupa Pechino quanto Berlino.
Il paranoico macellaio russo ha perso la guerra pochi giorni dopo averla scatenata, ma farà sicuramente altre stragi contro la popolazione ucraina, con la conseguenza di allungare l'elenco di prove e accuse quando verrà il momento del Tribunale.
A meno che non sia davvero intenzionato a compiere l'ultima estrema follia. Nucleare.
Una analisi utile e documentata sulla "battaglia del Donbass" la fornisce il sito russo indipendente meduza.io
(in aggiornamento)
i.fan. twitter: menoopiu
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Date Created: 13/04/2022 09:30:30