Nella "Battaglia del Donbass" l'Europa Divisa e Defilata


i.fan. - 19/04/2022 - aggiornato il 20/04/2022 07:22:24


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Nel Donbass inizia la fase decisiva della guerra contro l'invasione di Putin in Ucraina. Francia e Germania sono defilate. Non forniscono armi necessarie a Kyiv per resistere e fanno a gara per criticare Zelensky.



Le armi promesse dagli Stati Uniti a Zelensky sono arrivate a tempo di record. 48 ore dopo la firma di Joe Biden per lo stanziamento bellico del valore di 800 milioni di dollari.

11 elicotteri Mi-17 di fabbricazione sovietica, 200 M113 corazzati per il trasporto di personale;
100 autoblindo Humvee, 100 complessi di munizioni mobili anticarro (droni kamikaze) Switchblade, 15 obici pesanti calibro 155 millimetri, 10 radar di artiglieria per guerra controbatteria, volumi aggiuntivi di sistemi missilistici anticarro Javelin e sistemi missilistici antiaerei portatili Stinger.

A questi si sommano gli armamenti forniti da alcuni paesi europei. La Slovacchia fornirà una batteria del sistema di difesa aerea S-300; Polonia - circa 100 carri armati T-72; Republica Ceca - 20 lanciarazzi multipli RM-70 (aggiornamento Grad) e un numero imprecisato di obici semoventi Dana; Gran Bretagna - 120 auto blindate Mastiff e Jackal, missili anti-nave "Harpoon" e MANPADS Starstreak. Inoltre, vengono trasferiti ulteriori sistemi missilistici anticarro.


L'esercito russo avrebbe già schierato nel Donbass almeno 100mila soldati ma soprattutto una grande quantità di missili, artiglieria pesante e mezzi aerei, con cui martellare senza sosta i villaggi e i centri urbani presidiati dai circa 50mila militari ucraini, il "Gruppo Donbass".

Assieme ai macellai ceceni di Kadyrov e a quelli della Wagner di Prigozhyn, cercheranno di accerchiare le truppe ucraine, tagliandogli tutte le vie di rifornimento.

Tutto ciò che circonda il "Gruppo Donbass" verrà desertificato, sull'esempio di Bucha, Irpin, Borodyanka e Mariupol.


Le truppe russe stanno completando la concentrazione di grandi forze a sud di Izyum nella regione di Kharkiv, nell'area di Severodonetsk e Popasna nel Luhansk e Hulyaipole nella regione di Zaporozhye. Nel sud della regione di Kharkiv e nella regione di Luhansk, sono già arrivate unità aviotrasportate, prima impegnate alla periferia di Kiev.


Putin ha deciso che il Donbass diventerà un girone dell'Inferno dantesco, prima della Festa della vittoria programmata il 9 maggio a Mosca. E lo ha reso esplicito a modo suo, conferendo la medaglia di "eroi" alla brigata di assassini capeggiata dal colonnello Omurbekov Azatbekh che ha fatto crimini di guerra a Bucha.  Chiunque in Russia voglia meritarsi la medaglia di Putin ora sa cosa fare.


Anche Zelensky ha annunciato l'inizio della Battaglia del Donbass.

"Le forze russe hanno iniziato la battaglia per il Donbas a cui si stavano preparando da molto tempo", ha detto Zelenskyy in un discorso video lunedì.
"Sono grato a tutti i nostri combattenti, a tutte le nostre città eroiche nel Donbass, a Mariupol e alle città della regione di Kharkiv che resistono", ha aggiunto. "Proteggono il destino di tutta l'Ucraina, trattenendo l'esercito russo.
Rubížne, Popasna, Zolote, Lysyčansk, Sêvierodonetsk, Kramatorsk e tutte, per sempre con l'Ucraina".


Al di là della retorica necessaria, Zelensky sa molto bene che la battaglia del Donbass sarà durissima e sarà difficile ripetere la strategia della prima fase di guerra.


I russi sono più attrezzati e vicini alle loro sorgenti logistiche, hanno il predominio aereo e la superiorità numerica sul terreno.

Nel Donbass vince chi durerà più a lungo. Affinché l'esercito russo "collassi" prima, le truppe ucraine devono essere in grado di infliggergli perdite significativamente più elevate di quelle che loro stesse subiscono, ma nelle condizioni degli spazi aperti del Donbass sarà difficile farlo, dicono gli esperti. Probabilmente un aiuto più efficace, anche se fosse fornito, sarebbe già in ritardo.

L'unica speranza di Zelensky è quella di "resistere un minuto in più", di ingaggiare i russi in una resistenza prolungata con perdite significative.

L'effetto delle sanzioni economiche inizierà a manifestarsi nel mese di maggio, impossibile sapere se in quel periodo il Donbass sarà ancora teatro di guerra o sarà già occupato dalle bande di Putin.


Chi sembra non interessato all'esito della battaglia del Donbass sono i due maggiori paesi europei, Francia e Germania.

Nei giorni scorsi sono sembrati più preoccupati di defilarsi dagli eventi ucraini, piuttosto che impegnarsi nel supporto logistico a Kyiv.

Macron non ha tempo di pensare all'Ucraina, e se lo fa è per racimolare i voti russo-titubanti di Melenchon per il turno di ballottaggio del 24 aprile contro Marine Le Pen. Per questo Macron ha criticato Joe Biden per aver definito "genocidio" l'operato di Putin in Ucraina.

La Germania di Scholz è sempre più preoccupata per i suoi lauti affari con gli oligarchi russi e per questo si è stretta a difendere il suo impresentabile presidente Steinmeier, l'affarista del Nord Stream 2 a cui Zelensky ha rifiutato un incontro di propaganda.

L'Italia di Mario Draghi invece vorrebbe fare qualcosa in più per aiutare sinceramente Zelensky ma non ha granchè da offrire. E' già tanto, e non era scontato, che Draghi sia riuscito a mettere in un angolo le idiozie di Salvini e degli italo-putiniani di ferro.

E può sempre vantarsi di annoverare i Måneskin italiani tra i più fieri antagonisti del macellaio Putin.

A Parigi e Berlino va in onda lo spettacolo di una Europa divisa e incapace di sostenere con decisione le ragioni della propria difesa dalle minacce di Putin. Una constatazione davvero umiliante e deprimente.


(in aggiornamento)


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Date Created: 19/04/2022 10:50:36


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