CRIMINI A GAZA, NETANYAHU ALIMENTA L'ODIO CONTRO ISRAELE E GLI EBREI


i.fan. - 12 Novembre 2023 - aggiornato il 12/11/2023 19:57:12

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Netanyahu è il regista dell'orrore di Gaza, una sequenza di crimini terribili dopo quelli di Hamas del 7 ottobre, incurante dell'odio crescente del Mondo.

Gli ebrei sono con Netanyahu



Mentre mi accingevo a scrivere un post sulle ennesime deliranti dichiarazioni di Benjamin Netanyahu, mi sono imbattuto in un articolo di Yossi Klein Halevi sul Times of Israel che mi ha generato una profonda preoccupazione, e rappresenta una triste conferma che questa catastrofe di Gaza è destinata a diventare un punto di svolta nella storia del mondo.

Yossi Halevi è un intellettuale ebreo che da anni dialoga e si confronta con la cultura politica islamica e palestinese. Non è un fanatico seguace di Netanyahu o di qualche setta religosa ebraica.


Perciò quello che scrive mi preoccupa.


Il titolo: Il popolo solitario della Storia, sintetizza la riflessione di Halevi.

Il 7 ottobre la strage terrorista di Hamas ha risvegliato l'insicurezza del popolo ebraico rivelando che l'obiettivo storico dei palestinesi non è la convivenza bensì la distruzione del popolo di Israele.

Quindi la reazione israeliana, distruttiva, sproporzionata e determinata, è legittima e anche l'enorme prezzo di vite umane palestinesi è giustificato.


Gli ebrei devono mettere in conto che il resto del mondo non capisce la necessità storica di Israele; gli ebrei saranno isolati dall'opinione pubblica mondiale, come è capitato altre volte nella storia millenaria della persecuzione antisemita. Ma nonostante tutto, nonostante l'isolamento politico e diplomatico, gli ebrei devono proseguire il loro cammino, per distruggere Hamas echiunque li minacci anche a costo di enormi perdite di vite umane e anche a costo di un nuovo secolare isolamento.

Le argomentazioni di Yossi Halevi aprono uno squarcio di dubbio: Netanyahu, i suoi ministri fanatici religiosi e i generali dell'IDF non sono dei deliranti guerrafondai paranoici, ma rappresentano l'animo profondo e permanente della visione ebraica del mondo e di se stessi.


I crimini compiuti a Gaza contro migliaia di famiglie palestinesi inermi, colpevoli solo di avere la loro casa in prossimità di una batteria di lanciamissili di Hamas o all'imbocco di un tunnel, nel disumano sovraffollamento di due milioni in una prigione di pochi chilometri, secondo la quasi totalità degli ebrei sono legittimi e necessari.


Tutti gli altri, gli europei, gli americani, gli asiatici, e naturalmente gli arabi, si sbagliano nel considerare "crimini contro l'umanità" le azioni israeliane in risposta alla strage del 7 ottobre.

Anzi, se gli ebrei non si fossero fatti fuorviare dai tentativi dialoganti di trovare una soluzione alla questione palestinese, il 7 ottobre non ci sarebbe stato. Quindi, d'ora in poi, e per molti decenni, tutto è azzerato e Israele deve tornare a sentirsi in solitudine.

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oggi 12 novembre i giornali riportano le frasi salienti di una conferenza stampa dei vertici israeliani:
Netanyahu: Sfideremo il mondo, se necessario, per sconfiggere Hamas; L'Autorità Palestinese non può governare Gaza dopo la guerra.
Il premier sprezzante respinge le critiche internazionali, attacca Macron per aver accusato Gerusalemme di bombardare i civili; dice che l'Autorità Palestinese non può governare Gaza dopo la guerra; Gallant rifiuta la 'predicazione morale' del mondo.


E' triste, ma bisogna ammettere che tutto Israele si riconosce in questa linea.

Noi siamo preoccupati di ciò che sta accadendo e potrà accadere, preoccupati che la guerra si allarghi al Medio Oriente, che il terrorismo risorga in tutto il mondo, che i soliti affaristi della guerra, come l'Iran o Vladimir Putin o ampi settori della NATO, ne approfittino per scatenarne altre, spinti dalla sicumera dell'escalation.


Israele no, è preoccupato solo di distruggere Hamas (legittimo) e i palestinesi (criminale).


Israele rivendica il diritto alla solitudine, ovvero è in preda ad una sindrome vittimistica collettiva che gli impedisce di ragionare e valutare le conseguenze delle proprie azioni.

Tutto il mondo, secondo gli israeliani, sbaglia a condannare i bombardamenti su Gaza, tutto il mondo non capisce la priorità del popolo ebraico.

Gli israeliani e gli ebrei, di qualsiasi orientamento, non si rendono conto che il mondo non vuole affatto tornare all'orrore dell'Olocausto, alla schifezza dell'antisemitismo.


Il mondo (una gran parte) vuole che Israele esista e conviva con un altro popolo, i palestinesi, su una terra dove, volendo, si può convivere in pace.


Netanyahu ha consentito ad Hamas, che non voleva convivere in pace, di crescere come un cancro sul tessuto di Gaza, martoriato dalla povertà e dalla segregazione, Netanyahu ha riacceso il fanatismo ebraico portando tutti gli ebrei ad un isolamento grave e preoccupante.
Gli ebrei sono ad un bivio:
o riescono ad elaborare il lutto causato dalla terribile strage di Hamas del 7 ottobre ( e del purtroppo probabile funereo esito degli ostaggi) riaffermando comunque le ragioni del dialogo con i palestinesi
oppure sprofondando nella sindrome vittimistica totalizzante, additando chiunque come nemico della propria esistenza.

La seconda opzione è quella suscitata da Netanyahu e dal ceto politico-militare israeliano, con somma gioia di governi autoritari (Erdogan e paesi arabi, Iran, Russia, Corea del Nord).

E' un'opzione foriera di altre tragedie negli anni venire.

i.fan. twitter: menoopiu


Key1: Gaza keywords:

Date Created: 12/11/2023 19:39:07


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